PALERMO – Il cammino per il futuro del Palermo passa dal passato di Eugenio Corini. Al “Barbera”, per la prima gara interna da allenatore rosa per l’uomo di Bagnolo Mella, arriva il Chievo, ovvero il club che lo ha lanciato alla grande in avvio di terzo millennio, per poi affidargli la prima panchina in serie A. Così ha parlato il “Genio” in conferenza stampa: “Ho provato a stimolare la tifoseria palermitana, è stato possibile grazie alla società e al presidente Zamparini. Ora dobbiamo ripagare questa fiducia e questo affetto con una prova sul campo convincente, la squadra ha lavorato bene in settimana. La partita è importante per noi, il Chievo è in una condizione di classifica migliore della nostra ed è avviato verso una salvezza tranquilla. È un avversario solido, conosce bene la categoria e sa leggere bene le partite, fuori casa è sempre molto temibile anche dall’alto dell’esperienza dei giocatori che ha a disposizione. Da questo punto di vista è un avversario che sicuramente ci farà soffrire”.
“Poi c’è il mio percorso al Chievo – prosegue Corini – che è stato importante e non posso dimenticare, questa società mi ha permesso di giocare ad alto livello ed allenare in serie A. Ho sempre dato il massimo in entrambi i casi, ringrazierò sempre il presidente Campedelli e il ds Sartori. Il mio rammarico è che, per una serie di fattori, abbiamo dovuto chiudere i rapporti dopo la seconda salvezza consecutiva. Ma nel calcio raramente accadono cose perfette, oggettivamente lì ho raggiunto sempre risultati impotanti, da calciatore e da allenatore. La prima volta da allenatore è stata sorprendente, un gesto di massima fiducia della società nel chiamarmi. Arrivai dopo sei giornate e riuscimmo a salvarci. Ci fu qualche incomprensione e non si trovò l’accordo a fine stagione, poi nell’annata successiva fui chiamato nuovamente, e tra mille difficoltà riuscimmo a salvarci. Poi non siamo rimasti insieme, ma forse non c’è stata la forza reciproca per proseguire, anche se c’è sempre stata stima e sintonia”.
Una differenza piuttosto evidente tra le due realtà, con Palermo che accoglie un Corini un po’ più esperto sul piano della guida tecnica. Un aspetto da lui stesso evidenziato: “A Palermo arrivo dopo circa sessanta panchine in serie A, è un po’ diverso dall’accettare un incarico dopo una trentina di presenze tra B e Lega Pro. Arrivo qui con una maturità diversa da allenatore, conosco bene la categoria anche da questo punto di vista e so cosa vuol dire portare una squadra alla salvezza. Ho avuto modo di vivere allo store qualcosa di straordinario. Il momento della nostra società è particolare, bisogna trovare quella spinta e quella forza che avevamo un po’ smarrito nelle settimane precedenti”.
Una reazione e una compattezza che il Palermo dovrà dimostrare anche tra le mura amiche. Corini vuol vedere una squadra che sia lucida in tutte le fasi della partita: “Il segnale che ci hanno dato i tifosi è fondamentale, il calore lo dimostreranno domani anche sul campo. Ho descritto le qualità della squadra che andremo ad affrontare. Bisogna mantenere equilibrio, con decisione nel momento in cui andremo ad attaccare ma senza sbilanciarsi. Una partita di calcio dura 95 minuti, dovremo avere la capacità di saper affrontare al meglio le varie fasi della gara, in settimana ho fatto capire cosa dovremo fare quando attaccheremo e quando ci sarà da difendere, senza lasciare scoperte alcune zone fondamentali del campo. La lucidità è una cosa fondamentale per giocare a calcio, perchè poi dovremo gioire insieme per una vittoria e per farlo bisogna essere lucidi e compatti dall’inizio alla fine”.
Si parla anche di formazione, con un Corini che sembra orientato a confermare a grandi linee gli undici che hanno iniziato e affrontato in maniera cattiva la partita persa a Firenze: “Abbiamo avuto a Firenze un buon controllo del gioco, soprattutto nel secondo tempo, con i due riferimenti offensivi che ci hanno dato dei punti di riferimento e spingendo sulle fasce. Ma anche con i centrocampisti che hanno accompagnato l’azione e hanno permesso ai difensori di mantenere una linea più alta. In questo momento è fondamentale consolidare determinati meccanismi per conoscersi meglio. Quaison ha capacità per giocare sia da prima che soprattutto da seconda punta, sa attaccare gli spazi che gli crea Nestorovski. Diamanti è un giocatore diverso, perchè gioca tra le linee e cerca di innescare la punta, mentre Quaison va a prendersi gli spazi che lasciano le difese avversarie, anche con l’aiuto dei centrocampisti”.
Proprio a proposito della partita persa in extremis al “Franchi”, Corini fa capire cosa può non aver funzionato in una gara che non ha portato punti, ma comunque buone risposte: “È stato importante far capire ai ragazzi i nostri metodi di lavoro, ho visto partecipazione, intensità e voglia di apprendere. Abbiamo lavorato sulla base della partita, ciò che serve in più rispetto a Firenze è quel pizzico di malizia che serve per mantenere la categoria. Siamo stati bravi a creare, poi siamo andati sotto per 1-0 e abbiamo avuto un chiaro sbandamento che poteva costarci caro, ma nella ripresa abbiamo reagito molto bene. Forse abbiamo avuto più possibilità di passare noi in vantaggio rispetto alla Fiorentina, che gioca in maniera molto estemporanea. In ogni caso serve maggiore malizia, dobbiamo crescere perchè a prescindere dalla lettura della gara, si vengono a creare delle situazioni che poi sono determinanti”.
Si parla anche di singoli, in particolare di quelli in via di recupero. Tra questi Corini annovera Bruno Henrique, ma anche Bentivegna e Trajkovski che potrebbero rientrare in tempo per la prima casalinga del nuovo mister: “Bruno Henrique ha lavorato bene con la squadra, sicuramente non è ancora fluido nella corsa per via del tutore, ma è a disposizione e conto molto su di lui. Bentivegna e Trajkovski si sono gestiti durante la settimana, hanno fatto un lavoro più a pieno, quindi sono a disposizione. Potrei convocare Trajkovski sulla base delle indicazioni che ho ricevuto negli ultimi allenamenti. Diamanti l’ho visto bene, molto motivato. Sicuramente ha caratteristiche importanti, sto provando a dare continutà a determinate situazioni e credo che lui a partita in corso possa diventare determinante.”.
Così Corini su Stefano Sorrentino, l’altro grande ex della sfida: “Stefano è un grande portiere innanzitutto. Mi ha fatto arrabbiare molto quando ha deciso di lasciare il Chievo per venire al Palermo, perchè era il mio primo anno da allenatore in serie A e stavo lottando per portare in salvo la squadra. Certamente ci troveremo di fronte un ottimo portiere, che in questa piazza ha saputo farsi apprezzare, e anche voi vi siete resi conto di che tipo di uomo è, oltre all’aspetto tecnico”. Corini, in chiusura parla di mercato. E lo fa descrivendo la figura di Dario Simic, nuovo consulente del presidente Zamparini: “Simic è una persona di esperienza, conosce il calcio italiano e saprà mettersi a disposizione già da gennaio. Il mercato? Intanto sono concentrato sui calciatori che abbiamo a disposizione, del mercato parleremo dopo con la società”.