Crocetta fa rinascere | l'Ufficio di Bruxelles - Live Sicilia

Crocetta fa rinascere | l’Ufficio di Bruxelles

Con una delibera del 10 aprile, il governatore revoca la decisione di Lombardo di ridurre l'organico a un dirigente e due soli dipendenti. Si ritorna alla "pianta organica" del 2002: negli uffici di Rue Billiard potranno lavorare fino a 24 persone. E per tre anni la Regione spenderà 1,2 milioni di euro. Intanto prosegue la valutazione dei curricula degli esterni. In passato, tra questi, tanti "cognomi noti".

PALERMO – Erano troppo pochi. Davvero troppo pochi. Due soli dipendenti, per una sede ultramoderna di 750 metri quadrati erano davvero pochi. Così, il presidente Rosario Crocetta ha deciso di riempire i locali della Rue Billiard di Bruxelles, viale a pochi passi dal Parlamento europeo. Locali gelidi d’inverno e roventi d’estate. Dove la stanza del presidente della Regione è rimasta a lungo impacchettata dal cellophane e dove non sono mancati i veleni tra i corridoi e le stanze degli impiegati. Tanti fino a poco tempo fa. Pochissimi, oggi. Tanti nuovamente, domani.

Già, perché il governatore ha deciso di far risorgere l’Ufficio delle Regione nella capitale belga. Un ufficio che presto potrà contare su un numero (massimo) di ben 24 dipendenti. Sedici interni e otto esterni. Come precisato in una delibera del 10 aprile scorso, firmata proprio da Rosario Crocetta, che “reputa necessario potenziare l’attuale dotazione organica dell’Ufficio di Bruxelles per un più efficace espletamento delle funzioni e dei compiti ascritti al predetto Ufficio”. Per questo, come si legge nel testo, il presidente “ritiene che la dotazione organica dell’Ufficio di Bruxelles sia quella prevista dall’articolo 92 della legge regionale numero 2/2002”.

Anche se lo stanziamento previsto in bilancio non consentirà quasi certamente di riempire tutte le caselle consentite dalla legge. Nei capitoli destinati a Bruxelles, infatti, la cifre stanziate per i dipendenti ammontano a circa 400 mila euro per il 2013, e di 425 mila euro sia per il 2014 che per il 2015. Per garantire, insomma, stipendi di interni ed esterni. E sia nell’uno che nell’altro caso, in passato non sono mancate le polemiche. Eppure, quell’ufficio sembrava destinato a una lenta scomparsa. Specie dopo il doppio intervento dell’ex presidente Lombardo che aveva prima spostato quell’ufficio dal dipartimento degli affari extraregionali alle dirette dipendenze della Presidenza della Regione. Quindi, ne aveva progressivamente ridotto la dotazione organica. Fino all’ultima delibera, quella del 13 settembre del 2011 che rideterminava “la dotazione organica dell’Ufficio di Bruxelles nella misura di una unità di personale della categoria D e ua unità di personale della Categoria C, oltre al dirigente preposto”. Il dirigente in questione è Maria Cristina Stimolo, che al momento, però, ricopre anche il ruolo di dirigente generale dell’Ufficio degli affari extraregionali.

Insomma, per il vecchio governo, quell’Ufficio non aveva più alcuna utilità. Costava troppo. Doveva dimagrire. E, a dire il vero, la decisione della giunta di Raffaele Lombardo è anche una reazione alle polemiche sorte dopo la “chiamata diretta” negli uffici in qualità di esterno, di Giordano Campo, la figlia di Gesualdo Campo, dirigente generale molto vicino all’ex governatore. Ma i tagli del vecchio governo erano intervenuti anche altrove. Già, perché i dipendenti interni della sede della Regione nel cuore dell’Europa – dipendenti regionali a tutti gli effetti – quelli, insomma, individuati all’interno del numero massimo di sedici unità da una legge del 2002, hanno diritto, oltre ai già “corposi” stipendi di impiegati regionali, anche a un privilegio che oggi apparirebbe a molti assai anacronistico. La stessa legge di undici anni fa, infatti, che stabilisce la dotazione organica, prevede una una “indennità mensile forfettaria aggiuntiva rispetto al trattamento economico spettante pari a quella fissata dal decreto legislativo 27 febbraio 1998, n. 62, secondo i livelli funzionali corrispondenti”. Si tratta, per intenderci, del decreto nazionale che fissa appunto le indennità per i dipendenti pubblici in servizio all’estero. Il testo, insomma, che dispone, ad esempio, le indennità per ambasciatori e consoli.

Indennità che ammontano a circa 5500 euro mensili netti per i dirigenti e a oltre 3500 (sempre netti) per i funzionari. Fino al 26 settembre 2009 i dirigenti a Bruxlles erano quattro. Tre di loro sono stati richiamati in Sicilia. Un bel risparmio, quantificabile nell’indennità di residenza all’estero. La scelta di riportare a casa tre dirigenti fu presa direttamente da Raffaele Lombardo. In quei mesi si decise anche – attraverso una delibera firmata dall’allora assessore Gaetano Armao – di ridurre del 25% le indennità del personale di Bruxelles. E in quell’occasione non sono mancati i mugugni. In effetti, prima della delibera di Armao, e dopo uno studio commissionato alla dottoressa Marisa Finocchiaro, si era deciso di tagliare sì, ma solo del 10 percento. Equiparando, in questo modo, le indennità dei siciliani a quelle dei colleghi toscani. Accordo trovato. Ma per Armao non era sufficiente. E con una delibera di pochi giorni dopo, si decise che la decurtazione sarebbe stata maggiore: 25 per cento, appunto. Per raggiungere le modestissime cifre cui accennavamo prima. Tutte cifre risparmiate, come detto, dopo il progressivo taglio apportato da Lombardo che ha sensibilmente ridotto l’organico, svuotando di fatto l’Ufficio di Bruxelles, dove oggi lavorano, come detto, solo la dirigente Stimolo, e i dirigenti Meli e Minio. Su quest’ultimo si indirizzarono gli strali di Raffaele Lombardo, che decise il trasferimento del dirigente (comunque in aspettativa sindacale) da quell’ufficio all’assessorato all’Energia. Una scelta per la quale, però, Lombardo venne condannato dal Tar per comportamento antisindacale e fu costretto a reintegrare Minio nell’organico dell’Ufficio.

Un Ufficio che, come detto, si andava svuotando man mano anche degli esterni. Che nel 2011 avevano paradossalmente superato, nel numero, i dipendenti regionali dei quali dovevano rappresentare un supporto. E a dire il vero, sulle modalità di scelta e sui cognomi di quei consulenti, in passato, non sono mancate le polemiche. L’ultima, in orine di tempo, quella che ha coinvolto Giordana Campo, figlia del dirigente Gesualdo. Individuata “intuitu personae” come spiegò candidamente il presidente Lombardo. Stessa logica che portò a Bruxelles, tra gli altri, Pierfrancesco Virlinzi, figlio dell’imprenditore catanese Ennio, Jane Torrisi, anche lei di una nota famiglia d’imprenditori etnei, Luigi Lo Piparo, figlio di un dirigente ministeriale, Francesca Parlagreco, figlia dell’ex capo ufficio stampa dell’Ars e Salvatore Lupo, gelese di nascita, e tra i più stretti collaboratori dell’attuale governatore Crocetta, che non a caso l’ha scelto come consulente alla Presidenza della Regione per la “cabina di regia” per i progetti finanziati dal Po Fesr. Le selezioni per gli esterni, intanto, sono ripartite. Un po’ sottotraccia. Un po’ sottovoce. Ma non è cambiato il metodo di selezione, come ha confermato la dirigente Stimolo: “Stiamo valutando i curricula che sono stati presentati”. Quindi, si deciderà, “intuitu personae”. Ora, come allora.


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