Crocetta all'attacco degli enti| Ecco chi rischia la revoca - Live Sicilia

Crocetta all’attacco degli enti| Ecco chi rischia la revoca

Il presidente della Regione ha annunciato l'avvio dell'iter di revoca dell'accreditamento per 43 enti di Formazione. Tra questi, anche quelli legati ad alcuni "big" del Partito democratico.

 

PALERMO – “Quei deputati dovrebbero dimettersi”. Reagì così, il presidente della Regione Rosario Crocetta, nel day after di un’inchiesta televisiva che raccontava gli intrecci politico-familiari nella Formazione siciliana. Il deputato, era persino del Partito democratico. Anzi, lo è ancora. Franco Rinaldi è stato pure scelto dal proprio partito per far parte del Consiglio di presidenza dell’Ars. Dove è il presidente del Collegio dei questori. Giusto riconoscimento per il candidato più votato alle ultime elezioni regionali. “La Formazione in Sicilia è stata per troppo tempo un bacino di voti puramente clientelari. Una dimostrazione chiara è il fatto che oltre il 40% dei dipendenti della Formazione sia costituito da impiegati amministrativi, non certo da formatori”, ha chiosato, però, il governatore.

Oggi, a quegli enti che finirono nell’inchiesta, e ad altri quaranta, Crocetta e l’assessore alla Formazione Nelli Scilabra hanno lanciato un avvertimento chiaro Ponendoli, di fatto, sotto la mannaia della revoca di un accreditamento che, in molti casi, coincide con la sopravvivenza stessa dell’ente. Ne sa qualcosa il Cefop (al di là di altri problemi), o il Ciapi.

“Qualcuno ci accusava di non voler intervenire sugli enti messinesi. Ecco la risposta”, replica, un po’ divertito, Crocetta. E la risposta è nell’avvio del procedimento di revoca per una “triade” storica della Formazione della città dello Stretto: Lumen, Ancol, Training service. La Lumen quest’anno ha ricevuto un milione di euro per i corsi. La presidente era Elena Schirò, moglie del deputato regionale Franco Rinaldi. La Training Service invece in passato è stata costituita principalmente dalla Geimm, di cui socio era sempre Rinaldi, e dalla Gefin di cui è socio l’ex segretario regionale del Pd Francantonio Genovese. A sua volta cognato di Rinaldi. Quest’anno la Training Service riceverà 390mila euro per le proprie attività. Siamo negli enti perché facciamo politica”, del resto, ammetteva candidamente proprio Franco Rinaldi davanti alle telecamere di Report, per poi precisare Live Sicilia: “Mia moglie gestisce l’ente da prima che io iniziassi a fare politica. Le ho comunque chiesto di lasciare l’incarico e l’ha fatto”.

Nell’Ancol, invece, ha lavorato per anni la moglie dell’ex sindaco di Messina Giuseppe Buzzanca, Daniela D’Urso. Anche lei, ovviamente, ha iniziato “quando io – spiegava Buzzanca – non ero nemmeno deputato. Pur consapevole di danneggiare la legittima aspirazione lavorativa di mia moglie – ha precisato però a Live Sicilia – le ho chiesto di rinunciare. Il rapporto di lavoro, pertanto, è stato interrotto. E’ stata una scelta difficile ma, comprendo, che occorreva stabilire un principio. Mia moglie ha pagato il mio impegno politico”. Per carità. A dire il vero, però, nell’elenco dei dipendenti dell’Ancol è spuntato anche il nome di Matilde Buzzanca. Sorella dell’ex sindaco. A dirigere l’Ancol, poi, fino a poco tempo fa, era Melino Capone, assessore di Buzzanca a Messina ed ex commissario regionale dell’ente, fino al 2006. Sulla gestione di Capone la Procura di Messina ha anche ipotizzato il reato di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche. I riflettori della magistratura furono accesi sull’Ancol, per accertare la legittimità dei finanziamenti ottenuti dalla Regione Siciliana, per 13 milioni e 600mila euro, dal 2006 al 2011. Melino Capone fu ufficialmente commissario Ancol sino al 2006. Da quel momento in poi, nonostante la carica gli fosse stata revocata, avrebbe proseguito nel ruolo di commissario. Secondo l’accusa, avrebbe anche provveduto a “sistemare” parenti ed amici. Tra questi, il padre Giuseppe Capone, la madre Rosaria La Scala, il fratello Natale, e la moglie di quest’ultimo, Loredana Pagano, oltre a un paio di cugini.

Insomma, anche per l’Ancol è iniziato il procedimento di revoca. Che coinvolgerà uno dei più grossi e storici enti di Formazione siciliani: lo Ial Sicilia. E non si fa fatica a legare una battuta del governatore, all’ente gestito per tanti anni dalla Cisl. “Molti enti – ha detto Crocetta – sono stati messi in mano agli autisti dei deputati. Devono essere davvero bravi”. E il riferimento, probabilmente, va al direttore dello Ial Sicilia Massimiliano Ciccia, storico collaboratore dell’ex senatore trapanese Nino Papania. Escluso all’ultimo momento e non senza polemiche, dalle liste per le ultime elezioni politiche.

Tra gli enti “a rischio”, poi, c’è anche il Cufti. Da tempo considerato un fortino del segretario regionale di Futuro e libertà Carmelo Briguglio. A ricoprire il ruolo di direttrice, ecco Fina Maltese, moglie dell’ex parlamentare nazionale. “Ma mia moglie – precisa anche Briguglio – lavora come dipendente nella Formazione da dieci anni prima del nostro matrimonio”. Già. Ma nel Cufti ecco anche la figlia di Maltese (avuta con il primo marito), Claudia Viola, mentre Vincenzo Maltese, cognato di Briguglio, è stato assunto come amministrativo ad Alcamo e la cognata Maria Catalano nella sede di Taormina. Dal Cda del Cufti, poi, sono passati anche l’assessore regionale al Turismo in quota Fli Daniele Tranchida e Orlando Russo, portavoce Fli a Taormina. Insomma, è guerra aperta agli enti. Che adesso dovranno dimostrare di avere “le carte a posto”.

Le inadempienze, stando alle informazioni dell’assessorato, riguardano soprattutto il Prof 2011, e consistono in molti casi in mensilità non pagate ai dipendenti. “I politici vicino agli enti? A me non importa – ha precisato Crocetta – mica devo sentire i partiti prima di prendere le mie decisioni”. E se fosse vero, sarebbe già, questa sì, una vera rivoluzione. Stando almeno a quanto ammesso dagli stessi deputati dell’Assemblea regionale siciliana, che circa un anno e mezzo fa, nella relazione finale della Commissione d’inchiesta, erano costretti a scrivere: “Sono state troppe, in passato, le incursioni della politica nella Formazione professionale siciliana”.


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