Da Taormina alle presidenziali: Scateno è già in campo

Da Taormina alle presidenziali: Scateno è già in campo

Cateno De Luca ci riproverà. Anzi, ci sta già provando.

Con il suo modo deluchesco di ripetere ‘non fa male, non fa male’, Scateno cerca di mitigare il livido non freschissimo, ma tuttora dolente, della sconfitta alle regionali. E si applica nell’unico atteggiamento che conosce: tirando cazzotti a sagome via via identificate. In fondo, la sagoma del vincitore, di colui che detiene la corona dei pesi massimi, la Presidenza della Regione. Tutti gli allenamenti conducono lì. Fu un match politico tra combattenti diversi per caratteristiche, in cui l’esperienza collaudata di Renato Schifani ebbe la meglio sugli attacchi all’ultimo ‘vaffa’.

Verso la nuova sfida

Ma De Luca ci riproverà: è scritto nel suo oroscopo esistenziale. Infatti, ci sta già riprovando. Non amministrerà, da sindaco, per finta, contando i giorni che lo separano dalla rivincita, lo farà sul serio. Al tempo stesso, piazzerà degli scalini politici che, in un erigendo futuro, lo condurranno alla sfida che brama. Si scrive Taormina e si legge presidenziali.

Voleva vincere, ma…

Cateno voleva vincere. Sognava di vincere. Era convinto di potere vincere, vaso di furente coccio scagliato sul vaso di ferro. Il verdetto del ko non fu accolto serenamente da chi, tutto sommato, avrebbe trovato argomenti per accontentarsi di un buon risultato. Fu un lutto politico che reclamerà, in quella visuale, politica vendetta: o, almeno, provarci. Contro Schifani, se sarà l’attuale governatore a incardinarsi nella riedizione di un’esperienza. Contro chicchessia, basta che abbia un nome da apparato. E’ la predicazione deluchiana per eccellenza, infatti: un Masaniello del territorio alla carica di una classe dirigente narrata come un mondo lontanissimo.

Miccichè e gli altri

Il risentimento – si sa – è un’arma potente. Dunque, si tratterà, nel frattempo, di piazzare trappole nel cuore del regno. Saranno arruolabili coloro che condivideranno la rabbia di una lunga marcia. Forse anche questo spiega la perorazione di Cateno De Luca per Gianfranco Miccichè, al centro, da non indagato, di una nota vicenda di droga. Oggi l’ex presidente dell’Ars è in disgrazia, con la prospettiva di una carriera stroncata dall’ultimo scandalo. Domani, chissà. E quanto potrebbe risultare utile il dinamismo di un Miccichè tornato disponibile?

Cateno ripete ‘non fa male, non fa male’, mentre si allena sul palcoscenico dei social, cercando scalini, querelle e alleanze. Si raddoppia e triplica nell’immagine di sé. Il profilo da sindaco di Taormina con la fascia, nelle questioni locali, l’intermezzo dal barbiere, la visita medica e l’invettiva scamiciata dalla macchina. Intanto, Scateno è già in campo. (Roberto Puglisi)


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