PALERMO – Rischio crolli e occupazioni abusive. Lungo vertice in Procura sull’emergenza abitativa a Palermo. Nella stanza del procuratore aggiunto Leonardo Agueci, al secondo piano del Palazzo di giustizia, si sono incontrati il pubblico ministero Pierangelo Padova, l’assessore comunale al centro storico, Agata Bazzi, il capo di gabinetto della questura, Serafina Fascina, il capo della polizia municipale, Vincenzo Messina, e alcuni funzionari di Palazzo delle Aquile.
Due le questioni sul piatto. Da mesi a Palermo si ripetono le occupazioni di immobili da parte dei senza casa. In via Pasquale Calvi più di trenta persone hanno fatto irruzione in un palazzo abbandonato; stessa cosa in un asilo di via Rallo dove hanno trovato riparo parte degli sfollati di via Bagolino, il palazzo crollato la notte del 17 dicembre del 2012 che costò la vita a quattro persone; in via dei Chiavettieri in quindici hanno occupato la foresteria comunale. Sono solo gli ultimi esempi di una lunga serie di episodi nel corso dei quali l’emergenza abitativa è sfociata nelle tensioni fra abusivi e forze dell’ordine.
In Procura, però, si è discusso anche dello sgombero delle palazzine pericolanti. Sono centinaia quelle a rischio crollo nel centro storico. Nelle scorse settimane la Procura ha ordinato al Comune di liberare gli immobili che i proprietari non hanno messo in sicurezza, infischiandosene delle diffide ricevute. Si profila il problema di tante persone che potrebbero ritrovarsi senza un tetto perché i propriertari non hanno eseguito le manutenzioni.
Palermo è una città che conta i morti rimasti sotto le macerie. Via Bagolino è solo l’ultimo triste esempio. Molto dipende dalla mancata prevenzione. Emblematico in tal senso è il caso del crollo, avvenuto nel gennaio 2012, in via del Noviziato. Solo un miracolo evitò il peggio a pochi passi dal mercato del Capo. Sette persone – tra proprietari dell’immobile e responsabili del cantiere – sono finite sotto inchiesta al termine del lungo e certosino lavoro dei militari del Nucleo ispettivo dei carabinieri che operano all’interno dell’Ispettorato del lavoro di Palermo. A proposito, queste unità continuano a ricevere delicate deleghe di indagini dalla Procura anche se l’ultima Finanziaria regionale non ha previsto i fondi necessari per mantenere il Nucleo in vita.
In via del Noviziato si trattò di lavori, secondo i carabinieri, non eseguiti a regola d’arte. Ma ci sono tanti, troppi casi di interventi mai eseguiti nelle zone di via Maqueda, corso Vittorio Emanuele e all’Albergheria. Oppure eseguiti male, in spregio ad ogni regola. L’abusivismo edilizio, secondo il Comune, resta la principale causa dei crolli piuttosto che la vetustà degli immobili.
In Procura si è anche discusso di altri due temi. I vigili urbani hanno consegnato un’informativa sul’Oratorio delle Croci, l’edificio che si trova ad angolo fra via Libertà e piazza Crispi che, non a caso, tutti i palermitani chiamano piazza Croci. Per intenderci, si tratta dell’edificio adiacente al Giardino Inglese. Da anni è coperto dalle impalcature. I lavori di ristrutturazione ad opera del propietario, un privato, non sono mai iniziati e l’immobile era diventato uno spazio per cartelloni pubblicitari. Cartelloni che, però, da qualche giorno sono scomparsi: c’è in coso un contenzioso fra il Comune e la società di affissioni. L’informativa serivirà a dare il via ad un’indagine della Procura per capire cosa succede al di là delle impalcature e verificare eventuali rischi. Del caso si occuparono anche, nel 2010, in un’interrogazione le consigliere comunali Nadia Spallitta e Antonella Monastra.
Al Palazzo di giustizia si è discusso, infine, anche di posteggiatori abusivi. Il Comune ha annunciato di avere pronto un dossier con 284 nomi da consegnare ai magistrati. Un’intenzione ribadita – al momento però senza carte alla mano – anche davanti al procuratore Agueci e che potrebbe servire a poco. Le vicende dei parcheggiatori fuorilegge e le raltive multe restano un fatto strettamente amministrativo. Si passa nel penale solo quando gli automobilisti sono “costretti” con le minacce a pagare l’obolo. In quel caso, diventa una richiesta estorsiva a tutti gli efetti. Non solo pizzo, però: la questione potrebeb diventare di interesse della magistratura qualora emergesse che dietro le truppe di abusivi che si spartiscono le strade della città ci sia un’unica regia. Magari della criminalità organizzata. Per ora, però, ci sono solo sospetti.