Lei, la madre, è lì, davanti alla porta chiusa della rianimazione. Lì c’è Samuele. Lui respira ancora, lui ce la farà. E la madre deve restare lì, deve aggrapparsi a quella vita che c’è. Soltanto pochi passi più in là, l’altra metà del suo cuore è in obitorio. La piccola Greta non ce l’ha fatta, è morta a Villa Sofia, durante un complicatissimo e disperato intervento, dopo lo schianto in via Maggiore Toselli.
In via Maggiore Toselli ci sono i segni della tragedia. Il sangue del nonno è ancora a terra, le pesche che esponeva il fruttivendolo ambulante sono ancora sotto le auto. E proprio sotto un’auto, una Citroen C3 blu, è finito il passeggino coi due gemellini. “Li ho usciti io da sotto la macchina” racconta un testimone. L’uomo è ancora scosso, gli tremano le mani, alza il tono della voce. Da via Maggiore Toselli ha visto arrivare a velocità più che sostenuta l’Opel Meriva. Poi la Peugeot che taglia da via Streva. È una frazione di secondi: il tamponamento a catena delle vetture parcheggiate, l’auto che finisce sul lambrettino della frutta, il nonno, la zia, i bambini, le pesche per terra. Il passeggino sotto la C3. L’incredulità dei passanti. L’istinto di liberare i gemellini, di spruzzargli un po’ d’acqua in faccia, per farli riprendere. Il piccolo Samuele si muove, reagisce. Greta, invece, già non mostra reazioni. La corsa contro il tempo, i soccorsi, l’ospedale, la rianimazione, l’intervento di neurochirurgia. Ma il cuoricino di Greta non ha retto, si è spento nella sala operatoria. Adesso lei è alla camera mortuaria.
La mamma è accanto a Greta, anche se lei non la vede. Metà del suo cuore è lì. L’altra metà deve aggrapparsi alla vita e sperare per Samuele.