CATANIA – Centro storico chiuso alle auto e animato da iniziative di ogni tipo, musei aperti fino alle 19 e non solo di mattina, rassegne musicali e letterarie. “La normalità alla quale la città non era più abituata – afferma l’assessore ai Saperi e alla Bellezza condivisa, Orazio Licandro, che racconta a LivesiciliaCatania quanto fatto dalla nuova amministrazione comunale in tema di Cultura nei primi tre mesi di governo. “In cento giorni, cento passi avanti. Non è solo il mio assessorato che si è mosso concretamente – afferma il delegato del sindaco Bianco. Tutta l’amministrazione e i miei colleghi di Giunta stanno operando per mettere in campo azioni che possano mutare la prospettiva. Per quanto riguarda la mia delega, la Cultura – prosegue – posso dire che un primo bilancio di questi 100 giorni mi vede soddisfatto, principalmente perché la città ha reagito bene, ha compreso che non si tratta della solita minestra riscaldata e che questa amministrazione ha un impianto programmatico che vede nelle politiche culturali e del turismo dei capisaldi strategici per promuovere l’immagine e restituire dignità alla città e orgoglio di appartenenza ai cittadini. Ma anche per creare prospettive di sviluppo economico. Non so se ci sono riuscito – sottolinea – ma, in questi primi tre mesi, quello che abbiamo potuto realizzare, e che fino a ora tutto realizzato a costo zero, è stato possibile non soltanto per il lavoro di questo assessorato e dell’intera amministrazione, ma anche delle associazioni e dei privati che operano nel settore culturale, che hanno contribuito molto”.
Di cosa va più fiero di quello che siete riusciti a fare praticamente senza soldi?
Abbiamo potenziato l’offerta culturale,. Ad esempio con la rassegna percorsi d’autunno, che contiene oltre 65 eventi: spettacoli, teatro, musica, letteratura, libri. Non dimentichiamo poi l’apertura di Catania al circuito nazionale e internazionale con la partecipazione della Notte dei musei, promossa dal Mibac, che ha avuto un successo straordinario, tanto che verrà replicata a fine ottobre e a fine novembre. Se devo dire qual è la cosa che mi ha fatto maggiormente piacere, come cittadino prima che come amministratore, è vedere il sabato dell’evento che ha visto i musei aperti, migliaia e migliaia di persone in strada sino a notte fonda. E non si trattava di chi, normalmente nel fine settimana, popola la città nelle ore notturne, ma di famiglie con figli, persone che da tempo non vivevano le strade della città.
Quale è il segno più evidente che la politica culturale della città è cambiata?
Beh, innanzitutto, a Catania e per la prima volta, i musei finalmente sono aperti mattina e pomeriggio, dalle 9 alle 19. Non si tratta di propaganda, ma di cose concrete che mi fanno dire che Catania ha imboccato la strada del ritorno alla normalità.
Continuano, però, le lamentele relative all’assenza di segnaletica e comunicazione turistica. Cosa state mettendo in campo per andare incontro alle richieste dell’utenza?
Sono pronti e stiamo per posizionare un altra tranche di cartelli turistici relativi ai palazzi storici, realizzati dal Comune in collaborazione con l’Università, il Rotary club e Sostare ma, soprattutto, entro dicembre di quest’anno la città avrà 50 grandi pannelli turistici in doppia lingua e posizionati nei luoghi simbolo della città. Questo metterà i turisti nelle condizioni, una volta varcata Porta Uzeda, di capire dove andare e cosa vedere. Anche questo lo faremo senza spendere un centesimo.
Che altri progetti avete in cantiere?
“C’è una fame straordinaria di cultura e un buon amministratore non può che mettersi in sintonia con quella che è la richiesta della città e cercare di placare questa fame, o almeno iniziare a farlo. Noi abbiamo in mente di ripetere l’esperienza di “Percorsi d’autunno”, in scenari e location come il Monastero dei Benedettini o il Castello Ursino. Il museo diventa così luogo sempre aperto, dove si offre e dove, spero, in futuro si produca cultura, e non solo spazio espositivo.
A proposito di Benedettini, c’è una polemica in corso relativa al mercato delle pulci domenicale in piazza Dante, dove si trova appunto il Monastero. Che ne pensa della realizzazione di un mercato in un sito di così alto valore storico e turistico?
Non credo siano in contrato. Il mercato e i luoghi di cultura non sono incompatibili. Anche io ho espresso il mio voto favorevole in Giunta e difendo la scelta dell’amministrazione. Come ogni cosa, anche questa si può certamente migliorare, ma l’intento e fare diventare il mercato domenicale un vero e proprio mercatino delle pulci, con le caratteristiche e che abbia un’offerta tale da poter attirare anche i turisti, ma ciò dipende da quello che si espone e che si mette in vendita. Credo che anzi le sue cose si possano sposare bene insieme: chi arriva a piazza Dante per il Monastero o per San Nicolò La Rena, ha occasione di vedere il mercato e viceversa.
Tra le priorità del sindaco Bianco, in campagna elettorale, erano state inserite le periferie. Quali sono le iniziative, in questo senso, in tema di cultura? Pensate di decentrare le iniziative, al momento concentrate al centro storico?
L’aver organizzato le manifestazioni prevalentemente in centro ha una ragione. Catania ha tutto concentrato in un quadrilatero preciso. Questo, da un certo punto di vista è positivo e ci ha permesso, ad esempio, di fare le sperimentazioni che abbiamo fatto in questi mesi, i percorsi a piedi, gli spettacoli itineranti. Da un altro punto di vista questo sembrerebbe lasciare in ombra le periferie ma io ho già iniziato a incontrare le municipalità per tenere vivo questo rapporto. Io immagino , ad esempio in occasione del prossimo Natale, una rassegna che parta dal centro e raggiunga le zone periferiche della città, con offerte e proposte differenziate ma sempre valide.
Che notizie ci sono per quanto riguarda la situazione del Teatro Bellini?
La situazione sta migliorando. il sindaco è personalmente impegnato in questa battaglia. Il Bellini è uno dei teatri più belli d’Italia e d’Europa, da tutti i punti di vista, è un gioiello e ha una grande tradizione nel panorama della cultura internazionale. Questa città dovrebbe imparare a utilizzare il brand Bellini coniugandolo al brand Catania.