Crisi idrica, governo mette in sicurezza Palermo con due dissalatori

Crisi idrica, due dissalatori per Palermo: il piano del governo

L'Esecutivo Schifani dà il via libera alle procedure

PALERMO – Anche Palermo avrà i suoi dissalatori, uno a est e uno a ovest del capoluogo. Le piogge natalizie hanno dato un po’ di sollievo a dighe e invasi siciliani, migliorando il livello delle scorte d’acqua dell’Isola, ma in vista dei prossimi mesi il governo guidato da Renato Schifani ha deciso di correre ai ripari.

Uno dei principali interventi sarà il revamping dei tre dissalatori esistenti ma non funzionanti di Gela, Porte Empedocle e Trapani, inseriti nell’accordo sui fondi Fsc con Roma; grazie a dei moduli temporanei da installare entro giugno, si avranno 500 litri al secondo a servizio delle province.

Il costo

La siccità però ha colpito duramente anche Palermo e così il governo a fine dicembre, su proposta dell’assessorato alle Infrastrutture, ha approvato una delibera per dare il via libera ad altri due impianti di dissalazione da realizzare con la finanza di progetto.

L’intervento, di cui il presidente Schifani ha parlato in un’intervista a LiveSicilia, costerà 180 milioni di euro, di cui 10 stanziati dalla Regione e 170 a carico dei privati.

Ad oggi il 50% delle risorse idriche del capoluogo arriva infatti dagli invasi di Rosamarina, Piano, Scanzano e Poma ma non è sufficiente, da qui la scelta di installare dei dissalatori anche nel Palermitano per mettere in sicurezza l’approvvigionamento idropotabile dell’area metropolitana.

Fino a 900 litri al secondo

La Cabina di regia, lo scorso 13 dicembre ha dato parere favorevole al piano che prevede due impianti sulla costa: uno a ovest di Palermo, tra la città e Partinico, e uno a est, tra la città e Termini Imerese, con una potenzialità che andrà dai 600 ai 900 litri al secondo con tanto di adduzione e collegamento alla rete. Il costo medio d’esercizio sarà di 2 euro a metro cubo.

Il project financing, si legge nella delibera, consentirà di accorciare i tempi e definire progetto e “modello di business” da adottare, sfruttando le competenze dei privati su cui ricadrà la responsabilità di garantire il costante funzionamento dei dissalatori.

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