Covid, cinquantenni non vaccinati: chi finisce in terapia intensiva

Covid, 50enni non vaccinati: chi finisce in terapia intensiva

La provocazione di Daniela Di Stefano, direttore della Rianimazione del Garibaldi centro: "Rendiamo pubbliche le autopsie".
LA NUOVA ONDATA
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CATANIA – Quarantenni e cinquantenni non vaccinati. Il reparto di terapia intensiva del Garibaldi centro di Catania è di nuovo pieno. A cambiare, però, è l’identikit del paziente ricoverato: non più anziani ma uomini, e donne, più giovani. Quasi tutti senza la protezione vaccinale, a conferma della resistenza di una fascia in particolare di popolazione.

I numeri

La conferma della situazione, grave, arriva dalla dottoressa Daniela Di Stefano, direttore dell’Unità operativa complessa di anestesia e rianimazione del Garibaldi centro. Rianimazione che, da febbraio del 2020, è dedicata al Covid. “Abbiamo avuto un aumento dei casi proprio ad agosto – dice la dottoressa. Un aumento importante di ricoveri, soprattutto di pazienti non vaccinati e molto più giovani rispetto alle ondate precedenti. Alcuni si sono aggravati moltissimo, fino a perdere la vita. Abbiamo avuto molti pazienti di 40 anni, 46, 49 anni che purtroppo non ce l’hanno fatta”.

“In questo momento, in reparto – prosegue la direttrice – ho molti cinquantenni. Tutti intubati e gravissimi. Tutti non vaccinati. E poi abbiamo anche donne: nella prima ondata erano per di più uomini anziani, oggi ho prevalentemente donne e uomini di questa fascia di età”.

“Pubblicare le autopsie per convincere i no vax”

Una situazione grave che rischia di peggiorare, soprattutto se il numero di non vaccinati resta così elevato. Eppure, secondo Daniela Di Stefano, basterebbe pubblicare i referti delle autopsie dei pazienti deceduti per Covid per convincere buna parte degli scettici a correre ai ripari. “Se le persone leggessero qualche referto anatomopatologico di pazienti che abbiamo sottoposto ad autopsia – – prosegue – vedrebbero i disastri che provoca il virus, come aggredisce gli organi e come li divora. Correrebbero tutti a vaccinarsi”.

Vaccini, unica strada

“Il Vaccino perfetto, come il farmaco perfetto, purtroppo non esiste” – dice ancora Di Stefano, ma è l’unica arma, D’altronde, insiste la dottoressa, tutti i vaccini hanno qualche effetto collaterale. “Il vaccino antipolio, ad esempio, ha dato un certo numero di invalidi – spiega. Ma i rischi sono infinitesimi rispetto al fatto che intere popolazioni non hanno più la poliomielite. Il rischio è bassissimo e il beneficio enorme”. Evitare la replicazione. La dottoressa Di Stefano si aggiunge al coro di esperti che sottolinea la necessità di vaccinarsi per evitare che lo stesso siero sia inefficace. “Il virus, appena trova un soggetto non vaccinato che non ostacola la sua replicazione, attacca le vie aeree. E inizia a riprodursi, cambia, si evolve, diventa sempre più aggressivo. Dà luogo a delle varianti proprio per diffondersi e replicarsi. Per continuare a vivere”. – evidenzia.

Attenzione al post Covid

Anche il post Covid deve fare paura. “Ci sono tante complicanze – conferma Di Stefano. Il vaccino serve a non ammalarsi. La malattia è pericolosa anche quando passa: ormai sappiamo che il virus entra attraverso le vie aeree ma può compromettere molti altri organi. Ripeto, nelle autopsie si vede che le persone vengono distrutte a livello del proprio assetto anatomico morfologico. Se chi non si è vaccinato vedesse, correrebbe a farlo”.

L’autunno e la nuova ondata

Nessuna certezza ma, se i numeri dei non vaccinati non dovessero diminuire, la prospettiva sembra nera. “Credo che nessuno possa dire con sicurezza cosa accadrà in autunno – afferma la dottoressa Di Stefano, Penso che se tutti immediatamente si vaccinassero si costituirebbe una barriera alla progressione del virus, e questo significa impedire che si replichi e dia forme sempre più aggressive e letali. Ma se avrà ancora questa strada libera, continuerà a diffondersi e ad evolversi. e ci vorranno vaccini che riescono a bilanciare le varianti. Nessuno può fare previsioni per il futuro: speriamo in una vaccinazione di massa – conclude. Ma il virus non può essere più furbo di noi”.


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