CATANIA – Affrontare una delle più evidenti emergenze della città. Farlo dal punto di vista politico, discutendone convocando appositamente il Consiglio comunale, e dal punto di vista pratico, con accorgimenti e investimenti che riportino alla normalità una zona da anni preda dell’abbandono e del degrado. È quanto chiede il comitato dei residenti di corso Sicilia, arteria centralissima di Catania eppure spesso trasformata in un vero e proprio suk, con bivacchi di fortuna realizzati sotto i portici, prostituzione e sporcizia. Un centinaio di persone esasperate che da tempo chiedono all’amministrazione interventi profondi per recuperare l’area, e che oggi hanno avviato una petizione tra residenti, commercianti e lavoratori di Corso Sicilia, per “obbligare” il governo cittadino a intervenire su una vera e propria emergenza.
Una richiesta che si somma a quella avanzata mesi fa dal comitato di residenti di via Di Prima e riportata all’attenzione dal gruppo di Fratelli d’Italia in consiglio e dagli attivisti di Casapound Catania. E che arriva dopo un incontro con il Questore, al quale hanno anche inviato una lettera, e uno con il capo di Gabinetto del sindaco Bianco della fine del mese di luglio, che non avrebbero sortito alcun effetto.
“Abbiamo già superato i limiti della sostenibilità, con gravi e difficilmente riparabili danni alla qualità della vita – afferma Ivan Maravigna, avvocato e tra i membri del comitato. Eppure, paradossalmente, questa situazione da tutti riconosciuta non risulta, in alcun modo, “amministrativamente” certificata. La classe politica cerca di farla passare per un male incurabile, di tipo cronico, sperando di riuscirci a convincere che, con questo male, dobbiamo, obtorto collo, convivere – continua il professionista che punta il dito contro un’amministrazione “che in quattro anni non ha fatto nulla per questa zona” – sottolinea, indicando come, al contrario, la precedente amministrazione, aveva fatto qualcosa.
Non solo, come esempio di immobilismo e mancanza di volontà politica per il recupero del corso Sicilia, Maravigna parla della pista ciclabile. “Quella che va da piazza Stesicoro alla stazione è tra le prime realizzate in città – afferma – ed è praticamente invasa da auto e dalle merci degli ambulanti, tanto da non poter essere utilizzata. Il tutto – sottolinea – mentre si stanziano altri milioni di euro per realizzarne una ex novo a Librino”.
Da qui la richiesta di Consiglio straordinario che porti all’attenzione di tutta la città di una situazione al limite dove la rissa tra i migranti, accaduta nel vicinissimo mercato di piazza Carlo Alberto, sarebbe solo uno degli esempi e dove gli schiamazzi, gli atti vandalici o violenti, sarebbero all’ordine del giorno.
Il comitato ha già pensato a un possibile ordine del giorno: “Emergenza corso Sicilia, linee guida del Consiglio comunale alla giunta in materia di interventi urgenti ed improcrastinabili per la riqualificazione sociale , culturale ed igienico sanitaria del quartiere”. Un tentativo per ottenere risultati e per obbligare, in qualche modo, all’azione amministrativa la giunta comunale. L’ultimo però. Maravigna anticipa quella che potrebbe essere l’intenzione dei membri e simpatizzanti del comitato in caso di assenza di risposte. “Stiamo pensando a una sorta di class action – spiega l’avvocato – con cui ottenere il risarcimento dei danni, circa centomila euro per abitante, dato il deprezzamento delle case della zona”.