Consiglieri provinciali |Ecco chi firma e si allontana - Live Sicilia

Consiglieri provinciali |Ecco chi firma e si allontana

Seconda puntata sull'attività di Palazzo Minoriti: LiveSiciliaCatania analizza i dati sulle presenze e le votazioni in aula per l'anno 2012. I più presenti sono Danubio e Parrinello. Bene La destra. Il cucchiaio di legno va invece al pidiellino Claudio Milazzo e all'autonomista Vanessa D'arrigo, che è ultima anche nella classifica dei voti espressi. Con lei Santo Primavera dell'Udc, che però è stato in aula il 73% delle volte. IL DOCUMENTO

I dati sulle presenze in aula anno 2012

CATANIA – Arriva il “report 2012” sull’attività svolta dai consiglieri provinciali a Palazzo dei Minoriti. Non ci sono sostanziali novità rispetto a quanto già stato pubblicato da LiveSiciliaCatania nei mesi scorsi (CLICCA QUI). Il risultato politico è sostanzialmente positivo: il numero di presenze in aula dei 45 (più il dimissionario Valerio Marletta dei Comunisti/Idv) consiglieri etnei è sostanzialmente alto. Su 83 sedute complessive per l’anno appena trascorso, sono solo in sette ad essere sotto la soglia del 60% delle presenze. Ciò significa che, nel suo complesso, il consiglio raggiunge tranquillamente la “sufficienza piena” per l’anno 2012. C’è di più, i primi ventidue consiglieri, quasi la metà di questa speciale classifica, superano addirittura l’80% di firme sul registro in aula.

In alto alla classifica c’è un ex aequo. Testa a testa tra Nunzio Parrinello, eletto nell’Mpa, divenuto poi capogruppo di ‘Famiglia, lavoro e solidarietà’, e approdato ultimamente all’Udc, e Antonio Danubio, il capogruppo del partito di Casini. Per loro le presenze in aula sono 80 su 83, che tradotto in termini percentuali vuole dire che avrebbero presenziato al 96% delle sedute. Li segue a ruota Giuseppe Branciforte, proclamato consigliere soltanto a giugno delle scorso anno, in sostituzione di Valerio Marletta, eletto sindaco di Palagonìa. Anche lui fa registrare il 96% delle presenze, ma al netto di sole 45 sedute. Il quarto è il fedelissimo dell’ex presidente Giuseppe Castiglione, Carmelo Sgroi, presente al 78% delle sedute.

Una seduta del consiglio provinciale

Anche in fondo alla classifica si registra un ex aequo. Claudio Milazzo (Pdl) e Vanessa D’Arrigo (Mpa) partecipano al 31% delle sedute, con solo 26 presenze in aula. Fa un po’ meglio di loro l’ex autonomista, oggi all’Udc, Giuseppe Anfuso, con 33 presenze. Il consigliere Milazzo, contatto da LiveSiciliaCatania, ha spiegato che è stato assente dall’aula per “gravi motivi familiari”. Anche la D’arrigo ha fatto sapere che “da quando sono diventata mamma non posso essere molto presente alle sedute”

Il gruppo consiliare più presente è complessivamente quello de La destra con Musumeci. I tre componenti infatti, Distefano, D’agata e Mistretta, si assestano tra i primi sedici della classifica. Mentre il consigliere del Partito democratico più presente in aula è soltanto al ventiduesimo posto. Nel dettaglio, con 66 presenze, Salvatore Valenti ha partecipato all’80% delle sedute.

Ma a tenere banco è l’altro report, quello sulle votazioni, che fornisce invece un parametro numerico sulla qualità dell’attività svolta in aula. Il più virtuoso è il consigliere Gaetano Distefano de La Destra, che ha premuto il pulsante del voto ben 193 volte su 212, con un “score” del 91%. Lo segue Giovanni Leonardi, il Presidente del Consiglio, da poco transitato dall’Mpa all’Udc. Per lui la percentuale di voto è dell’87%. Terzo è Giuseppe Mistretta, sempre de La Destra, con un netto 80%. Quarto il leanziano Nunzio Parrinello, col 77%. Ultima è anche qui la D’arrigo. Il penultimo però è Santo Primavera dell’Udc, che ha votato soltanto 34 volte con una percentuale del 16%, a fronte però di una presenza in aula del 73%.

Uno scollamento, a dir poco, strano. É singolare, infatti, che su 46 consiglieri, in 35 non raggiungono la sufficienza del 60% dei voti, e fra questi addirittura in 27 non superino neanche il 50%. Su questo dato poco felice pesano in parte le assenze “tecniche” di quei consiglieri che preferiscono non votare i provvedimenti presentati in aula per motivi politici. Ma anche l’abitudine, su cui LiveSiciliaCatania aveva già buttato lo sguardo, di molti consiglieri di non presenziare fino all’ultimo minuto in aula. Sotto questo profilo non c’è alcuna norma che obbliga gli “onorevoli” a tenere desta l’attenzione fino a fine seduta. A scoraggiarli non vale neanche il deterrente economico. Il gettone di presenza che compone la parte più cospicua dello stipendio dei consiglieri, infatti, non è calcolato sulle votazioni, ma sulle presenze sia in aula che nelle varie commissioni consiliari. Che, nello specifico, non devono andare oltre le 18 presenze, superate le quali le indennità non aumentano.

A spiegare a LiveSiciliaCatania il motivo di tanta differenza è lo stesso Santo Primavera: “Andrebbe preso in considerazione soltanto il numero delle delibere votate – ha dichiarato il consigliere Udc- perché nella maggior parte dei casi in aula si votano anche gli ordini del giorno, le mozioni e i debiti fuori bilancio. Il sottoscritto ad esempio, e con me tutto l’Udc, essendo stati all’apposizione di Castiglione – ha sottolineato- non abbiamo votato molte delle sue iniziative. Questa è una scelta chiaramente politica, che rientra tra le prerogative di qualsiasi consigliere eletto. Lo stesso ho fatto in commissione bilancio, dove mi sono astenuto più volte sempre sui medesimi debiti fuori bilancio”.

Ma l’analisi di Primavera va oltre le modalità di astensione “politica”, entrando nel merito dello sistema di calcolo delle percentuali di voto: “È sbagliato stilare una percentuale tenendo in considerazione soltanto il numero complessivo delle votazioni. Sarebbe più opportuno calcolarlo partendo dalle presenze di ogni singolo consigliere. Voglio dire che se, ad esempio, la D’Arrigo, come risulta dai dati presi qui in considerazione, è stata presente 26 volte in aula prendendo parte a 26 votazioni, si ribalta tutto. L’attività dei consiglieri – ha sottolineato Primavera- deve essere misurata in base alla partecipazione effettiva e non alle semplici votazioni: le interrogazioni, gli interventi e le proposte – ha concluso – danno la vera misura di una attività consiliare degna di nota”.


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