Crocetta-ter, il giorno delle deleghe |Salta il vertice di maggioranza - Live Sicilia

Crocetta-ter, il giorno delle deleghe |Salta il vertice di maggioranza

Non ci sarà la riunione tra Crocetta e tutti i partiti della coalizione. Ci saranno singoli incontri bilaterali. In giornata il governatore assegnerà gli incarichi agli assessori: un paio i nodi ancora da sciogliere. Domani a Palazzo dei Normanni tocca eleggere il nuovo vicepresidente. Non c'è intesa nel centrodestra

PALERMO – E’ il giorno delle deleghe per il Crocetta ter. Il vertice di maggioranza previsto non ci sarà. Il governatore incontrerà singolarmente i partiti e poi assegnerà le deleghe agli assessori. Se non ci saranno sorprese il governo assumerà la sua fisionomia definitiva in giornata. L’Udc per ogni buon conto ha già convocato una riunione del  gruppo parlamentare per le valutazioni del caso.

Il rebus deleghe

Uno dei nodi da sciogliere riguarda proprio i centristi. Che vogliono lasciare ad altri la Funzione pubblica fin qui occupata con Patrizia Valenti. Sul punto ci sarebbe un patto con il Pd. E così sono almeno quattro le caselle che ancora ballano. I rifiuti, anzi tutto, che Crocetta voleva per un assessore a lui molto vicino. Dovrebbero finire al Pd. E poi Beni culturali, Turismo ed Enti locali in bilico ra Pd e Udc, con Purpura, Li Calzi e Castronovo che dovrebbero occupare le tre caselle, non si sa bene ancora in quale ordine. L’Udc, sebbene il suo tecnico Marcella Castronovo abbia una buona esperienza di Enti locali, non vuole quell’assessorato per evitare imbarazzi a Giovanni Ardizzone sulla riforma delle province. Il Pd a quel punto dovrebbe farsi carico di Rifiuti, Lavoro (in pole position il giuslavorista Caruso), Enti locali e uno tra Turismo e Beni culturali (quest’ultima sembra più vicina all’Udc), caselle da riempire con Purpura e Li Calzi. Il primo è un economista con specifiche competenze sul Turismo, la seconda un’esperta di fondi europei. Eppure, alla vigilia la seconda sembra più vicina alla delega al Turismo del primo.

Oggi si dovrebbe trovare una soluzione condivisa, per battezzare domani il terzo governo della legislatura. Il vertice di maggioranza, di cui si era parlato e che sembrava certo fino a ieri (ma che non entusiasmava alcuni, in particolare l’Udc), è rinviato a un momento successivo all’assegnazione delle deleghe per parlare di contenuti e programma.

La partita della vicepresidenza

Domani invece dovrebbe essere il giorno dell’elezione del vicepresidente dell’Assemblea, poltrona lasciata vacante da Salvo Pogliese con la sua elezione a Bruxelles. L’opposizione di centrodestra ambisce a mantenere la casella, ma da settimane ormai non riesce a trovare un accordo sul nome. Il weekend non ha portato consiglio, domani probabilmente si cercherà un’intesa in extremis. Altrimenti, se non maturerà l’ennesimo rinvio del voto, toccherà andare in ordine sparso. Nell’area Renzi del Pd ci sarebbe anche qualcuno tentato dal provare a eleggere un democrat a quel punto. Ma nella maggioranza e dentro lo stesso Pd, prevale l’idea di lasciare all’opposizione quella poltrona. In particolare si guarda a due partiti che possono rappresentare interlocutori privilegiati della maggioranza, ossia l’Mpa, che nel dibattito sulla sfiducia si è smarcato da Forza Italia aprendo a un confronto col governo, e Ncd, che a Roma è già alleato dei democratici. E non è un mistero che pezzi di “cuperliani” del Pd che andarono a braccetto con Lombardo nella scorsa legislatura possano rappresentare i pontieri ideali nel rapporto col plotoncino di deputati lombardiani. Con queste premesse, l’epilogo è ancora aperto.

 


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