CATANIA. Comincia un nuovo mese, nel quale si riproporranno le stesse criticità di sempre e dove a pagarne le conseguenze saranno principalmente le comunità di provincia. Una vera e propria crisi che vede gli ospedali centellinare il numero di anestesisti e rianimatori: sempre al di sotto dell’organico occorrente. Il dato tragico non sta solo nei numeri. Bensì nella delicatezza di figure mediche che hanno a che fare con urgenze determinanti nel fare la differenza tra il vivere o sopravvivere.
Dalla Regione finora sono state fatte spallucce. Eppure, i numeri (che, mai come in questo caso, sono sostanza e non forma) sono impietosi. Due esempi su tutti: Biancavilla e Militello Val di Catania. Nel primo caso, gli ultimi giorni del mese di aprile hanno visto dover chiudere ben tre sale operatorie per gli interventi ordinari visto che i 9 anestesisti presenti (rispetto ai 20 previsti dalla pianta organica) avevano già superato le 48 ore aggiuntive delle prestazioni settimanali; nel secondo, il sovraccarico di lavoro in proporzione al bacino d’utenza è da tempo un passaggio improponibile per le forche caudine (anche qui, appena 4 anestesisti sui 17 segnati previsti).
Organico ridotto, turni e orari massacranti, recuperi quand’è possibile: vicenda imbarazzante che dall’assessorato alla Salute non può più essere rimandata alle calende greche.