Cosa c'era dopo la pandemia - Live Sicilia

Cosa c’era dopo la pandemia

Ci ricorderemo cosa eravamo?
IDEE IN PIAZZA
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In questo azzardo semiotico, credo possano celarsi molte delle retrospettive che guardando inesorabilmente al futuro, quanto a una celere risoluzione del presente., ma che in realtà ci stanno progressivamente facendo dimenticare quello che eravamo prima della pandemia. Perché la domanda da porsi è proprio questa: cosa eravamo prima della pandemia, ce lo ricordiamo o meglio lo ricorderemo? Era davvero tutto meglio di come sarà dopo, eravamo felici? Cosa ci bastava per esserlo e che oggi non abbiamo più rivendicandolo a gran voce.

La pandemia che ci ha colpito a livello planetario è solo da considerare una parentesi della disgregazione sociale ed economica della nostra eccezionale, quanto a volte bisognosa, condizione umana. Cosa vi era prima, cosa ci sarà dopo, saremo capaci di accontentarci di un pub aperto, di una cena tra amici, di una stretta di mano di poterci assemblare, quasi romanticamente, sotto un telone durante un acquazzone estivo, o come natura umana insegna vorremmo, a titolo di risarcimento, qualcosa in più. La verità è che non potremmo mai avere un dopo se non ci ricorderemo cosa eravamo prima in quale direzione stavamo andavamo, dimenticando per un momento l’odierna privazione del quotidiano, che in realtà ha azzerato il valore già vacillante dell’essenza umana.

Continueremo le nostre quotidiane battaglie, andando di corsa verso il mondo schiacciati dalla distraente emergenzialità giornaliera, percorrendo vite già percorse o avremo la forza di comprendere che ogni istante della nostra esistenza in realtà può essere quello giusto per rivoluzionare tutto completamente. Cambieremo qualcosa traendo qualche insegnamento da tutto ciò che sta accadendo, o lasceremo che le nostre coscienze riprendano a scorrere come un quiete ruscello magari con un sorriso sulla bocca capace di cancellare questo ultimo anno e mezzo. Contrariamente saremo disposti a sfidare le rapide del cambiamento, di una nuova riappropriazione del nostro tempo, uscendo dal binario in cui ci avevano già messi in fila.

Lasceremo che questa pandemia ci lasci una nuova coscienza capace di farci comprende che siamo​ singolarmente parte di qualcosa di più grande e di iniziate tutti insieme a percorrere un nuovo viaggio, fuori dalla nostra tanto cara zona di confort, incerto, ma libero e forse migliore. Se tutto questo passerà senza lasciare una cicatrice dentro ognuno di noi, che non si abbia la presunzione di credere che non potrà riaccadere.

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