SIRACUSA. “Finalmente sono finiti i viaggi della speranza e la mobilità passiva. Certamente c’è ancora molto da fare, ma fondamentale è avere raggiunto il traguardo per cui ci siamo a lungo battuti, ossia l’attivazione del Livello Essenziale di Assistenza che, dal primo gennaio 2024, garantirà alle coppie di accedere paritariamente alla riproduzione medicalmente assistita a carico del sistema sanitario nazionale, senza discriminazioni tra le varie Regioni. Un passo avanti che a breve consentirà davvero di assistere le coppie con problemi riproduttivi a km zero. Abbiamo vinto una battaglia trentennale, condotta in prima linea dall’Associazione Hera, la più antica tra quante tutelano le coppie infertili, insieme ad altre benemerite associazioni come Cittadinanzattiva e con l’autorevole apporto della Corte costituzionale. Una grande conquista e una svolta storica”.
Lo afferma il ginecologo Antonino Guglielmino, fondatore della Società Italiana di Riproduzione Umana e membro del Consiglio di Presidenza, in occasione del lancio del congresso intitolato appunto “L’accesso e le controversie nei percorsi diagnostico-terapeutici delle coppie infertili”, in programma a Siracusa. L’appuntamento è per il 25, 26 e 27 maggio, nella splendida cornice di Palazzo San Zosimo, in Piazza Duomo. Un evento reso importante sia dalla tematica, sia perché riunisce per la prima volta le competenze multidisciplinari degli addetti ai lavori di Sicilia e Calabria, dai medici di medicina generale a quelli dei centri di riproduzione, insieme ad andrologi, biologi, genetisti, giuristi, ostetriche, psicologi.
Il Congresso
Oltre al convegno nazionale, va posto in rilievo che SIRU pianifica annualmente i convegni regionali o, come in questo caso, interregionali, per una più diffusa azione che si estende al Nord, al Centro e al Sud a 360 gradi. È in quest’ottica che, sin dalla sua nascita, la prestigiosa società scientifica si è prefissa l’obiettivo di diventare punto di riferimento non solo per gli operatori della medicina e biologia della riproduzione e per le istituzioni sanitarie locali e nazionali, ma anche e soprattutto per le coppie. In questa visione, il congresso siculo-calabro svilupperà un ampio focus sulle difficoltà che i pazienti incontrano, un’analisi approfondita delle criticità dei percorsi diagnostico-terapeutici che dovrebbero essere implementati al fine di accelerare e migliorare tempi e procedure, garantendo un più rapido ingresso nella rete per le cure.
La tre giorni
Il congresso, che si snoderà in tre giornate, vedrà riuniti nella culla di Artemide – Ortigia – insigni esperti del panorama nazionale e regionale, nonché rappresentanti delle istituzioni, dei centri di Pma e delle associazioni dei pazienti. A portare i saluti iniziali, segno dell’attenzione istituzionale, saranno il presidente della Regione Calabria Roberto Occhiuto, l’assessore alla Salute della Regione Siciliana Giovanna Volo, il sindaco di Siracusa Francesco Italia, e – per l’Asp di Siracusa – il direttore generale Salvatore Lucio Ficarra e il direttore sanitario Salvatore Madonia.
La prima giornata sarà dedicata proprio alla tavola rotonda sull’accesso delle coppie alla Riproduzione Medicalmente Assistita, nel contesto del grave calo demografico, che vede l’Italia negativamente in testa. Interverranno i deputati Giovanni Burtone e Nicola D’Agostino, entrambi della Commissione salute dell’Ars, il membro della segreteria tecnico-scientifica della Regione Siciliana Stefano Campo e tutti i rappresentanti dei centri di Riproduzione Medicalmente Assistita della Sicilia e della Calabria.
Nella seconda giornata verranno affrontate le patologie benigne, quali endometriosi, adenomiosi, istmocele o legate a utero, tube e ovaie. Tra i relatori Sebastiano Bianca, Antonino Bucolo, Giovanni Cavallo, Sandrine Chamayou, Giuseppe Ettore, Giuseppina Fuggetta, Emilio Lomeo, Anselmo Madeddu, Antonio Mangiacasale, Roberto Marci, Giuseppe Scibilia, Edgardo Somigliana, Paola Viganò. La terza giornata sarà riservata all’andrologia di coppia, all’ambiente e allo stile di vita. Verrà altresì affrontato il tema della donazione dei gameti, analizzando anche la normativa vigente nel nostro Paese. Tra gli interventi quelli di Adolfo Allegra, Stefano Bernardi, Aldo Calogero, Margherita Ferrante, Egidio Fino, Marco Galletta, Sandro La Vignera, Annalisa Liprino, Luigi Montano, Sebastiano Papandrea, Paola Piomboni.
Il fitto programma, come anticipato, s’iscrive in una nuova, auspicata cornice. I pazienti di tutta l’Italia non saranno più indotti a migrare nelle altre Regioni o all’estero. In Sicilia, l’ultimo piano sanitario indicava che quasi il 40% delle coppie cercavano fuori dall’Isola soluzioni economicamente più convenienti a carico del sistema sanitario, sacrificando però le abilità che ci sono nella nostra terra, dove è nata – lo ricordiamo – la prima bambina concepita attraverso la fecondazione in vitro, e dove è stata eseguita la prima diagnosi genetica di preimpianto che ha portato alla nascita di due gemelli sani da una coppia di talassemici siracusani.
Grazie ai Lea, ogni coppia potrà ora usufruire fino a sei trattamenti di fecondazione omologa e altrettanti di eterologa. Risolto il problema dell’accesso, la Regione Siciliana dovrà essere pronta a gestire questa opportunità per essere operativi entro il primo gennaio del 2024.
Il ruolo della Sicilia
Il fattore su cui ragionare è che la Sicilia può diventare luogo di riferimento assistenziale anche per le coppie di altre Regioni. La Regione Siciliana ha il merito di avere da tempo costruito un network di centri accreditati e già pronti per applicare i Lea, sia nel pubblico che nel privato convenzionato. Occorre certamente contenere ancora di più il pagamento a carico delle coppie, mentre in questo momento sono in poche a potersi permettere cifre a tre zeri. E ciò per dare una chance sostenibile a tutti gli aspiranti genitori, con il solo limite di età di 46 per la donna.
“Bisogna organizzare il sistema – continua Guglielmino – e se siamo bravi riusciremo ad invertire la tendenza: anziché essere i siciliani a migrare per ricevere fuori le prestazioni, saranno le coppie delle altre Regioni che verranno da noi, specialmente se si aumenta il numero dei centri accreditati”.
Il congresso sarà dunque la sede per varare le strategie da adottare di cui si discuterà nel corso della tavola rotonda. Bisogna chiedersi ora quanto salirà la domanda dei trattamenti di Pma, una volta che saranno a carico del Ssn? Perché un conto è pagare una cifra che al momento si aggira sui 2.700 euro, un altro è versare un piccolo ticket, che in Regioni come la Lombardia è di appena 37 euro.
“Ci aspettiamo un’esplosione di richieste – evidenzia Guglielmino – e la Regione dovrà essere in grado di accoglierle attraverso i centri di Pma. Il congresso siculo-calabro rappresenta dunque un’occasione di pianificazione, programmazione e razionalizzazione dell’assistenza alle coppie che non possono avere figli. Possiamo realmente contribuire ad ovviare all’emergenza demografica. In Sicilia la Pma apporta il due per cento alle nascite complessive, mentre Regioni come la Toscana e la Lombardia arrivano al 7-8 per cento, perché fino ad oggi l’accesso risultava agevolato. La Sicilia potrà raggiungere e superare queste percentuali. Si sta insomma aprendo un nuovo corso. Un orizzonte più sereno che servirà pure a spazzare le nuvole minacciose che si allungano sulla Pma a causa di investitori esteri senza scrupoli, che organizzano eventi-vetrina come ‘Wish for a baby’, una sorta di mercato della provetta, che mercifica la genitorialità. Un insulto alla più umana e alta delle aspirazioni: formarsi una famiglia con figli in una società che rispetta i diritti fondamentali, primo fra tutti quello all’uguaglianza sostanziale e alla parità di trattamento”.