"Crisafulli chi? Salviamo | la Sicilia che va a fondo" - Live Sicilia

“Crisafulli chi? Salviamo | la Sicilia che va a fondo”

Davide Faraone

Mirello, il Pd, Crocetta, il rimpasto. La versione di Davide Faraone in una chiacchierata con Livesicilia. A cominciare dalle critiche.

PALERMO- L’uomo forte del Pd in Sicilia, il renziano Davide Faraone, risponde al fuoco di fila di tanti quesiti spinosi che lo riguardano. A cominciare dal ‘patto col diavolo’ sul congresso del Pd isolano che ha portato all’elezione del dalemiano-cuperliano Raciti, per continuare con Crocetta e finire con una prospettiva nazionale. La prima domanda è ovvia:

Scusi Faraone, lei prima rottama e poi fa la pace pure con Mirello Crisafulli?
“Con tutti che litigano mentre la Sicilia va a fondo, la vera rottamazione consiste nel trovare soluzioni. Essere sordi a critiche preconcette e pregiudizi ed andare avanti. Ci sentiamo come l’Italia che gioca contro il Brasile al Maracanà. Ma siamo troppo determinati e concentrati a centrare il risultato per farci distrarre dal tifo contro”.

Voi renziani avete il gusto della metafora calcistica. Resta il fatto che lei si è accordato con un esponente della vecchia nomenclatura con cui gli scambi di idee non sono stati certo teneri.
“Noi badiamo al sodo ed è stata questa la linea di condotta anche per il congresso Pd in Sicilia e per il resto. Il sodo per noi rappresenta una svolta rispetto all’immobilismo. Anche a Roma Berlusconi non dovevamo incontrarlo perché è il male assoluto. A noi interessa proporre un cambiamento vero. E, per allungare la visuale a un discorso di sistema, sono gli elettori a dare il consenso, a scegliere gli interlocutori che devono stare intorno a un tavolo”.

Già, perfino su Palazzo d’Orleans e dintorni il metodo Faraone riceve critiche. Sta per scoppiare la pace con Crocetta. Anche lì si lavora con uno sguardo più largo, come sostiene lei.
“Abbiamo portato Berlusconi nella sede del Pd e volete che possa preoccuparci mettere attorno ad un tavolo Alfano, D’Alia, Crocetta, a Palazzo Chigi, per recuperare la situazione della bomba sociale in Sicilia? Anzi li ringrazio, ringrazio Letta, Graziano Delrio, Luca Bianchi, tutti coloro che in tempi record si sono resi disponibili a risolvere una situazione intricata che riguarda i cittadini, non gli inciuci, né i corridoi. Dobbiamo salvare la Sicilia: il tema è questo”.

Il clima, in effetti, non appare dei più sereni.
“In Sicilia, si litiga all’Anci, si litiga tra partiti e governo, si litiga nel più grande partito il Pd, l’opposizione litiga e non esiste. Non c’è luogo dove non si litighi. Noi siamo semplicemente quelli che si stanno accorgendo per primi che il Titanic sta affondando, stiamo organizzando le scialuppe, gli altri sono ancora in sala a ballare. Nessuno si occupa delle questioni concrete. Chiediamoci come mai il Pd in Sicilia è terzo partito e ci daremo tante risposte, chiediamoci come mai la gente non vota più, non si fida più dei politici”.

Il Titanic, dice. Con la politica nella parte dell’orchestrina.
“Dobbiamo smetterla di limitarci ad accompagnare lo sfacelo con i pannicelli caldi. La disoccupazione non è mai stata così alta. In Sicilia la bocciatura del commissario dello Stato alla finanziaria pone problemi concreti di sussistenza alle persone. Vogliamo parlarne? Stiamo sfidando la pazienza dei cittadini. Sta venendo meno la fiducia nei partiti, nelle forze sociali, nelle istituzioni. Se al posto dei rivoluzionari in Jaguar oggi ci fossero forze antisistema credibili, io sarei preoccupato per la tenuta democratica”.

Sì, però lei ha fatto il patto col diavolo.
“Difronte a tutto questo, il problema nel Pd è il patto tra le correnti? Il rimpasto? E’ Crisafulli? Ma Crisafulli chi?”.

Spiritosaggine mutuata da un noto sketch renziano. Come, Crisafulli chi? E i mal di pancia di coloro che si sono sentiti traditi?
“Io non mi occupo di congresso, ma di Sicilia. Le correnti ci hanno stancato. Nel Pd si parla di ‘miei’ e ‘tuoi’, le correnti ci uccidono. E’ da pazzi scegliere chi guida un partito partendo dalle correnti. Noi romperemo questo sistema. Vuole un esempio della schizofrenia? Renzi chiude con tutti sulla legge elettorale e chi frena? Le correnti del Pd. In Sicilia è stato sempre così. Ora basta”.

Basta. E poi?
“A noi interessa il cronoprogramma che abbiamo presentato con le cose da fare. Partiamo dai costi. In Sicilia la politica deve costare di meno. Ci vuole una Regione trasparente, accessibile con un clic. Più valore alla cultura per creare ricchezza. Vuole uno slogan? Eccolo: con la cultura si mangia. Infine, ma viene prima di tutto, il tema del lavoro. Abbiamo idee interessanti. Leggo che si organizza il tavolo tecnico a Palazzo Chigi per poi chiedere in cambio gli assessori a Crocetta. Ma siamo finiti in un mondo di pazzi?”.

Lei che ne pensa?
“A me, a noi, interessano le soluzioni. Abbiamo rimesso in moto lo stabilimento Ansaldo Breda di Carini, lo volevano chiudere. Venerdì saremo al tavolo per la Fiat, stiamo lavorando per far ripartire ‘Agrodolce’, stiamo lavorando per il cantiere navale di Palermo, seguiamo Almaviva. Seguiamo le tante emergenze, ma cerchiamo soprattutto di programmare il futuro. Lavoriamo tanto, non sentiamo il brusio di chi si diverte soltanto a parlare, ma fatti zero”.

 

 

 

 


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