PALERMO – La crisi di Palermo e Trapani, registra numeri impietosi, il Pil a Palermo dal 2008 al 2012 è calato dell’8,2%, a Trapani sono ben quasi 3mila le aziende cessate negli ultimi tre anni, “la situazione occupazionale è di grande preoccupazione ed allarme sociale, a Palermo, su una popolazione che tra il 2007 e il 2011 è cresciuta di 3.065 abitanti, gli occupati sono scesi del 27% ed il tasso di disoccupazione si è attestato al 16%, è davvero ora di fare qualcosa il territorio sta morendo”. E’ un grido di allarme per la rinascita del tessuto economico e imprenditoriale dei territori di Palermo e Trapani, quello lanciato dal segretario Generale Cisl Palermo Mimmo Milazzo nel corso del primo giorno di congresso provinciale che porterà domani all’elezione dell’unico segretario Cisl Palermo – Trapani alla presenza del Segretario Generale Raffaele Bonanni e dei 248 delegati. La situazione fotogarfata dalal Cisl a Palermo è gravissima.
Nel 2012 sono state autorizzate ben 4.771.372 ore di cassa integrazione e la crisi sta attanagliando settori come ad esempio il terziario. Il commercio (-18,3%), il turismo (-15,2%) ed il terziario avanzato (-17%) sono i comparti il cui volume d’affari risente maggiormente della riduzione dei consumi. Soltanto a Palermo sono oltre 1.300 le persone che nel 2012 hanno già perso o rischiano di perdere il proprio posto di lavoro. A dicembre del 2012 il tasso di disoccupazione giovanile a Palermo è andato oltre il 31% e nella fascia di età dai 18 ai 24 anni sale al 45%.
E il 2013 sul fronte dell’occupazione sarà ancora più difficile. Quadro nero anche dal punto di vista imprenditoriale: il dato che più dà il senso della gravità e della pesantezza della crisi locale è rappresentato dal numero delle imprese con procedure concorsuali (2.988) e in stato di liquidazione (5.231), tutte imprese destinate alla chiusura.
Rischiano di sparire – dice il sindacato – dal nostro tessuto produttivo altre 8.219 imprese, poco più del 10% delle imprese attive, che si aggiungeranno a quelle che hanno già chiuso i battenti (1.369) e a quelle che hanno già portato i libri in tribunale (95), il 2% in più rispetto al 2011, dato in assoluto peggiore dal 2009. Al contempo ci sono piccoli segnali di volontà imprenditoriale nel mondo delle imprese attive nel 2012 sono cresciute di 205 unità, passando da 78.898 a 79.103 con un tasso di crescita dello 0,9% rispetto al 2011. Il 73% di queste nuove imprese – sostiene La Cisl – è rappresentato da ditte individuali fondate da extracomunitari, da giovani e donne che mostrano senz’altro vitalità e voglia di fare, ma dalle dimensioni piccolissime, frutto della voglia di auto impiego, sottocapitalizzate e molto probabilmente destinate a chiudere in pochi anni senza adeguati strumenti di sostegno.
La situazione di crisi non ha risparmiato anche i grandi nomi del commercio palermitano. In difficoltà infatti vi sono altri consolidati soggetti: tra i tanti, l’industria tessile Gulì, la gioielleria Fiorentino, la società di trasporti Labisi, le ceramiche Nino Parrucca, le industrie di argenteria Stancampiano, D’Agostino, Di Cristofalo, i negozi storici di Li Vorsi, Migliore, De Magistris, Tessilcora, alberghi come il Centrale, Ponte, ed altri a riprova che il turismo non è più la colonna portante del territorio.