PALERMO – “L’avviso che finanzia i percorsi di Istruzione e Formazione professionale in Sicilia getta nel caos il settore, non tutela i lavoratori, apre la stagione dei possibili licenziamenti collettivi e pone seriamente a rischio l’avvio dell’anno formativo per i minori in obbligo scolastico”. A dichiararlo Giuseppe Messina, Segretario Ugl Sicilia che torna sulla vertenza della formazione professionale.
L’esponente sindacale chiarisce che: “Mentre nel resto d’Italia si da continuità ai percorsi di istruzione e formazione professionale erogati con modalità di apprendimento duale per contrastare concretamente il verificarsi fisiologico di abbandoni e di insuccesso formativo con avvisi chiari, snelli e privi di vincoli e “patenti a punti”, non possiamo affermare la stessa cosa per la Sicilia. Nella nostra regione probabilmente si gioca una partita diversa.”
“Eppure sia la finalità che la fonte di finanziamento sono uguali – rilancia Messina – perché anche le altre regioni le risorse per finanziare i percorsi IeFP comprese le quarte annualità prevedono l’utilizzo dei fondi del PNRR. In Sicilia, invece, l’avviso pubblico allegato al decreto dirigenziale n.1438 dell’11 agosto 2022 è stato concepito per finalità che ancora oggi, a distanza di quasi due settimane dalla pubblicazione sul sito istituzionale, sfuggono agli operatori del settore”.
Il sindacato Ugl, attraverso il suo segretario, si chiede: “Se l’obiettivo è quello di rafforzare il sistema duale, contrastando abbandono e dispersione scolastica, l’assessore Aricò e coloro che hanno concepito l’Avviso-capestro dovrebbero avere uno scatto di stile e spiegare il perché dei tagli, dei vincoli, dei limiti introdotti che non hanno nulla a che vedere con il rispetto dei principi generali del PNRR. Le classi pollaio e la “patente a punti” costituita da tabelle numeriche ai fini della valutazione di ammissibilità per la finanziabilità del progetto formativo rasentano il ridicolo, perché è l’unico caso in tutto il territorio della Penisola.”
E se qualcuno pensa che il problema è rappresentato dalla dimensione diversa del sistema IeFP in Sicilia rispetto alle altre regioni che implica un notevole impegno finanziario per la copertura dei percorsi di primo anno e per quelli della continuità didattica, la vertenza si infittisce di mistero – stigmatizza Messina . Che aggiunge “In ispecie, l’assessore Arico’ e coloro che hanno partorito l’avviso-capestro, dovrebbe spiegare al parlamento siciliano, alle istituzioni preposte al controllo ed all’opinione pubblica il perché della mancata applicazione della norma della legge regionale 23 del 14 dicembre 2019 che ha come obiettivo proprio quello di calmierare l’esborso finanziario complessivo attraverso un meccanismo che fissa limiti all’apertura incontrollata di sedi didattiche senza una programmazione ed una preventiva rilevazione del reale fabbisogno didattico e d’impresa”.
“Siamo davvero di fronte a un non senso – spiega il Segretario regionale dell’Ugl – che dipinge la nuova linea politica inferta dal governo regionale come approssimativa, confusionaria e sicuramente lontana dalle aspettative generali ma soprattutto lontana dal quadro normativo nazionale e regionale di riferimento e che costringe 26 enti su 29 a dover ricorrere ai legali per impugnare l’atto amministrativo con ricadute occupazionali.”
“L’ostinazione nel non volere convocare il Comitato per le politiche regionali della formazione professionale introdotto dall’articolo 17 della legge 23/2019 proprio per fornire proposte in merito alla programmazione del sistema della formazione e sugli obiettivi delle politiche formative –ironizza il sindacalista – è coerente con il profilo assunto dall’assessore Arico’ sin dal primo giorno di insediamento. Difatti, coerentemente disapplica le norme nazionali e regionali.”