CATANIA – E’ stata depositata ieri presso l’Ufficio Protocollo Generale del Comune di Catania la lettera rivolta all’amministrazione comunale con la quale, 27 associazioni cittadine chiedono l’istituzione della “Consulta dei Cittadini migranti” prevista dalla Legge regionale n. 6 del 2011. La lettera, originariamente firmata da venti associazioni e da tre esponenti di altrettante comunità di migranti, vede adesso complessivamente il sostegno di ventisette associazioni.
Eccoi il testo.
“Quello che ci muove a scriverVi è la consapevolezza che la nostra città deve tornare al sentimento dell’accoglienza. La paura delle differenze, che alberga con crescente intensità nel nostro animo, deve lasciare spazio al desiderio di fare degli stranieri una parte, imprescindibile, del nostro tessuto sociale. Ben vengano quindi tutte le iniziative passate e presenti miranti ad accogliere i migranti, fisicamente e nell’ambito del soddisfacimento dei loro bisogni primari (vitto, alloggio). Riteniamo tuttavia che la nostra città debba sforzarsi a fare di più. Integrare qualcuno non significa soltanto ospitarlo. Integrare è un atto ben più ricco e significativo dal punto di vista umano, fatto di ascolto, dialogo, condivisione delle decisioni e delle responsabilità che vi derivano.
Fortunatamente il legislatore regionale e il nostro Statuto comunale vengono in aiuto a chi, della nostra comunità, intende intraprendere questo, difficile quanto prezioso, percorso di integrazione politica e sociale. Ci riferiamo in primo luogo alla Legge regionale n. 6/2011. Essa prevede infatti che i Comuni, nel cui territorio siano presenti comunità di cittadini residenti provenienti da paesi non appartenenti all’Unione Europea, debbano istituire la “Consulta dei cittadini migranti”. L’esistenza di una simile esperienza di dialogo permanente potrebbe contribuire a squarciare il velo dell’indifferenza e della diffidenza dietro il quale – ci spiace ammetterlo – ci siamo rifugiati da ormai troppo tempo. Un simile organismo consultivo, dotato della legittimità che le proverrebbe dall’istituzione comunale, potrebbe favorire il senso di appartenenza degli stranieri esistenti a Catania e, nello stesso tempo, profondere in loro la consapevolezza di non essere soli, lasciati a se stessi e ai loro problemi personali e di comunità. I loro problemi sono anche un nostro problema, e conseguentemente vanno affrontati insieme, con gli strumenti che la democrazia ci offre, sul tavolo dell’ascolto reciproco.
Noi, firmatari di questa lettera, chiediamo l’istituzione della Consulta dei cittadini migranti, prevista dalla legge, per iniziare un percorso di crescita dell’integrazione nella nostra città. Un percorso che culmini nell’indizione delle elezioni per il “Consigliere comunale aggiunto”, una figura altrettanto importante e prevista già, da quindici anni, nel nostro Statuto comunale: l’art. 10 consegna al consigliere aggiunto la missione di garantire il diritto di partecipazione attiva alla vita politica della città anche agli extracomunitari residenti nel territorio comunale. Egli rappresenta in seno al Consiglio comunale tutti gli extracomunitari che vivono, lavorano, studiano o soggiornano a Catania in maniera regolare. E, in particolare, ha il potere di intervenire in Consiglio nel merito di tutte le questioni che ivi vengono affrontate, con pari dignità e funzione degli altri consiglieri, ad eccezione del voto; nonché la facoltà di partecipare alle sedute di qualsiasi Commissione consiliare assumendo il ruolo e la funzione di ogni altro consigliere, ad eccezione del voto. Ed è scelto dagli stessi cittadini extracomunitari.
Pensate, Sig. Amministratori, quali e quante opportunità di integrazione vera e sana si aprirebbero con l’attivazione di simili strumenti. Per queste ragioni, le associazioni catanesi anch’esse firmatarie di questa lettera, sono a disposizione per accompagnare e favorire lo sviluppo di un percorso di integrazione che Catania non può più rinviare.