Dai campi di pistacchio |a Palazzo Madama - Live Sicilia

Dai campi di pistacchio |a Palazzo Madama

A Roma si è svolta la presentazione dell'ultima fatica letteraria del senatore Pino Firrarello dal titolo "Un contadino al Senato". Un racconto di vita, ma anche un affascinante viaggio nella storia della politica siciliana e italiana. Un capitolo è dedicato alla "catastrofe" Lombardo.

Il libro di Firrarello
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firrarello libro

Da destra: Schifani, Alfano e Firrarello

CATANIA – “La vita è bella. Bella fino al punto che ad un contadino è stato concesso di governare con impegno e buon senso la Regione Siciliana e di ‘sedersi’, per lungo tempo, al Senato della Repubblica”. Pino Firrarello si svela e si descrive come un uomo baciato da quella dea bendata che gli ha concesso di volare alto nel firmamento della politica prima a Palermo, e poi a Roma. Lui, il senatore, l’amico del Cavaliere, il costruttore del progetto di Forza Italia in Sicilia, uno dei fautori di quel 61 a 0. Firrarello decide di imprimere sulla carta la sua storia personale e politica, raccontando questo viaggio che ha portato “Un contadino al Senato” come recita la copertina del suo libro.

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La prima fila

A Roma si è svolta la presentazione, nella Sala Zuccari di Palazzo Giustiniani. Renato Schifani, il presidente del Senato ha dedicato una lunga relazione all’ultima fatica letteraria di Firrarello, accanto a lui il segretario del Pdl Angelino Alfano, autore della prefazione ed i senatori Guido Possa e Tomaso Zanoletti. Un pubblico composto da oltre 60 persone ha partecipato all’incontro: Giuseppe Castiglione, l’ex ministro Stefania Prestigiacomo, il senatore Salvo Fleres, l’on. Basilio Catanoso, Giampiero D’Alia, solo per citarne alcuni.  “E’ stato un grande onore – confida a LiveSiciliaCatania il senatore del Pdl – poter presentare il libro in un palcoscenico così importante come quello della Sala Zuccari e poter avere come relatori personalità di qualità indiscussa. Solo questo è un grande risultato, ma quello che mi ha reso ancora più felice è aver condiviso questo momento con tutta la mia famiglia, non mancava nessuno: moglie, figli e nipoti”.

Un moderno “cicerone” Firrarello che nell’iperbole di una vita affascinante, e difficile, ripercorre gli anni d’oro e anche bui della storia politica della prima e  seconda Repubblica. “E un libro che secondo me merita di essere letto – commenta – in esso ho voluto mettere le mie riflessioni personali che si sono intrecciate alla mia lunga attività politica, fatta di lavoro fisico e mentale”. Un percorso esistenziale e professionale, ma non manca il capitolo dedicato all’inchiesta giudiziaria che lo vede coinvolto. I toni in “Io inquisito” cambiano. La scrittura da cavalcante e arguta quando ripercorre la sua giovinezza a San Cono fino ai suoi primi dialoghi con Buttiglione che lo porteranno a sedere in una delle ambite poltrone di Palazzo Madama, si trasforma divenendo cocente e confusa, specchio di quanto descrive. Confusione per non aver capito cosa stava accadendo, cocente come le sensazioni che lo attanagliavano. “Penso – confessa Firrarello – sia stata la più grande cattiveria che abbia subito nella mia vita, quasi una persecuzione alla mia persona, a tutti i costi”.

Retroscena, alleanze, tradimenti, dinamiche interne ai partiti. Ci sono tutti gli ingredienti della politica in questa biografia. Firrarello immerge la penna pure nella ferita inferta alla Regione da Raffaele Lombardo: “La catastrofe amministrativa della Sicilia”; il titolo del capitolo è il sunto incandescente del pensiero del senatore sulla gestione amministrativa del leader autonomista. Ha inviato una copia a Raffaele Lombardo? Sorride alla domanda Pino Firrarello. Non serve aggiungere altro, del resto è tutto scritto nero su bianco nel suo libro. Ed a Silvio Berlusconi ha regalato il suo libro? Risponde in modo diretto il senatore: “Certamente, anche perchè a lui dedico molte pagine del mio scritto, descrivendolo come la grande novità della politica”.

Questo libro è il suo saluto alla politica? “Per questo  – afferma – ci sono ancora delle valutazioni da fare. Posso dirle che sono molto soddisfatto del mio impegno nelle istituzioni, soprattutto del mio lavoro di sindaco. Se deciderò di lasciare gli incarichi pubblici, comunque non smetterò di fare politica. Chissà, magari, farò una fondazione.”

Non manca nulla in questa pubblicazione, nemmeno le foto: Pino bambino, Pino giovane, Pino sognatore, Pino contadino, Pino senatore. Discostandosi dalla grammatica della politica Firrarello in queste pagine ammette gli errori personali: magari che non sono gli stessi che gli sono stati imputati dall’esterno, ma sono quelli più cruciali nella battaglia di un uomo con se stesso e con le sue responsabilità. “Un contadino al Senato” è la storia di un uomo “innamorato della natura e della politica”, così Pino Firrarello si definisce. A pochi giorni dall’election day, dove in Italia potrebbe rinascere una nuova era della politica, arriva nel mercato dell’editoria questo libro, edito da Maimone, che espone il senatore di Bronte ad elogi ma, anche, a giudizi e critiche. Ma questo è il destino di ogni politico.

 

 


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