CATANIA – Anche gli avvocati catanesi hanno deciso di aderire all’astensione proclamata dall’Unione Camere Penali da oggi fino al 31 marzo. Tre giorni di ‘protesta’ per alzare l’asticella dell’attenzione nella macchina del processo penale che – secondo il mondo forense – “versa in una condizione drammatica”. Uno status accentuato poi dalla pandemia che ha fatto emergere tutti gli inghippi frutto di “riforme emergenziali – si legge in documento delle Camere penali – che nei decenni sono intervenute sempre per restringere le garanzie, così togliendo effettività al rito accusatorio”.
Non può mancare la stoccata alla magistratura che – secondo i penalisti – “sta attraversando una grave crisi di autorevolezza e si sta rivelando incapace di affrontare i veri nodi che sottendono alla “vicenda Palamara”. L’Associazione Nazionale Magistrati appare più interessata a mostrare come il problema si riduca alle “mele marce” – denunciano gli avvocati – anziché a elaborare una seria riflessione sul sistema di potere costruito negli ultimi vent’anni, che ha trasformato i meccanismi di indipendenza del governo della Magistratura in autoreferenzialità correntizie”.
I penalisti lanciano un pesante j’accuse anche alla politica più impegnata al “riposizionamento dei suoi gruppi dirigenti” che a progetti normativi, come potrebbe essere ad esempio quella della prescrizione. Pesante il giudizio sulla neo Ministra della Giustizia che “ha fatto della riservatezza, ma anche della non interlocuzione il tratto distintivo dei suoi primi trenta giorni”.
I penalisti non solo denunciano, ma si mettono a disposizione della politica per un confronto prioritario e fondamentale per un progetto di riforma.
L’astensione si è resa necessaria anche per sollevare gli innumerevoli problemi tecnici del ‘cosiddetto portale penale’. I continui guasti provocano numerosi disservizi che rendono difficile l’esercizio della difesa. “L’impossibilità di accedere anche alle modalità tradizionali di deposito e accesso ai fascicoli, in presenza di un evidente malfunzionamento dei portali, sta determinando una grave lesione dei diritti dei cittadini sottoposti a procedimento penale e delle persone offese che non vedono garantita la loro rappresentanza e la loro difesa tecnica”, affermano. La difesa è parte integrante (anzi fondamentale) del giusto processo.