“Ma che Pdl? Il sistema bipolare ha fallito”. Il segretario regionale dell’Udc Giampiero D’Alia respinge al mittente le ipotesi che vedrebbero il suo partito “un po’ più vicino” ai vecchi alleati del partito di Berlusconi, anche nell’ottica di una strategia più ampia che coinvolga i vertici nazionali dei partiti. Un’idea rafforzata dalla scelta dei centristi di uscire dal governo regionale pochi giorni fa.
Ma per D’Alia queste ricostruzione sarebbero solo “fantasie. Noi – precisa – siamo stati lineari da sempre. Abbiamo chiesto al governo regionale e alle forze politiche che lo compongono una maggiore responsabilizzazione, in vista delle scelte impopolari che andranno fatte in Sicilia, così come nel resto dell’Italia. E del resto, che la situazione non sia rosea ce lo ha confermato l’assessore all’economia Armao, col ricorso all’esercizio provvisorio e con la previsione di futuri tagli per oltre un miliardo”.
Insomma, la ricostituzione del vecchio centrodestra non sarebbe nei pensieri del presidente dei senatori Udc: “Assolutamente. Non abbiamo alcuna intenzione – spiega – di replicare le vecchie logiche bipolari che, sia nel centrodestra sia nel centrosinistra, hanno chiaramente fallito”.
E il discorso vale anche per l’amministrazione del capoluogo: “Mi sembra evidente – prosegue D’Alia – che il centrodestra abbia condotto la città di Palermo in uno stato di crisi gravissima. E anche oggi quello stesso centrodestra è in una fase di ‘spappolamento’”. Quindi, niente Pdl. Ma un “no” anche alle proposte avanzate finora dalle altre forze politiche. “In realtà – dice D’Alia – forse gli altri partiti dovrebbero un po’ chiarirsi le idee. A sinistra, per esempio, la Borsellino è stata spinta dal segretario regionale, ma ha accettato di candidarsi alle primarie a patto che il Pd non si alleasse col Terzo polo e con Lombardo. Orlando, dal canto suo, – aggiunge – prima chiede di non fare alleanze col Terzo polo, ma poi, quando il Pd propone la Borsellino, lui decide di candidarsi ugualmente. E al di là di tutto, non è che i due candidati rappresentino un ricambio generazionale…”.
Resta in piedi, però, quel “tavolo del Terzo polo” al quale ha fatto riferimento anche il coordinatore provinciale di Fli Alessandro Aricò: “A dire il vero, quel tavolo – puntualizza D’Alia – l’ho chiesto io diverso tempo fa. Certo, se a quel tavolo ci propongono di partecipare alle primarie insieme al Pd, la nostra risposta è sempre la stessa: no”.
Eppure, qualche nome riferibile al Terzo polo circola già da tempo. Quello dell’assessore all’Economia Gaetano Armao, ad esempio. Ma soprattutto quello di Massimo Russo, che oggi, ha affermato, in sostanza, che la città di Palermo andrebbe amministrata con gli stessi metodi usati per la riforma della sanità siciliana. Ma D’Alia non entra nel gioco dei nomi “anche perché quelli che escono, solitamente si bruciano da soli. Serve un nome – continua D’Alia – che possa trovare il gradimento del maggior numero di forze politiche. Anche per affrontare gli enormi problemi della città. Ma il nome deve rientrare nella discussione più ampia che riguarda la formula politica. Noi il 22 gennaio, in occasione del nostro congresso provinciale presenteremo le nostre proposte”.
Proposte che potrebbero incrinare le sicurezze degli alleati. A cominciare da quelli di Fli che ieri, attraverso le parole del coordinatore provinciale Alessandro Aricò, hanno parlato di un Terzo polo coeso e solido. Solido al punto che l’ipotesi di candidatura a sindaco di Massimo Russo, non è respinta nemmeno da chi, tra i finiani, non è certamente stato tenero nei mesi scorsi. “Da parte mia – spiega infatti il capogruppo Fli all’Ars Livio Marrocco, che alcune settimane fa aveva anche chiesto le dimissioni dell’assessore alla Salute – non c’è un ‘no’ aprioristico alla candidatura di Massimo Russo. Attendiamo però che questa venga avanzata ufficialmente. A quel punto anche il nostro partito, che al tavolo del Terzo polo è rappresentato da Alessandro Aricò e Nino Lo Presti, si pronuncerà”.
Ma che il cerchio del Terzo polo si sia stretto attorno ai due nomi di Russo e Armao è confermato anche da chi, al momento, pur non avendo “ufficialmente” esponenti all’Ars, rappresenta a livello nazionale uno dei pilastri del raggruppamento: “Al momento – spiega infatti Nuccio Cusumano, coordinatore delle regioni meridionali per l’Api – in campo ci sono le candidature di Armao e Russo. Due tecnici che hanno dimostrato grandi capacità di governo e credo che possano contribuire al mantenimento dell’unità del Terzo polo. Un’unità che non può che vedere, come garante, il presidente Lombardo. Anche nell’ottica di un possibile confronto col Pd che deve, prima o poi, andare oltre le proprie contraddizioni interne che hanno portato a una dilatazione dei tempi per la definizione di programmi e candidature”. Già, il tempo stringe. E tra pochi giorni le carte andranno scoperte per forza.