PALERMO- Questo grido-appello è registrato singolarmente, ma ha una amplificazione massima. E’, al tempo stesso, il grido di uno e il grido di tutti. L’urlo di chi lavora, di chi è finora sopravvissuto e guarda la saracinesca del suo esercizio commerciale con un sospiro di sollievo, ma anche con molta paura. Antonio Cottone è il presidente di Fipe (Federazione italiana pubblici esercizi) Confcommercio Palermo. E’ anche il titolare de ‘La Braciera’. Una serata in mezzo alla settimana, all’aperto. I suoi ragazzi procedono velocemente. Sanificano i tavolini con cura. Portano pizze e piatti. E quando si fermano in un angolo a riposare non abbassano la mascherina.
L’incubo zona arancione
“Vede già i tavolini a quattro per la zona gialla? Io farei delle differenze. Sei vaccinato e hai il Green pass? Non c’è limite. Non sei vaccinato? Tavolino con restrizioni – dice Cottone -. Le persone devono capire che il vaccino è la salvezza, per la salute e per l’economia. E’ necessario vaccinarsi. Io sono vaccinato e i miei dipendenti pure, perché abbiamo senso della responsabilità. Qui abbiamo ospitato la struttura commissariale per le somministrazioni. Sappiamo che il momento è difficile, ma dobbiamo evitare assolutamente la zona arancione perché potremmo fare soltanto l’asporto e sarebbe un dramma”.
Il grido dei commercianti
Ecco il grido, il richiamo, l’appello alla responsabilità che riguarda tutti, indistintamente. “Qui con me – continua Antonio – lavorano quarantotto persone e siamo davvero una famiglia. Condividiamo la passione per il lavoro. Durante i mesi di chiusura, non ho mandato via nessuno e non ho intenzione di mandare via nessuno. I miei ragazzi danno tutto. Come faccio a dire a qualcuno: scusa, da domani non venire più. Però c’è davvero bisogno di attenzione. La mia categoria è stata massacrata. C’è chi si è trovato, dall’oggi al domani, senza un piatto di pasta a tavola”. Prima del congedo c’è lo spazio per una foto. La squadra si mette in posa, come tutte le altre squadre, in ogni locale. Gente che vuole lavorare bene e che non può essere mandata in malora dalla superficialità degli altri.
Le condizioni gravi dei non vaccinati
Intanto, si susseguono gli ingressi in ospedale di non vaccinati in gravi condizioni. Sono tanti quelli che si mettono a rischio per una libertà di scelta che, spesso, non consente di scegliere. E quando finiscono in ospedale, si pentono. Ma, purtroppo, non possono più proteggersi.