CATANIA – “Non credo di essere l’unico che non ci dorme la notte e che pensa che si tratti di una cosa grave”. È preoccupato, il presidente del Consiglio comunale, Sebastiano Anastasi, e vuole sapere cosa intende rispondere l’amministrazione al dispositivo della Corte dei conti.
Nel corposo documento arrivato a ottobre sui tavoli di sindaco e assessori, i giudici avanzano alcuni dubbi sulla gestione delle società partecipate, parlano di “molte criticità rilevate” e di alcune argomentazioni esposte dal Comune “non idonee a superarle”.
Il Consiglio comunale di ieri sera
Anastasi vuole sapere come l’amministrazione comunale intende rispondere ai numerosi rilievi della Corte, in ordine alcune irregolarità, alla situazione debitoria, alle consulenze e ai contenziosi, aspetto considerato particolarmente delicato. E prende la parola al termine della fase delle comunicazioni dei consiglieri comunali nel corso della seduta di ieri sera.
“Quando è arrivato il dispositivo della corte dei Conti, il 3 ottobre dello scorso anno, ho chiesto una relazione all’amministrazione per comunicare all’aula come intendesse replicare a quanto esposto nel documento – tuona Anastasi. Ma non vi è stata alcuna risposta”.
Tanto che il presidente del consiglio ritenta. Ci ho riprovato il 7 gennaio – continua. Avevamo da discutere il bilancio e io, più di una volta, ho chiesto se fosse stato tenuto in considerazione quanto rilevato dai giudici contabili”.
Che, in ordine al contenzioso scrivevano: “È accertato che una delle cause del rischio di squilibri strutturali del bilancio in grado di provocare il dissesto finanziario è rappresentata da sentenze che determinano per l’ente l’insorgere di oneri di rilevante entità finanziaria, e che il bilancio non riesce ad affrontare con risorse disponibili nell’anno o nel triennio di riferimento al bilancio”.
“Non abbiamo notizie”
Ancora nessuna risposta. Tanto da portare il presidente del consiglio ad alzare i toni. “Da tre mesi non abbiamo notizie – dice ancora – ritengo sia una cosa grave. Non vorrei trovarmi costretto a interrompere i lavori dell’aula se l’amministrazione non ci dirà cosa intende fare. Credo che qualsiasi persona dotata di senso civico e responsabilità amministrativa, in un ente andato in dissesto, sia preoccupato – aggiunge a margine della seduta, nel frattempo terminata. Io rappresento questa preoccupazione che è dell’aula.
La presidenza, non appena arrivato il documento, ha scritto immediatamente all’amministrazione; il Consiglio è stato costruttivo con l’approvazione degli atti finanziari, per questo ritengo sia doverosa una risposta. Sono fiducioso e speranzoso che l’amministrazione abbia chiaro come uscire da questo guado – conclude – ma, a oggi, noi consiglieri, questa idea non la conosciamo”.