Consiglieri, gettoni e presenze| Scoppia il "caso" al Comune - Live Sicilia

Consiglieri, gettoni e presenze| Scoppia il “caso” al Comune

Il Segretario generale impone l'autocertificazione per il tragitto ufficio-commissione.

sala delle lapidi
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PALERMO – Quanto tempo ci vuole per raggiungere un ufficio comunale dal proprio posto di lavoro? E soprattutto, chi deve controllare che il consigliere impieghi effettivamente quel tempo, visto che poi il Comune deve rimborsare il datore di lavoro? La domanda è meno banale di quanto possa sembrare e assai più cruciale per gli inquilini di Sala delle Lapidi. L’Ars ha infatti recepito anche in Sicilia le norme sui consiglieri comunali che prevedono che il consigliere sia “giustificato” per l’assenza sul lavoro (quindi con tanto di rimborso al titolare) per l’intera giornata in caso di seduta consiliare, ma solo per le effettive ore impegnate nel caso delle commissioni.

Va considerato che il consiglio comunale di Palermo si riunisce, di norma, due o tre volte a settimana, mentre gli altri giorni c’è sempre commissione. Una bella seccatura per chi è un lavoratore dipendente, visto che quando deve andare in commissione ha, per legge, al massimo un’ora per andare dall’ufficio alla commissione e al massimo un’altra ora per tornare. La norma dice esplicitamente “al massimo” un’ora, ma qui sorge il problema: chi quantifica il tempo necessario allo spostamento? Come standardizzarlo, visto che un giorno può esserci più o meno traffico del normale?

La questione non è di poco conto, visto che gli uffici di Palazzo delle Aquile hanno iniziato ad applicare la norma con rigore, facendo storcere il naso a più di un consigliere. Il Comune si è così rivolto alla Regione che però ha messo nero su bianco che il parere va chiesto al proprio Segretario generale. E quello di Palermo, Fabrizio Dall’Acqua, ha stabilito che dovrà essere il consigliere ad autocertificare il tempo necessario. Posizione condivisa anche dall’assessorato regionale agli Enti locali.

Tutto risolto, quindi? No, perché da alcune settimane a Palermo è sorto un altro problema. Una commissione viene convocata in primo appello e, se mancano i consiglieri, anche in secondo appello, un’ora dopo. Ma se la seduta poi inizia in ritardo rispetto al secondo appello, oltre il canonico quarto d’ora di tolleranza, come si fa ai fini dei rimborsi ai datori di lavoro? Gli uffici di Palazzo delle Aquile per il momento hanno applicato la regola in modo severo: se la seduta della commissione inizia in ritardo rispetto al previsto, il gettone non viene pagato. Cosa di cui si sono accorti diversi consiglieri, che a fine mese si sono visti decurtare il compenso. Sarebbero poco più di una decina le sedute incappate nel problema, quasi tutte in commissione Bilancio. Al Comune si sta cercando una soluzione in fretta e furia, mentre si elabora una bozza di regolamento, ma intanto il problema per i mesi passati rimane, con buona pace dei consiglieri comunali.

 

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