VIAGRANDE – “Abbracciami anche se non ho braccia né piedi e nemmeno testa. Amami anche quando di te penseranno che sei un po’ matto. Sono poca cosa ma ti ascolto, ti do respiro, esisto”. Un inno alla gioia, alla bellezza della vita, tumultuosa come il mare in tempesta, mai fermo con il suo “movimento di andata e ritorno”, felice come una risata, la risata che è un “ponte che ci unisce ad un angolo del cuore ove sorge sempre l’estate”. La gioia di esistere, la bellezza di essere perché si è insieme agli altri, e diventare così immortali. C’è tutto questo ma molto altro, di magico e inspiegabile, nello spettacolo Danza in pausa, andato in scena ieri sera (giovedì 11 maggio) ai Viagrande Studios e che ha visto la partecipazione di 15 attori con disabilità insieme agli operatori dell’associazione culturale Neon e del CSR-AIAS di Viagrande (Ct), per la regia di Monica Felloni.
Danza in pausa è lo spettacolo conclusivo dell’edizione 2016-2017 del laboratorio teatrale normali metamorfosi realizzato dal Consorzio Siciliano di Riabilitazione-AIAS della provincia etnea in collaborazione con la compagnia Neon. Un laboratorio di teatro integrato, andato in scena quest’anno per la seconda edizione, che ha coinvolto 15 ragazzi e ragazze disabili, fortemente voluto dal Centro socio-riabilitativo come momento di integrazione e crescita per i propri Assistiti.
Ognuno di loro, con le proprie peculiarità e i propri tratti distintivi è stato accompagnato dalla regista Monica Felloni in un percorso alla scoperta del mondo e di sé, della bellezza di essere unici e diversi. “Di solito si parla di capacità residue dei disabili, ma nessuno considera che ognuno di noi ha delle capacità residue, nessuno di noi sente di averle” ha spiegato il direttore artistico della compagnia Neon, Piero Ristagno. E Danza in pausa fa proprio questo, elimina le differenze, non parla di capacità residue ma della bellezza espressiva di ognuno. Danza in pausa, arricchito dai testi di Piero Ristagno e di Arcangelo Signorello (poeta disabile che frequenta il CSR di Viagrande), prende spunto dal mito indiano del Dio Shiva che con la propria danza crea e distrugge il mondo. E nella pausa, cosa fa? In quella pausa della danza siamo esseri immortali, che esistiamo nella sua immortalità, esseri che interagiscono, che esistono, in quella pausa del Dio che fa e disfa.
“Tutto quello che in tanti anni abbiamo fatto per i nostri disabili, lo abbiamo realizzato per dare risposte a questi nostri figli e alle loro famiglie. E al di là della riabilitazione, necessaria per ognuno di loro, vogliamo provare a dare nuove prospettive ai nostri ragazzi, facendo cultura, poesia, creando magia come stasera” ha detto il Presidente del CSR, Sergio Lo Trovato, ieri insieme a Manuela Lo Trovato, Presidente dell’AIAS di Catania, Associazione che quest’anno compie i 50 anni.
La regista di NeonTeatro ha convogliato nello spettacolo andato in scena sul palcodel Viagrande Studios l’energia raccolta durante il laboratorio teatrale Normali Metamorfosi realizzato per il secondo anno consecutivo all’interno della sede etnea del Csr, il Consorzio Siciliano di Riabilitazione. “Danza in Pausa è la celebrazione di quell’istante in cui scopriamo che siamo tutti immortali, uguali – ha aggiunto Ristagno – Danza in Pausa è l’esaltazione delle capacità residue di persone con handicap e di noi tutti in quanto divinità. Nessuno di noi cosiddetto normale penserebbe di avere delle capacità residue. Invece, le abbiamo, sono quelle che ci avvicinano al Divino”.
Capacità residue. Immense. Insospettabili. Tutto si amalgama. Gli operatori del Csr diventano attori con chi ogni giorno affiancano, gli artisti di NeonTeatro danzano sulle gambe, fanno danzare gambe, saettano con carrozzine prese in prestito per condividere e destrutturare. Tutti possono tutto, col motore dell’ironia perfettamente assemblato, quell’ironia che ti fa indossare il tutù e disegnare col rossetto rosso fuoco le labbra anche se uomo; quell’ironia che ti fa indossare il tutù anche se con le gambe non può compiere un passo; quell’ironia che ti fa ballare come ti va, che spinge gli altri a imitarti e l’handicap si annulla, sono gli altri che fanno quel che tu fai, perché è giusto così, perché dove sta scritto che non deve essere così. “Esisto a dimensione di foglia cullata dal vento, pronta a danzare, a scuotermi”, non potrebbe spiegare meglio Arcangelo Gabriele Signorello, poeta ospite del Csr, autore dei testi di Danza in Pausa insieme con Piero Ristagno.