Crocetta bis senza Crocetta | L'ultima farsa della politica - Live Sicilia

Crocetta bis senza Crocetta | L’ultima farsa della politica

Rosario Crocetta

Il governatore diventerà il capro espiatorio. Come se fosse l'unico responsabile del disastro.

VERSO LE REGIONALI
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PALERMO – Un Crocetta bis senza Crocetta. Dopo cinque anni di governo (?) regionale i partiti che si allearono per portare Rosario Crocetta a Palazzo d’Orleans pare stiano per riproporre la stessa maggioranza di allora.

Tutti insieme appassionatamente senza il peso ingombrante di Crocetta, se è vero, come è vero, che il governatore ha annunciato la sua ricandidatura in solitario. Una ricandidatura che toglierebbe dall’imbarazzo, almeno così credono, i centristi di Angelino Alfano e di Giampiero D’Alia (quelli che fanno capo a Lorenzo Cesa si sono defilati da un po’) e gli uomini del Pd.

L’imbarazzo, però, resta perché se Rosario Crocetta ha potuto concludere il suo fallimentare quinquennio il merito o la colpa (dipende dai punti di vista) è della maggioranza che oggi si vorrebbe riproporre agli elettori. Come se bastasse mollare Crocetta all’ultima curva per prendere le distanza da un governo che hanno sostenuto fino alla fine. Hanno fatto finta di staccare la spina mille volte, ma era una farsa che il tempo massimo di permanenza all’Ars ha smascherato.

Di giorni ne dovranno trascorrere ancora un po’, non troppi però, per capire se la farsa diventerà tragedia. Tragedia politica, si intende. Se il corteggiatissimo Angelino Alfano resterà nella coalizione di centrosinistra (al momento questo sembrerebbe il suo futuro) vorrà dire che saranno maturi i tempi per fare di Crocetta – il governatore Crocetta di cui non si sentirà la mancanza – il capro espiatorio di una parentesi politica da cui prendere le distanze. Come se fosse l’unico responsabile del disastro. Ed invece i partiti che hanno dato fiato a Crocetta nel suo governo ci sono rimasti dentro fino all’ultimo giorno utile (per loro), seppure vogliano far finta di non esservi stati.

La girandola di nomi sul possibile candidato alla presidenza della Regione, sia esso Giampiero D’Alia, Dore Misuraca o Giovanni La Via, non è sufficiente a distrarre l’attenzione dal fallimento politico di cui i loro partiti sono stati corresponsabili. Non basta prendere oggi le distanze da Crocetta per cancellare i cinque anni trascorsi a braccetto. Nessuno lo ha mai abbandonato. Le forze politiche della sua maggioranza si sono limitate ad alimentare la giostra degli assessori con numeri che hanno sforato il massimo della decenza. Non sono mancate critiche feroci senza, però, giungere mai al punto di sfiduciare gli assessori “in quota” o di chiedere loro un passo indietro. Tutti contro Crocetta, ma sempre e comunque con Crocetta. Una contraddizione in termini che si cercherà di nascondere sotto il tappeto (o tappetino, dipenderà dall’esito del voto) della campagna elettorale.


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