Crocetta in Commissione antimafia | Ecco il monologo del presidente - Live Sicilia

Crocetta in Commissione antimafia | Ecco il monologo del presidente

Da Grillo a Confindustria, dalla Sanità agli Usa, la trascrizione dell'intervento del governatore.

 

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Alla fine, sono mancate “solo” le domande. Ecco la trascrizione quasi integrale dei più importanti passaggi dell’intervento del presidente della Regione Rosario Crocetta in commissione nazionale antimafia. Da Grillo a Confindustria, dai Forestali agli Stati Uniti. Come detto, sono mancate solo le domande dei “commissari”. A cominciare da quelle sul cerchio magico del presidente, colpito da inchieste e condanne.

Crocetta: “Si era chiesto dei rapporti con Confindustria. C’è un articolo del 13 agosto 2012 su L’Unità. Allora si parlava di una possibile candidatura di Claudio Fava alla presidenza della Regione. Il presidente di Confindustria Montante aveva detto all’Unità che il voto può essere una occasione unica se l’Isola saprà rinnovarsi. La risposta di Fava: Montante dice di affrancarsi da spesa pubblica e assistenzialismo e di puntare sulla creatività per valorizzare le risorse, finora condivido riga per riga.

Al momento in cui io sono candidato e si parla del rapporto con Confindustria, tutti i candidati alla presidenza della Regione pensavano a un rapporto con Confindustria perché in quel periodo Confindustria rappresentava un emblema di legalità. A dire il vero, questa posizione non era condivisa solo dal Movimento cinque stelle. Ma una cosa non meno inquietante è quando Grillo va nella zona industriale di Caltanissetta, non incontra Confindustria siciliana considerata esempio di legalità, e incontra una serie di imprenditori espulsi da Confindustria proprio per aver violato il codice etico. Su questo, no comment, non ci voglio entrare. Non voglio criminalizzare né accusare nessuno. Però anche loro erano in cerca di incontri con l’imprenditoria, e io scelsi in quel periodo Confindustria.

La Vancheri? Due, tre mesi dopo l’uscita dei primi articoli sulla stampa, si è dimessa e non fa parte più dalla giunta. Pur precisando che l’assessore Vancheri è stato un esempio di assessore trasparente e corretto. Anzi, il mio governo ha subito attacchi da Antonello Montante e Confindustria, a conferma del fatto che il nostro rapporto non è stato mai idilliaco.

Credo ancora che le imprese si debbano riscattare. Non mi pento di aver lavorato in questi anni per creare una imprenditoria antimafia e antiracket e ci continunerò a lavorare. Nessuno di noi ha la sfare di cristallo e può predire quello che accadrà.

Voglio poi presentare il lavoro fatto in Sanità. Poi un dossier minimo, essenziale, delle minacce che mi sono pervenute, iniziate qualche giorno dopo la mia elezione con una telefonata dagli Stati uniti a un mio collaboratore, in cui si diceva che avrei fatto la fine di Mattarella. Io non ho dato molta importanza, ma questo rapporto con gli Stati Uniti emerge anche successivamente, nella vicenda Muos, quando il governo regionale decise di bloccare il Muos, emerge nei comportamenti del giornalista Messina quando mi accusa su certi giornali internazionali di essere filo-palestinese, filo-arabo, e che mi ero inimicato i servizi segreti internazionali e gli Stati uniti. Poi ci sono i proiettili che mi sono arrivati carichi, le minacce ad Antoci in cui si dice: ‘Finirai scannato con Crocetta’. Mica voglio dire che gli americani volessero ammazzare me in quel momento, ma è per far capire il clima. Ma ho ricevuto quella telefonata, anche se io sono stato abituato a ben altro in questi anni. Però, c’è un clima…

Poi ho fatto una serie di denunce che riguardano il Monte dei Paschi di Siena per l’acquisizione dell’agenzia di riscossione siciliana: la Serit, al momento della cessione aveva una scopertura bancaria di 160 milioni e crediti per 300 milioni. Monte Paschi possedeva il 40 per cento delle quote, quando hanno fatto la cessione, hanno fatto una operazione di grande ingegneria finanziaria: tutti i crediti sono andati a Monte Paschi e tutti i debiti alla Sicilia, cioè alla Serit, pagando una scopertura bancaria col 5 per cento di tasso, quando Equitalia paga invece l’un per cento a Montepaschi, per la stessa copertura.

Poi ci sono esposti per una truffa da 550 milioni fatta dal governo Cuffaro. Sul demanio regionale, visto che abbiamo scoperto che molti mafiosi avevano messe le mani su quei terreni. Poi sull’assicurazione in Sanità: abbiamo revocato la gara, spendevamo 155 milioni ora ne spendiamo 24 milioni in tre anni. E le denunce sulla Formazione professionale, che hanno determinato inchieste giudiziarie di rilevanza nazionale. E poi sul settore Forestale, col licenziamento di mafiosi, su Calatambiente per danni ambientali, sul Consorzio autostrade siciliane, tutte denunce suffragate dalla documentazione che dimostra quale situazione abbiamo trovato in Sicilia e con quale spirito lo abbiamo affrontato.

Qui ci sono alcune denunce contro l’Irsap, che era il regno di Confindustria, a dimostrazione che non facciamo sconti a nessuno.

Prende la parola il deputato Pd Davide Mattiello: L’altra volta avevo chiesto lumi sulla società di navigazione, con la vendita di Siremar da parte della Compagnia delle Isole, e avevo fatto riferimento ad alcuni atti del governo oggetto di una mia interrogazione.

Crocetta: Guarderò l’interrogazione e sarà mia cura di aggiornare l’onorevole Mattiello e la Commissione antimafia. Una delle prime decisioni del mio governo è stata però quella di restare al di fuori della Compagnia delle Isole, proprio per evitare certe situazioni. Ma questi fatti riguardano soggetti privati, dove non fa parte la Regione, visto che abbiamo voluto rompere questo rapporto fin dall’inizio.

L’intervento della protezione civile ha riguardato l’acquedotto di Messina, Una rete dell’acquedotto di Messina che onestamente doveva essere realizzata dalla società che gestisce l’acqua. Sapete bene come finì allora la vicenda di Messina, unico caso forse al mondo in cui si dichiarò lo stato di emergenza per la rottura di una condotta idrica, che mi pare veramente paradossale. La Protezione civile fatto questo intervento doveva riparare la collina, interventi per un fatto franoso molto complesso, Il progetto esecutivo adesso c’è, abbiamo ricevuto i finanziamenti all’interno del Patto per la Sicilia siglato con Renzi, proprio domani sarò da De Vincenti per chiedere la priorità per lo sblocco degli interventi di questo tipo.

Cosa stranissima, accaduta quest’estate, che la condotta idrica realizzata dalla Protezione civile che doveva fornire l’acqua a Messina ha preso fuoco, è uno dei pochi casi mondiali in cui l’acqua prende fuoco.

Prende la parola il senatore Pd Giuseppe Lumia: Due questioni. Di una si era già occupata la Commissione antimafia. Volevo che il presidente ci dicesse se ha siglato un protocollo di legalità che riguarda il tema della gestione dei terreni del demanio pubblico, che è stato al centro dell’attentato ad Antoci. Il presidente Crocetta col presidente Antoci siglarono allora un protocollo di legalità a Messina, per mettere sotto controllo antimafia, sotto certificazione antimafia anche gli interventi sotto i centocinquantamila euro. Che erano degli interventi apparentemente innocui, ma sappiamo che dietro quegli interventi apparentemente innocui dal punto di vista della rilevanza finanziaria, invece si nascondono giri di miliardi di euro. Presidente, siccome questa non è una questione che riguarda solo i Nebrodi, volevo sapere intanto dal presidente la scelta che ha fatto per allargare questo protocollo di legalità all’intera Regione Sicilia e segnalo alla presidente che questo sarebbe motivo di nostro interesse anche perché ho motivo di ritenere che abbiamo di fronte in Calabria o in Campania o in altre Regioni lo stesso problema. Ripeto, affari da miliardi di euro, non questioni di poco conto che attengono a una seria antimafia che si deve occupare seriamente di mettere in gioco un sistema di potere di tale livello.

La seconda questione che chiedo al presidente riguarda il ciclo della carne. Anche questa è una questione esplosiva, anche qui con un forte assoggettamento da parte delle organizzazioni mafiose. Un assoggettamento della libertà di impresa di molti allevatori onesti che sono costretti a subire questa presenza e l’intermediazione mafiosa. Volevo che il presidente notiziasse la commissione dell’istituzione della commissione ispettiva. Ultima questione: c’è stata una operazione importantissima nel Corleonese, importantissima perché ha individuato la riorganizzazione di Cosa nostra in quel mandamento strategico per l’intera Sicilia e per l’intero Paese visto che ancora Totò Riina è il capo di Cosa nostra. Un nipote di Provenzano stava raccogliendo l’organizzazione di quel mandamento. Ho segnalato che un altro nipote, quello di Riina, è pronto a raccogliere, ho fatti nomi e cognomi, ho fatto una denuncia pubblica da questo punto di vista attraverso una interrogazione. Cosa emerge? Che due dipendenti della Forestale erano implicati in questa riorganizzazione del mandamento. Siccome si sono fatte scelte importanti di tutela dei forestali onesti ma di smascheramento di quelli colusi con la mafia volevo che il presidente notiziasse anche su questo punto la Commissione parlamentare antimafia.

Crocetta: Il protocollo costruito con Antoci e il sindaco di Troina, firmato con la Prefettura di Messina è stato esteso con un accordo con tutte le prefetture siciliane. Un accordo che impedirà la gestione dei terreni all’interno dei parchi. Ora noi dobbiamo stare attenti perché la partita non sono la gestione di questi terreni che è piccola cosa, ma tutto l’indotto che si crea attorno a quei terreni, riconducibile ad attività illecite che si possono fare su quei terreni ma anche a tutti i contributi comunitari che sono di miliardi di euro. Quello che ci può sembrare una piccola questione è in realtà una grande questione.

L’Agea, l’agenzia nazionale che gestisce i contributi, è oggetto per pascoli allevamenti, è oggetto di una serie di truffe estesissime, che avvengono non solo in Sicilia, ma in Calabria ma anche in altre Regioni del Sud che fanno pensare a un grosso bottino delle mafie che è fatto proprio attraverso in questo caso la gestione mediante procedure legali di terreni destinati a pascolo ad altro, ma in molti casi anche con l’acquisizione per usucapione di terreni pubblici quando ciò non può avvenire per legge, falsi atti notarili e anche intimidazioni che si fanno ai piccoli proprietari dei terreni costrettti a volte a cedere attraverso veri atti estortivi come un”inchiesta nota e ampia nella zona di Siracusa e Lentini, di terreni di piccoli proprietari che sono stati epropriati proprio da Cosa nostra di quei terreni per poter consentire queste truffe comunitarie.

La carne. Noi abbiamo licenziato nei giorni scorsi alcuni veterinari perché non avrebbero correttemente verificato le caratteristiche antimafia di alcune autorizzazioni, abbiamo verificato tra l’altro un traffico illecito che abbiamo bloccato, di macellazioni.

Sul demanio non dobbiamo circoscrivere la questione allo scontro con la mafia tortoriciana sui Nebrodi. Il demanio è diventato negli anni occasione di ruberie nei confronti della Regione, dall’operazione che fece il governo Cuffaro sulla Società patrimonio immobiliare dove praticamente la Regione cedette al cinquanta per cento i propri immobili a questa società privata e poi se li avrà in affitto dalla medesima al doppio del prezzo di mercato. Bellissima operazione qualcosa come una perdita intorno a cinquecento milioni di euro per la Regione siciliana per intenderci. E alla questioni che attengono alle vendite illegali, anche se fatti con metodi legali, di terreni persino in aree archeologiche. Cose allucinanti che abbiamo bloccato. Abbiamo in corso un’inchiesta che stiamo facendo tutta noi come amministrazione, informiamo quasi costantemente la magistratura, come anche per il mancato pagamento dei tributi per il demanio anche questo con un danno notevole per centinaia di milioni di euro che stiamo riscuotendo.

Quindi anche la lotta all’evasione fiscale e la mancata verifica delle informative antimafia di soggetti a cui si danno queste cose. Insomma abbiamo trovato una prateria di illegalità che vedeva complici settori della politica e della mafia e della pubblica amministrazione nella gestione di risorse che dovevano essere pubbliche e che sono state gestite in modo privato.

I forestali. Ne abbiamo licenziata un bel po’, lì, di gente condannata col 416 bis e che continuava regolarmente a lavorare per la pubblica amministrazione. Gente che incendiava i boschi che incendiava i boschi ma continuava a sorvegliarli, in qualche caso abbiamo avuto anche gente che proteggeva la latitanza dei boss. Non vorrei che si pensasse che questo aspetto diciamo legato alla denuncia al licenziamento di un forestale fosse una specie di cosa come per dire per colpire i piccoli pesciolini perché in realtà noi bbiamo avuto accusati alcuni soggetti come responsabili all’interno dei parchi e dei boschi come coloro che coprivano la latitanza di importanti latitanti. Il licenziamento è stato un atto di ordine pubblico a tutti gli effetti, cosa che ha riguardato in qualche misura anche una parte degli ex Pip di Palermo che sono praticamente , perché nella sede nei Pip di Palermo avvenivano riunioi dei mandamenti di Cosa nostra palermitana: praticamente la cupola si riuniva negli uffici di una azienda che aveva affidato i servizi di pubblica utilità ai precari della Regione. Anche questo appartiene a un passato ormai cancellato.

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