PALERMO – Era stato, per qualche ora, il nuovo assessore della giunta di Rosario Crocetta. Indicato da un parte dei Democratici e riformisti. Poi, le polemiche spinsero Antonio Fiumefreddo fuori dall’esecutivo della rivoluzione. “Dietro la macchina del fango che è stata messa in moto per farmi rinunciare all’incarico di assessore – disse in quei giorni Fiumefreddo – ci sono delle forze bene precise, e non sono politiche”. E il riferimento divenne più chiaro quando l’ex Soprintendente auspicò l’intervento addirittura della commissione Antimafia.
Ma come spesso accade nella politica siciliana, l’uscita dalla porta consente un rientro, più o meno comodo, dalla finestra. Così, Fiumefreddo è stato indicato dall’assemblea dei soci della Spi, la società che, tra mille dubbi e contenziosi ha avuto il compito di gestire il patrimonio immobiliare della Sicilia, come nuovo presidente del collegio dei revisori. Una delle più classiche nomine di sottogoverno, insomma.
E per Fiumefreddo, a dire il vero, non è del tutto una novità. Il penalista, alla guida di uno dei principali studi legali etnei e tra i fondatori della testata Sudpress, non è nuovo ai rapporti con la Regione: nominato da Raffaele Lombardo sovrintendente del teatro Bellini di Catania, difese strenuamente, anche in tv, il politico di Grammichele col quale, poi, però ruppe. Fiumefreddo è stato anche assessore alla Cultura nella giunta Scapagnini al Comune di Catania, ma poi si è candidato sindaco proprio contro il medico personale di Berlusconi (e con il sostegno di Marco Forzese, deputato Drs). Nell’era Crocetta, poi, è stato nominato presidente della Ast Servizi, liquidatore dell’ex consorzio Asi di Catania e componente dell’organo di vigilanza della Sac, società che gestisce l’aeroporto di Catania.