Da via Notarbartolo allo Zen: Palermo, per un giorno, ricorda

Da via Notarbartolo allo Zen: Palermo, per un giorno, ricorda

Capaci, il 23 maggio, la strage. E un albero che nasce in periferia.
IL 23 MAGGIO
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(Roberto Puglisi) Palermo, per un giorno, ricorda Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, Rocco Dicillo, Antonio Montinaro, Vito Schifani. Palermo ritrova la memoria, da via Notarbartolo allo Zen. C’è l’inemendabile retorica che gonfia le bandiere del 23 maggio. Ma c’è anche un vento buono, che sale dal basso e promette di non cadere. Perché questa memoria serve a percorrere strade migliori, se così non fosse, si ridurrebbe a una celebrazione esteriore.

La festa della scuola

Palermo, per un giorno, ricorda allo Zen, periferia estrema. E hai voglia di dire che Palermo è lo Zen e che lo Zen è Palermo. In via Libertà non c’è la munnizza che assedia le persone. E non ci sono nemmeno le carcasse di macchine devastate. Ecco la scuola ‘Falcone’ tornata in una dimensione più serena da quando si è insediato il nuovo preside-reggente, il preside Domenico Di Fatta (nella foto di oggi). Ma il recentissimo passato – con le accuse di ruberie a carico dell’ex dirigente, Daniela Lo Verde – è una ferita spalancata più che aperta. Una maestra sussurra: “Siamo come travolti”. Stamattina è stata consegnata una Talea, una copia genetica dell’Albero che porta il nome del giudice ucciso il 23 maggio. Verrà piantata fra qualche giorno, nel giardino che ricorda le vittime. Lì dove un albero è del piccolo Giuseppe Di Matteo, eterno bambino, sacrificato alla ferocia di Cosa nostra. Un altro alberello ‘della pace’ è stato già piantumato.

La Talea consegnata alla scuola ‘Falcone

Da Palermo allo Zen

Palermo è lo Zen, lo Zen è Palermo. Ma il viaggio, tra quartieri, può essere lungo e non soltanto per i chilometri. In una mattina di sole, di alzabandiera e di cerimonie, nel cortile della ‘Falcone’ ci sono i ragazzi del ‘Regina Margherita’, il liceo di cui il professore Di Fatta era e rimane preside: un istituto d’eccellenza. Parlano i visitatori che sono venuti qui, in una zona che non conoscevano. “Sembra un’altra città – racconta una ragazza -. Ora mi impegno a esserci più spesso, a dare davvero una mano”. “Non ci sono soltanto i quaranta minuti di percorso – dice un ragazzo -. C’è una distanza morale che deve essere azzerata. Siamo un po’ impressionati”. Si guardano e si studiano gli alunni di contesti diversi. E, alla fine, comunicano e riescono a scherzare.

Una giornata di emozioni

“Viviamo una giornata densa di emozioni – dice il preside – perché la ‘Falcone’ è di nuovo aperta al territorio. La scuola, in sé, non era chiusa, parlo della precedente dirigente, perché i professori hanno continuato a lavorare per i bambini e i ragazzi. E sono contento che ci siano le ragazzi e i ragazzi del ‘Margherita. Sono stati loro a comunicarmi di volere essere qui, con noi”. C’è l’assessore comunale alle Attività sociali Rosi Pennino, con una promessa: “Riporteremo i servizi. La legalità deve trasformarsi in opere”. C’è il parroco, padre Giovanni Giannalia: “Una situazione difficile può essere il preludio della rinascita”.

Dallo Zen a via Notarbartolo

E’ uno dei supremi giorni della memoria, il prossimo cadrà il diciannove luglio, in via D’Amelio. Stiamo seguendo la diretta delle manifestazioni qui. Di pomeriggio, la consueta folla si radunerà intorno all’Albero Falcone di via Notarbartolo. Alle 17.58 il pensiero di tutti tornerà a quel 23 maggio di trentuno anni fa sull’autostrada. Palermo, per un giorno, ricorda. (rp)


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