PALERMO– I carabinieri stanno setacciando la zona dove scomparvero Salvatore Coletta, 15 anni, e l’amico Mariano Farina, di 12, spariti il 31 marzo 1992 a Casteldaccia (Pa). I militari, su input del pm di Palermo Francesca Mazzocco che ha riaperto il caso, stanno controllando i pozzi e le ville sul lungomare del comune in provincia di Palermo, abitate in passato dai boss Masino Spadaro, Michele Greco e Filippo Marchese, dove Bernardo Provenzano radunava i capimafia per stabilire le strategie della mafia. E’ stato un pentito a raccontare che in quelle ville, vicino a dove giocavano i due bambini, si svolgevano i summit di Cosa nostra.
Qualche mese fa una donna aveva permesso la riapertura del caso dicendo che l’ex marito avrebbe avuto il compito di seppellire i due bambini che sarebbero stati assassinati. La testimone, sulla cui attendibilità, però, gli inquirenti hanno più di un dubbio, ha indicato nella cavità di un muro di recinzione di una villa a Bagheria il luogo in cui i ragazzini sarebbero stati nascosti dopo essere stati uccisi. I reperti trovati, però, non sembrano avere nulla a che fare con i due piccoli e le poche tracce organiche saranno comunque analizzate dai carabinieri del Ris di Messina. La donna, che non ha saputo dare indicazioni sul movente del delitto – l’ex marito avrebbe avuto un ruolo solo nella sepoltura dei corpi – avrebbe motivi di rivalsa nei confronti dell’ex coniuge: circostanza che aumenta le perplessità del pm. Anche i riscontri dei carabinieri a Casteldaccia non hanno dato finora alcun riscontro.