Così Zeman salverà | il poco che resta del calcio - Live Sicilia

Così Zeman salverà | il poco che resta del calcio

Il ritorno di Zeman è un'ottima notizia per tutti coloro che amano un calcio migliore. Vi spieghiamo, secondo noi, perché.

Riecco Zeman il “palermitano”, l’uomo che scarica le coscienze di tutti e le lava con la sua felice stranezza. Praticamente perfetto per i detrattori. Gioca bene e perde. Un grande moralista. Ogni tanto il boemo vince, ma qualcuno preferisce dimenticarlo. E ti dicono che è bravo in serie B, come se fosse semplice acchiappare il Foggia dei ragazzini, il Pescara dei sogni e condurli per mano verso il sole.

E ti dicono che Zdenko sconta il dramma della sua meraviglia, come un’amarezza in fondo al sapore dolce del suo quattro-tre-tre. E’ splendido da guardare. E’ impossibile non applaudire. Però, appunto, alla fine perde, almeno nella serie A Tim. Ma che cos’è la serie A Tim se non una schifezza, una similitudine di pallone mal masticato e peggio digerito. Gioca bene il Milan di Allegri? E’ sfavillante la Juve di Conte? E la Roma di Luigi Enrico cosa ha prodotto se non tre minuti di tattiche discrete nell’arco di un campionato? E le nostre squadre, quando si affacciano oltre i confini, non vengono rimandate a casa con sonore bastonate?

Chi sono i grandi allenatori italiani? Dove sono? Capello non c’è più. Lippi nemmeno. Ancelotti è a Parigi. Mancini è felice in Inghilterra. Spalletti è emigrato in Russia. Hanno lasciato spazio alle seconde file. Ci vuole uno come Zeman ai piani alti. Per ricominciare a regalare spettacolo, per fabbricare novanta minuti degni degli occhi e della passione di chi guarda. La moralizzazione del calcio inizia dal modo in cui si colpisce un pallone. Ogni ordine veramente etico in ogni mondo scaturisce dalla bellezza, dalle bocche spalancate che non sanno raccapezzarsi di tanta luce, dagli sguardi colmi di folgorazioni. Di conseguenza, le mani, il cervello e il cuore si adeguano allo spartito dell’armonia.

Non è un assioma, ma forse la serie A sarebbe migliore senza l’appendice che l’ha resa una merce definitiva, una torta da spartire, una macchinetta mangiasoldi. Chi si trasforma in prodotto ha il cartellino del prezzo attaccato. E’ una questione di portafogli. Riecco Zeman, alla sommità del palazzo, sulla sponda giallorossa del Tevere. Parlerà col suo tono masticato e scuro. Fumerà. E d’estate tornerà per un bagno a Mondello. E noi gli vorremo a bene, come si vuole bene, per amore sventurato e per forza di volontà, all’ultima speranza.


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