PALERMO – “Un blitz orchestrato con logica da lobby”. Cateno De Luca, leader di Sud chiama Nord, scava un fossato ancora più profondo tra il suo movimento e il duo Pd-M5s. A scatenare l’ira del sindaco di Taormina è stata la bocciatura a scrutinio segreto dell’emendamento ScN al ddl sul trasporto pubblico approvato dall’Ars.
In una lunga diretta Facebook con il collega di gruppo Giuseppe Lombardo, che aveva presentato la proposta di modifica, De Luca ha ripercorso non soltanto quanto accaduto in aula 24 ore prima ma anche i diversi passaggi durante i quali ha preso corpo la legge.
De Luca e l’emendamento
Duro De Luca con il presidente dell’Antimafia regionale Antonello Cracolici, che non replica alle critiche, e con il coordinatore regionale M5s Nuccio Di Paola che si erano espressi contro l’emendamento.
L’emendamento consentiva ai comuni che svolgono in house il servizio di trasporto pubblico locale attraverso aziende o società municipalizzate di potere istituire un servizio aggiuntivo di carattere turistico. L’obiettivo era mettere in collegamento i comuni che rientrano negli stessi Gal (Gruppi di azione locale), Siru (Sistemi intercomunali di rango urbano) o Fua (Aree funzionali urbane).
Una situazione che al momento riguarda solo sei i comuni in Sicilia, che gestiscono il tpl direttamente con aziende pubbliche: Messina, Taormina, Palermo, Catania, Trapani e Marsala.
“Cracolici e Di Paola in aula hanno affossato la norma portando esempi fuori contesto e dimostrando scarsa conoscenza del tema – le parole del capogruppo ScN -. Nessuna richiesta di chiarimento, solo un attacco strumentale”.
La denuncia di Sud chiama Nord
In parallelo c’è la denuncia degli esponenti di Sud chiama Nord rispetto ai lavori della commissione sul ddl. “C’è stata una ingerenza di Anav (Associazione nazionale autotrasporto viaggiatori, ndr) che ha tentato di dettare emendamenti direttamente in commissione, fatto mai visto prima e che dimostra quanto forti siano le pressioni rispetto ad un sistema da un miliardo e mezzo di euro, tra contributi pubblici e ricavi”.
De Luca e Lombardo hanno mostrato una lettera di Anav alla commissione Ambiente, territorio e mobilità dei primi giorni di febbraio. Nella lettera si esprimevano critiche rispetto alla stessa norma presentata poi in aula e che in quel momento faceva parte dell’articolato del ddl. “Non ci sto a questo monopolio – ha affermato De Luca -, non è pensabile che i Comuni nella loro autonomia non possano organizzare dei servizi aggiuntivi a quelli già previsti dal bando del trasporto pubblico locale”.
De Luca e Lombardo sono andati poi a testa bassa contro Cracolici e Di Paola: “Si battono il petto stando sempre all’opposizione ma senza sporcarsi le mani”. Lombardo ha ricordato la decisione dei Cinquestelle di abbandonare i lavori d’aula fino a quando non sarebbe stata fissata una data per il dibattito d’aula sui problemi della sanità “ma successivamente sono rientrati cercando comunque di far venire meno il numero legale”.
Un tentativo fallito, ma “subito dopo – le parole di De Luca e Lombardo – hanno partaecipato al voto che ha affossato il nostro emendamento venendo meno a quanto annunciato poco prima: cioè lo stop dell’aula per i problemi della sanità”. E ancora: “Siamo davanti ad una rappresaglia, hanno voluto affossare con il voto segreto una norma di buonsenso perché noi avevamo consentito il mantenimento del numero legale poco prima”.