Settimo giorno di presidio per i docenti precari che protestano di fronte all’ufficio scolastico regionale di Palermo contro i tagli della cosiddetta legge Gelmini. In una nota diramata in mattinata, i manifestanti parlano di “7.200 precari in Sicilia senza rinnovo di contratto, di cui 1.300 solamente a Palermo tra docenti e personale Ata”.
A questo aggiungono anche una denuncia. “Il personale tecnico si vede sostituito dal personale del comune senza titolo che esercita la professione di tecnico appunto per effetto di alcune sentenze del giudice del lavoro”. In pratica, spiega il comitato spontaneo dei docenti precari, una sentenza riconosce ai ricorrenti del comune di Palermo il “4° livello alle dipendenze dello stato. Lo stesso comune – continua la nota – non avendo il denaro per poter pagare i loro stipendi si è appellato vincendo la causa, ma in tutto questo un ritardo dell’avvocatura di stato nella presentazione del ricorso ha fatto sì che la sentenza passasse in giudicato favorendo così il trasferimento di ente e di conseguenza il mancato posto di lavoro per i precari aventi diritto”.
I manifestanti proseguono esponendo quelle che saranno le conseguenza, a partire da domani, dei tagli alla scuola siciliana. “Il numero di alunni per classe è triplicato in alcuni casi, di conseguenza viene a mancare il controllo dell’insegnante sugli stessi alunni” sostengono. Poi ancora il ‘maestro unico’ giudicato come “un insegnante ‘tuttologo’ al quale viene richiesto di sapere anche quello che non sa”.
La denuncia passa anche per il personale amministrativo. Secondo i manifestanti “il personale amministrativo, tecnico e ausiliario non potrà più garantire i servizi in maniera efficiente sia all’ interno delle segreterie d’ufficio, sia nei laboratori degli istituti professionali e tecnici sia nelle aule e negli androni delle scuole in generale”.
Infine i docenti precari sottolineano anche i risvolti sociali che derivano dai tagli. “Moltissime famiglie dovranno cambiare radicalmente il proprio stile di vita dopo aver sottoscritto un mutuo per l’acquisto di un immobile, dopo essere convolati a nozze o aver a proprio carico prole di pochissimi mesi”. Per questo si chiede “all’amministrazione regionale e nazionale di operare in questa direzione stornando i fondi disponibili a favore delle istituzione scolastiche e dei loro dipendenti”.