Costa Concordia, sei catanesi |parte civile nel processo - Live Sicilia

Costa Concordia, sei catanesi |parte civile nel processo

A più di un anno dal naufragio della Costa Concordia sembrano non essersi placate le polemiche relative ai rimborsi dei passeggeri. (Foto scattata dai Vigili del Fuoco dopo l'incidente)

IL REBUS DEI RIMBORSI
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CATANIA. A più di un anno dal naufragio della Costa Concordia sembrano non essersi placate le polemiche relative ai rimborsi dei passeggeri. Infatti, le maggiori associazioni a tutela dei consumatori hanno scelto di imboccare strade diverse. Federconsumatori e una nutrita galassia di sigle che hanno accettato la somma di quattordicimila euro a persona come rimborso dei danni subiti, una cifra, va ricordato, che è il frutto di un accordo nato durante un tavolo di conciliazione tra le associazioni e Costa Crociere. Nello specifico: un rimborso di undici mila euro “a copertura di tutti i danni patrimoniali e non patrimoniali subiti, ivi inclusi quelli legati alla perdita del bagaglio e degli effetti personali, al disagio psicologico patito ed al danno da vacanza rovinata”. A questa cifra vanno sommati altri tremila euro derivanti da tutta una serie di spese (ed extra) sostenute dai passeggeri durante e dopo la crociera.

“Una conciliazione” che il Presidente nazionale di Federconsumatori, Rosario Trefiletti, contattato telefonicamente da LiveSiciliaCatania, difende a spada tratta. “Si tratta di un ottimo accordo che rimborsa subito i consumatori ed evita la lunga trafila giudiziaria che giova soltanto agli avvocati”. Trefiletti, inoltre, precisa che il rimborso in questione riguarda esclusivamente passeggeri che non hanno subito alcun danno fisico. L’accordo è datato gennaio 2012. Da quella data le polemiche tra le associazioni si sono moltiplicate a dismisura a suon di comunicati stampa e dibattiti televisivi.

Tra le sigle che hanno rifiutato la conciliazione ci sono il Codacons e Confconsumatori. Quest’ultima associazione ha tra i suoi assistiti sei persone della provincia di Catania tra le quali una minore. L’avvocato catanese Carmelo Calì, ai microfoni di Live Sicilia Catania, spiega i motivi che hanno portato Confconsumatori (di cui è il responsabile nazionale del settore Turismo e Trasporti) a non firmare l’accordo. “Noi non abbiamo sottoscritto l’accordo perché lo consideravamo eccessivamente riduttivo di quelli che sono i danni subiti dai passeggeri”. Associazione e assistiti si sono “costituiti parte civile al procedimento penale in corso a Grosseto”. “Andremo avanti finché i passeggeri non otterranno un risarcimento congruo” aggiunge. La richiesta dovrebbe aggirarsi “intorno agli ottantamila euro”. Calì ipotizza lo scenario che potrebbe materializzarsi. “Il procedimento penale potrebbe concludersi con un riconoscimento dei passeggeri a vedersi risarcito il danno con una somma provvisionale e la restante somma sarà poi determinata in un processo civile”.

 In casa Codacons i toni sono leggermente più accesi. Il Presidente Francesco Tanasi motiva così la scelta di non accogliere la proposta di rimborso. “Si tratta di un’offerta ridicola, vergognosa e offensiva per i naufraghi della concordia, accettata con troppa fretta da alcune associazioni di consumatori (vedi Federconsumatori) che a nostro avviso hanno clamorosamente sbagliato ad accogliere l’elemosina offerta da Costa Crociere”. Tanasi indica un’altra strada, quella seguita dal Codacons: “Azioni di risarcimento singole o collettive, in grado di garantire davvero i diritti dei passeggeri della nave”. “Non a caso – continua- abbiamo avviato una class action negli Usa contro la Carnival, proprietaria di Costa Crociere, cui hanno aderito numerosissimi viaggiatori che hanno preferito non accettare l’offerta di Costa e Federconsumatori”. Tanasi si è detto “molto fiducioso” rispetto alla strada intrapresa. “I naufraghi- conclude- otterranno i risarcimenti milionari loro spettanti”.


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