PALERMO – La crisi del settore delle telecomunicazioni, con particolare riferimento alle aziende che forniscono servizi di “inbound” (attività dirette ad attrarre la clientela), tramite operatori telefonici, non accenna ad arrestarsi. I motivi dei nuovi esuberi, delle procedure di mobilità (l’anticamera del licenziamento, ndr) e della stagnante cassa integrazione sono dovuti principalmente alla “mancata approvazione da parte del Parlamento, di diverse direttive europee in materia – secondo quanto spiega il sindacalista Giuseppe Tumminia (Uil) – che avrebbero regolamentato il settore, evitando la delocalizzazione del lavoro in Paesi dove i costi del servizio sono assai inferiori”. Ma a parte i motivi che spingono note aziende commerciali tra cui Wind, Sky ed Eni a esternalizzare servizi con alcune sedi all’estero, rimane la drammatica situazione dei lavoratori di Accenture, Almaviva e 4U, che attendono risposte sul loro destino lavirativo che, ad oggi, appare ancora più incerto.
ACCENTURE
La vicenda dei 262 lavoratori del call center sembra tristemente giunta ad un capolinea. Infatti, dopo settimane di incontri tra i rappresentanti sindacali dei lavoratori, la proprietà di Accenture e della British Telecom, il principale committente dell’azienda, è arrivato il temuto annuncio del via alla procedura di mobilità e della chiusura della sede di via Ugo La Malfa, a Palermo. “L’azienda tramite telegrammi inviati in queste ore ai lavoratori – riferisce Saverio Todaro (Uilcom) – ha comunicato che i locali di via Ugo La Malfa dovranno essere liberi dal prossimo 20 novembre”. E’ in corso in queste ore nella sede di Accenture, un’assemblea organizzata dai sindacati di base, per informare i lavoratori della volontà di sgomberare i locali cosi come comunicato dalla proprietà e per invitarli a partecipare allo sciopero generale del settore, previsto per il prossimo 27 novembre sia a Palermo che a Roma. Infatti, è fissato per quella data, a Roma, al Ministero del Lavoro, il decisivo incontro tra la proprietà di Accenture, i rappresentanti del Governo e la British Telecom, per cercare di trovare una soluzione in extremis che scongiuri i tanto temuti licenziamenti collettivi per i 262 lavoratori dell’azienda palermitana.
ALMAVIVA
L’azienda leader nel settore delle telecomunicazioni in Sicilia con sedi sia a Palermo che a Catania ha annunciato esuberi al personale dal prossimo 2015. La procedura di mobilità riguarderà oltre 3 mila lavoratori del gruppo tra personale a tempo indeterminato (circa 2 mila) e lavoratori a progetto. “L’azienda da oltre due anni lamenta la mancanza di costanti commesse di lavoro – dichiara Giuseppe Giallanza (Cgil) – proponendo, per ripristinare il mancato guadagno economico, l’accorpamento delle due sedi palermitane di via Marcellini e di via Cordova, ma nulla è stato fatto”. I motivi della crisi sono gli stessi di Accenture e 4U, crisi nazionale del settore delle telecomunicazioni e la mancanza di “richieste” di lavoro in maniera continuativa. In particolare, la preannunciata crisi aziendale di Almaviva sarebbe determinata sia dalla scadenza della commessa con Wind prevista per il prossimo marzo 2015, sia da motivi “strutturali”. “Il settore delle telecomunicazioni è totalmente privo di regole – secondo la Cisl – la delocalizzazione con il sistema delle scatole cinesi per aprire nuove aziende e usufruire dei contributi regionali e statali, ormai non fa altro che portare a un continuo elenco di posti persi, crisi aziendali, che la nostra città come tutta la Sicilia, non possono permettersi”.
I lavoratori per il tramite dei propri rappresentanti sindacali, hanno chiesto un immediato incontro “chiarificatore” con la proprietà, che è stato fissato per il prossimo 28 novembre a Roma, alla presenza dei segretari nazionali e regionali (Cgil, Cisl, Uil e Ugl) e i titolari di Almaviva. In seguito, sarà poi fissato un nuovo e decisivo incontro tra la proprietà e le Rsu (i rappresentati sindacali aziendali).
LA PROTESTA DEI CALL CENTER
Con riferimento alle vertenze Accenture, Almaviva e 4U (130 dipendenti in cassa integrazione “a zero ore di lavoro” sino al prossimo dicembre), Cgil, Cisl, Uil e Ugl annunciano per il prossimo venerdì 21 novembre un corteo di protesta a Palermo, che partirà da piazza Marina e sarà diretto alla Presidenza della Regione, per chiedere un incontro urgente con il governatore Crocetta al fine “di farsi carico di riferire ai rappresentanti del governo centrale la drammatica situazione che si sta consumando ai danni di lavoratori siciliani e così da scongiurare i licenziamenti di massa”.
Inoltre, sempre il 21 novembre è prevista a Roma la “notte bianca” dei call center italiani. Una giornata di protesta a cui parteciperanno tutti i lavoratori e i dipendenti dei call center, al fine di segnalare al Governo Renzi la drammatica situazione che si sta consumando ai loro danni, ma anche per la raccolta delle firme per la presentazione di una denuncia alla Commissione europea, per il mancato recepimento del Parlamento nazionale dei regolamenti Ue sul diritto dei lavoratori e sulla regolamentazione normativa di questo delicato settore.