Continua la faida nel Pdl| "A Palermo logiche da 'padrino'" - Live Sicilia

Continua la faida nel Pdl| “A Palermo logiche da ‘padrino'”

La crisi interna al Pdl dopo Regione e comune di Palermo si sposta anche alla Provincia, guidata da Giovanni Avanti che ha rimosso l'assessore Giuseppe Di Maggio provocando le dimissioni di Eusebio D'Alì dalla giunta provinciale. Per Gianfranco Miccichè "la politica delle amministrazioni palermitane dimostra quanto poco attenti si sia agli interessi della città e della provincia, a favore invece di obbedienza a logiche settarie"
Miccichè interviene dopo il rimpasto alla Provincia
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“La politica delle amministrazioni palermitane dimostra, anche attraverso l’assurdo licenziamento dell’assessore Di Maggio, quanto poco attenti si sia agli interessi della città e della provincia, a favore invece di obbedienza a logiche settarie”. Gianfranco Miccichè, sottosegretario alla presidenza con delega al Cipe (comitato interministeriale per la programmazione economica), entra a gamba tesa nella polemica innestata dal rimpasto alla provincia di Palermo decisa da Giovanni Avanti che ha rimosso l’assessore alla Pubblica istruzione Giuseppe Di Maggio e nominato Alessandro Anello, assessore uscente al comune di Palermo dopo il rimpasto deciso da Cammarata.

La decisione di Avanti (Udc) ha scatenato una reazione a catena e, ieri, Eusebio D’Alì, assessore provinciale all’Agricoltura, caccia e pesca e alle politiche giovanili , ha rassegnato le sue dimissioni in aperta polemica con altri esponenti del suo partito, il Pdl. D’Alì, infatti, s’è detto “fiducioso che il partito di maggioranza del Paese, nella regione più azzurra d’Italia, possa prima o poi tornare a essere affidato a chi del partito ha fatto la storia recente, ovvero a colui che è dai più riconosciuto come il leader naturale. Quantomeno – ha chiuso D’Alì – sono certo che il Popolo della libertà diverrebbe finalmente una cosa seria e finirebbe tutto questo teatrino, di cui gli spettatori paganti sono, in definitiva, solo i siciliani”.

Gli fa eco Micciché che dice: “Per fortuna c’è dell’altro: la scelta del consigliere comunale Lo Giudice da un lato, e la serietà dimostrata da Eusebio D’Alì con le sue dimissioni da assessore, ne sono la prova. Sono comunque fiducioso – ha detto infine il ‘ribelle’ del Pdl – perché è grazie alla coerenza e il coraggio di questi ragazzi, che non si piegano a logiche da ‘padrino’, che Palermo prima o poi si riprenderà”.

La polemica è tutta interna al Pdl. D’Alì, così come il consigliere comunale di Palermo Salvo Lo Giudice, si sono apertamente schierati al fianco di Gianfranco Miccichè e alla sua corrente. Giuseppe Di Maggio, secondo indiscrezioni, sarebbe vicino a Dore Misuraca così come Alessandro Anello – dicono gli osservatori – sarebbe molto vicino al presidente dell’Ars, Francesco Cascio. Una partita che vede conteso il ruolo di coordinatore del Pdl in Sicilia e che, dopo la Regione (con il Lombardo-bis), il comune di Palermo (con il rimpasto effettuato recentemente da Cammarata escludendo proprio gli aderenti alla corrente Miccichè) e arrivata fino alla Provincia. Resta da vedere quale sarà il prossimo passo.


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