Contatti tra i Cappello e le 'ndrine |La "filiera" del narcotraffico - Live Sicilia

Contatti tra i Cappello e le ‘ndrine |La “filiera” del narcotraffico

L'inchiesta 'Double Track' ha ricostruito rapporti e ruoli all'interno del "cartello" criminale.

I retroscena del blitz
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CATANIA – Intercettazioni, sequestri di droga e anche rivelazioni di pentiti. Sono tanti gli ingredienti dell’inchiesta ‘Double Track’ che oggi ha portato all’arresto di 23 narcotrafficanti tra la Sicilia e la Calabria. La Squadra Mobile è sicura di portare in cella anche gli ultimi due indagati inseriti nell’ordinanza firmata dalla Gip Gaetana Bernabò Distefano. L’indagine coordinata dalle pm Valentina Sincero e Assunta Musella ha permesso di ricostruire l’intera “filiera” del narcotraffico che aveva come punto di riferimento Sebastiano “Occhiolino” Sardo, da qualche mese collaboratore di giustizia.

L'asse Catania-Palermo

Partiamo dai fornitori calabresi. Due sono i canali individuati dagli investigatori della sezione Antidroga della Squadra Mobile: uno è il porto della cocaina in Italia, la piana di Gioia Tauro, in provincia di Reggio Calabria, e l’altro le ‘ndrine di Cosenza.  I fornitori di polvere bianca, marijuana e hashish del gruppo catanese collegato al clan Cappello-Bonaccorsi sono Gregorio e Giuseppe Cacciola, reggini della “piana”. I carichi di droga sarebbero avvenuti in auto. Il gruppo di Occhiolino è composto da Simone Guglielmino, Antonino Ivano Santangelo, Nunzio Davide Scrivano, Francesco Troina, Filippo Beninato, Mattea Barbera, Ramona Santa Boncaldo, Giuseppe Scauzzo Treccarichi. I Sardo boys avrebbero rifornito a loro volta i trafficanti palermitani Fabio Comito, Manuel D’Antoni, Rocco Tutore, Gabriele Lo Pinto, Onofrio Lo Nigro.

I narcotrafficanti di Cosenza, invece, sono Danilo Pucci, Pasquale Francavilla, Marco Perna e Elia Giosafatte. Il canale di rifornimento è quello del gruppo criminale di Paternò che fa riferimento a Consolato Coppola, Pietro Privitera, Domenico Santonocito e Francesco Pellegriti. Quest’ultimo, autista di tir, aveva il compito di “corriere”. Le spedizioni di droga avvenivano infatti all’interno di camion.

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