PALERMO – L’Aula di Sala d’Ercole ha avviato oggi pomeriggio l’esame del disegno di legge contenente le così dette norme “antiparentopoli”. le norme prevedono restrizioni per i deputati regionali e gli assessri, che non potranno avere interessi imprenditoriali, anche attarverso i coniuge, in alcuni ambiti come la formazione professionale, ma non solo.
“In Sicilia la maggior parte delle gare avviene per bando pubblico, dunque credo che sia un errore limitare le norme anti-parentopoli alle sole trattative dirette: il divieto per deputati e membri del governo di attivare rapporti economici con la Regione deve essere esteso anche a tutte le gare pubbliche”, ha detto Antonello Cracolici, deputato regionale del PD, intervenendo in aula nel corso del dibattito sul ddl anti-parentopoli. “Bisogna distinguere nettamente le attività politiche da quelle imprenditoriali. Va detto con nettezza – ha aggiunto Cracolici – che chi svolge funzioni di rappresentanza o di governo non deve avere rapporti economici con l’ente nel quale svolge tali funzioni. Al tempo stesso – ha concluso Cracolici – ci sono altri settori ‘delicati’ oltre la Formazione sui quali è necessario intervenire: penso al settore energetico, come a quello dei rifiuti”.
Anche il capogruppo democratico Baldo Gucciardi ha sollecitato un ampliamento delle norme: “Il disegno di legge anti-parentopoli è un buon testo di partenza, ma può essere migliorato. Credo che non ci si debba limitare alla Formazione professionale: bisogna intervenire in altri settori nei quali si rischiano intrecci pericolosi fra la politica e gli interessi economici o imprenditoriali. Il PD lavorerà ad una serie di emendamenti diretti a migliorare un testo importante e urgente” ha detto il presidente del gruppo PD all’Ars, intervenendo in aula.