PALERMO – Eugenio Corini torna a Palermo come un uomo che è stato lontano da casa in maniera forzata. Il tecnico rosanero ha rilasciato un’intervista per il quotidiano “La Repubblica”, durante la quale ha svelato una certa energia che si è venuta a creare dopo il suo ritorno nel capoluogo siciliano. Qualcosa che si è innescato al suo interno semplicemente tornando nei luoghi in cui è stato capitano e protagonista per quattro campionati: “Chi mi conosce bene sa che anche a Palermo avevo una grande spinta emotiva – ha dichiarato Corini – e che ho sempre cercato di trasferirla alla gente. Io sono un tipo riflessivo, ma ho il fuoco dentro. Certi atteggiamenti e il linguaggio del corpo sono fondamentali. Si vede tutto molto nero, ma io sono convinto che ci siano risorse importanti. Quando questa energia tornerà indietro a me significherà che avremo creato quel circolo vizioso tra squadra, allenatore e pubblico che ci darà le motivazioni per raggiungere il nostro obiettivo. Serve concretezza e cattiveria agonistica”.
Corini che parla del suo rapporto con Maurizio Zamparini. Magari la separazione datata estate 2007 non sarà stata del tutto serena, ma ora la necessità di riportare carica positiva e tranquillità allo spogliatoio e alla piazza di Palermo hanno fatto sì che tutto si sistemasse, inducendo patron e tecnico a lavorare dalla stessa parte: “C’è sempre stata chiarezza di rapporto. Al di là di come è finita la nostra storia, gli ho sempre detto cosa pensavo. La sua chiamata per certi versi è stata sorprendente. Non me l’aspettavo. L’ho trovato molto motivato e con la voglia di cambiare una stagione negativa. Vuole portare il Palermo alla salvezza che città e tifoseria meritano. Il giorno di Palermo-Spezia ero a casa e Zamparini mi ha chiamato chiedendomi se potevo raggiungerlo. La partita stava terminando e ne abbiamo visto un pezzo insieme. Poi abbiamo iniziato una chiacchierata durata due ore e mezzo alla fine della quale il presidente ha voluto e trovato l’accordo. Quando sono uscito da casa del presidente, ho chiamato casa e tutta la mia famiglia naturalmente era felicissima”.
Si chiude proprio con il rapporto tra Corini e la piazza di Palermo. Non c’erano dubbi sul fatto che l’accoglienza nei suoi confronti sarebbe stata positiva, ora sta a lui ripagare l’affetto che non si è mai sopito, anche se il richiamo a riempire lo stadio è inevitabile: “La gente di Palermo la conosco troppo bene. È la mia gente. Ne conosco ogni sfaccettatura. Dobbiamo fare in modo che l’amore per la squadra si riaccenda e io farò di tutto perché questo accada. Immagino l’emozione del sottopassaggio e e dello stadio che vorrei vedere pieno. Vorrei essere un tutt’uno con la gente. Un corpo unico per battere il Chievo”.