Nomina di Fiumefreddo | La frenata dei renziani - Live Sicilia

Nomina di Fiumefreddo | La frenata dei renziani

Il governatore pronto a nominare l'avvocato catanese alle Attività produttive. Uno schiaffo al Pd che un anno fa bocciò il suo ingresso in giunta. E che ora sarebbe pronto a digerirla. Bruno (nella foto): "Basta col cerchio magico, non si può far finta di nulla". Ferrandelli: "Imbarazzanti silenzi".

PALERMO – La nomina è pronta. E Rosario Crocetta la firmerà, “appena rientra a Palazzo d’Orleans”. Così ha ricostruito nel fine settimana Repubblica in merito alla nomina di Antonio Fiumefreddo ad assessore alle Attività produttive. Il posto lasciato vacante dall’esponente di Confindustria Linda Vancheri il 23 luglio scorso attende ancora un successore. E non è un segreto che per quella poltorna da subito Rosario Crocetta abbia pensato all’attuale vertice di Riscossione Sicilia, l’avvocato catanese Antonio Fiumefreddo, punto fermo del cerchio magico del presidente, ma anche considerato vicino ad ambienti confindustriali, in particolare a Ivan Lo Bello.

Quello stesso Fiumfreddo che un anno fa Crocetta inserì in giunta, approfittando dell’ospitalità dei Drs di Cardinale, e che dopo poche ore dovette dimettersi su pressioni del Pd che lo considerava troppo in continuità con Raffaele Lombardo. Oggi quei problemi sembrano superati. Almeno per una parte del Pd, che tace accomodante di fronte alle dichiarazioni di intenti del governatore. A sollevare il problema sono i renziani, a cui la nomina non andrebbe giù.

“Il metodo e il percorso sono il problema, non Fiumefreddo. Non c’è una personalizzazione”, dice il presidente del Pd, il rienziano Giuseppe Bruno. L’unico a esprimere ad alta voce il suo dissenso sull’ingresso dell’avvocato catanese in giunta. “Crocetta può anche pensare che in questo mese non sia successo nulla – attacca Bruno -, ma i siciliani ed il Pd non intendono più fare sconti sulla questione morale. L’arresto di Tutino e le dimissioni di Lucia Borsellino rimangono fatti gravissimi dinanzi ai quali o ci sono segnali chiari di discontinuità col passato o questa esperienza non ha più senso”.

Insomma, basta col cerchio magico e con la continuità col passato, attaccano i renziani. L’intervento di Bruno rispecchia fino ai massimi vertici lo stato d’animo della corrente che fa capo a Davide Faraone, sempre insofferente verso il governo e il suo sedicente nuovo corso. Ancora tutto da vedere, sottoliena Bruno: “Si può andare avanti solo a due condizioni: buona politica e rigore morale. I siciliani attendono ancora segnali di buona politica e di inversione rispetto al passato. Al posto del presidente mi preoccuperei di trovare soluzioni per l’occupazione e per fare ripartire l’economia e dalle interviste estive vedo ancora tanta confusione su cosa fare”.

Un piano che mal si concilia, secondo i renziani, con una benedizione del cerchio magico come quella che la nomina di Fiumefreddo rappresenterebbe: “Ecco perché è surreale immaginare che il Presidente, anziché mandare a casa chi lo ha mai consigliato in questi anni pensi addirittura di allargare il cerchio magico – sintetizza Bruno -. Così come è immorale dimenticare così presto le parole di denuncia della Borsellino e tentar di far passare il messaggio che il malcostume alla Regione è stato eliminato con l’arresto di Tutino”.

Insomma, i renziani non ci stanno. E gli altri? Fausto Raciti e Antonello Cracolici, che ormai anche formalmente guidano in tandem partito e gruppo, non sembrano intenzionati ad alzare barricate. E così l’Udc, che segue a ruota sul punto l’alleato democrat. Nel vertice tra Raciti, D’Alia e Crocetta delle scorse settimane sul punto dai partiti è arrivata una specie di mezza apertura. La nomina di Fiumefreddo forse non entusiasma, ma il Pd non sembra intenzionato a un braccio di ferro col presidente sul punto. Dopo aver incassato la poltrona della sanità, la nomenklatura democrat sembra aver ritrovato pazienza verso il presidente. Altro che luci che si spengono a Palazzo d’Orleans, come aveva commentato Cracolici prima della “grande appaciata”.

Fabrizio Ferrandelli, in giro per la Sicilia per lanciare i suoi Coraggiosi (“Mi pare interessante nella dichiarazione di Crocetta la parte ‘appena torno’. Ci si può permettere le vacanze in questa Regione?”, commenta), è l’unica voce del Pd che interviene sul tema accanto a quella dei renziani: “Com’è che un anno fa Fiumefreddo rimase assessore per dodici ore con il Pd che impazzava e adesso invece non c’è una voce dal Partito democratico, come se i problemi non ci fossero. Tutti muti”, osserva il politico palermitano che si è dimesso dall’Ars. E che parla di “silenzio imbarazzante anche sulla notizia della Borsellino. In altri tempi – dice Ferrandelli – alla notizia della sua tutela si sarebbero sprecati comunicati. C’è una classe politica già morta. Qua andiamo avanti con ‘si spengono le luci’, e poi si riaccendono. Capisco l’istinto di autoconservazione ma è tutto molto imbarazzante”.

Crocetta, però, ha già deciso. Nel cerchio magico ormai da un pezzo ci si porta avanti col lavoro al riguardo. E la nomina sarà l’ennesimo schiaffo di un presidente miracolosamente rigenerato dagli scandali estivi, che hanno finito per rianimare il suo boccheggiante governo. Sempre forte del ricatto sulla fine della legislatura che spedirebbe a casa gli inquilini dell’Ars. Sul cui commovente attaccamento alla poltrona il presidente sa bene di poter contare. Con buona pace delle poche voci critiche rimaste.


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI