De Lucia: "Impensabile rinunciare alle intercettazioni"

De Lucia: “Impensabile rinunciare alle intercettazioni”

“Continuano ad essere uno strumento per contrastare la mafia“

“Le intercettazioni: continuano a essere uno strumento decisivo nel contrasto alle mafie. Organizzazione vuol dire comunicazione. I mafiosi parlano tra loro e non possono non farlo se non rinunciando a fare affari ed è perciò indispensabile cercare di entrare in Cosa nostra ascoltandone i componenti”. Lo ha detto il procuratore di Palermo Maurizio de Lucia nel corso della sua audizione davanti alla commissione Antimafia.

Oltre al capo della dda del capoluogo erano presenti gli aggiunti Marzia Sabella e Paolo Guido, i magistrati con delega sulle inchieste sui clan palermitani e trapanesi.

“Quel che c’è da evidenziare piuttosto – ha aggiunto – è che l’Italia è in ritardo rispetto ad altri Paesi che sono riusciti a mettere a punto gli strumenti per intercettare le forme più evolute di comunicazione a cui le mafie fanno ricorso come le piattaforme criptate”.

De Lucia ha ribadito l’esigenza di un quadro giuridico stabile. “Quadro giuridico stabile vuol dire che è inimmaginabile una riforma in senso limitativo”, ha spiegato.

“Ho già espresso nel corso di una precedente audizione le mie perplessità sull’abolizione tout court del reato di abuso d’ufficio sia per i vincoli europei, sia perché per certe fattispecie senza l’abuso d’ufficio si creerebbe un vulnus nel sistema”.

“In diversi processi di mafia – ha continuato De Lucia – siamo arrivati a contestare l’abuso d’ufficio a una serie di soggetti ‘minori’ che avevano posto in essere condotte che dovevano essere punite con quel reato. Un esempio è la storia di un imprenditore della sanità che tra i tanti reati aveva commesso una truffa di decine di milioni alla Regione, reato che comportava che una serie di funzionari chiudessero un occhio ad esempio sulle fatture usate per i rimborsi consentendo così pagamenti abnormi. Ecco loro li abbiamo perseguiti con l’abuso d’ufficio”.

“Attenzione quando si tocca un punto del sistema perché il sistema potrebbe risentirne e comunque non è affatto detto che eliminare il reato risolva la cosiddetta paura della firma”, ha proseguito. “Se c’è speculazione poi, cioè se qualcuno strumentalizza per sue battaglie e suoi fini un avviso di garanzia è un problema politico che non riguarda noi tecnici. Giuridicamente l’avviso di garanzia comporta solo che il cittadino venga a conoscenza di una indagine a suo carico, se poi c’è chi ne fa uso strumentale, quello è un altro discorso”.

“Che il trojan sia uno strumento davvero invasivo è innegabile ed è per questo che va fatto un attento bilanciamento di interessi ma ciò, a mio avviso, vuole dire che serve ad esempio un maggior controllo del gip sulle autorizzazione all’uso, o sulle proroghe che devono essere ben motivate, ma certo non comporta la rinuncia allo strumento specie in una situazione in cui il fenomeno della corruzione si manifesta come davvero pervasivo e importante” ha concluso De Lucia rispondendo alle domande del senatore Roberto Scarpinato.

Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI