Un’Italia che stringe la cinghia e che per paura del futuro taglia anche la spesa a rate. E ancora: un’Italia dove i servizi pubblici sul territorio non incontrano il gradimento della gente. Non almeno quanto nel resto d’Europa. E’ la fotografia scattata dalla Banca d’Italia nel dossier ‘Economie regionali’. Il rapporto fa il punto sul 2009 prendendo in considerazione l’economia, la produzione, il mercato del lavoro, le finanze pubbliche, l’accesso al credito con un’ottica territoriale. Per quanto riguarda i consumi, emerge che la crisi si fa sentire anche sulla spesa alimentare delle famiglie italiane. Nel rapporto Bankitalia, in cui si sottolinea che la spesa in beni alimentari è diminuita soprattutto nel Mezzogiorno (-3,9%) e al Centro (-4,1%); nel Nord la riduzione è stata dell’1,9% (-2,9%). Complessivamente, nel 2009 la spesa media mensile delle famiglie italiane è stata di 2.442 euro, in calo dell’1,7% rispetto all’anno precedente. La flessione è stata più marcata al Sud (-2,7%), rispetto a Nord (-1,5%) e Centro (-1,4%). ”Il deterioramento del clima di fiducia – si legge ancora nel rapporto – ha indotto le famiglie a ridurre sensibilmente la richiesta dei prestiti per l’acquisto di abitazioni”, mentre ”il calo degli acquisti di beni durevoli ha pesato sulla dinamica del credito al consumo, che è risultata particolarmente negativa nel secondo semestre del 2009 e che, secondo le attese delle banche, risulterebbe debole anche nella prima meta’ del 2010”. Italiani poi insoddisfatti dei servizi pubblici sul territorio: ”il livello di gradimento espresso dai cittadini italiani e’ inferiore a quello medio europeo per tutti i profili considerati”, dal trasporto pubblico alla salute, dagli spazi verdi ai servizi sportivi. ”La media italiana – sottolinea Bankitalia – nasconde un divario di qualità percepita molto ampio tra le due città meridionali (Napoli e Palermo), da un lato, che si collocano costantemente oltre la settantesima posizione nella graduatoria delle citta’ europee ordinate secondo livelli decrescenti di soddisfazione, e le città ubicate nel Nord del Paese”. Infine focus sulle finanze pubbliche: le amministrazioni locali risultano più virtuose sul fronte della spesa. Le uscite totali a livello locale nel 2009 sono aumentate dell’1,8%, contro il 2,5% delle amministrazioni centrali. Nel 2009 però il debito delle amministrazioni locali è aumentato del 3,6% e si è collocato a quota 110,9 miliardi di euro. Tra le Regioni che hanno registrato gli aumenti più consistenti dello stock di debito figurano la Calabria, la Campania e il Piemonte.
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