Trovare amore anche nel vuoto, rintracciare la vita anche nella morte. E se la vita spesso ci sfugge, ponendoci di fronte all’incapacità di venir padroneggiata – come forse, con fare infantile, pretendiamo – i ricordi sono quelli, non possiamo cambiarli.
I ricordi, anche i più dolorosi e strazianti, diventano talvolta espediente per raccontare e ricostruire, di fronte al timore che qualcosa possa essere perduto definitivamente. Quale miglior mezzo per “ricomporre” se non la scrittura? E’ quanto ha fatto Daria Bignardi, che incontrata alla libreria Flaccovio di Palermo, in occasione della presentazione del suo libro Non vi lascerò orfani – edito da Mondadori, ha raccontato al microfono di Bruna Masi, per Live Sicilia Tv, il percorso introspettivo compiuto da un orfano adulto che scava nel dolore, lo analizza e lo racconta, alla ricerca dell’infanzia dei ricordi e l’adolescenza dei contrasti, per preservare la memoria e la storia della propria famiglia.
E’ simpatica Daria, proprio come la vedi in tv, sorridente e gentile, serena e pacata. Le sue affermazioni sembrano provocatorie, come quando dice “è bello stare accanto a chi muore”: inevitabile riflettere, soprattutto dopo aver letto il libro, nel quale, malgrado la diversità del vissuto personale, è difficile non identificarsi, a maggior ragione per chi è stato sottoposto dalla vita a quella che è la prova più straziante per un figlio, ovvero la morte dei propri genitori.
La vita e la morte secondo l’autrice, nessuna dicotomia bensì riconciliazione, percorsi naturali della straordinaria avventura di ogni essere umano. Nel testo la morte non è più solo mancanza, è il ricordo, è vita, “E’ amore. Tutto l’amore che chi se ne va ci ha dato, buono o cattivo che sia stato”.
Un libro da leggere e consigliare, perché in fondo nulla è perduto, mai.