PALERMO – Adesso è ufficiale: Roberto De Zerbi è il nuovo allenatore del Palermo e verrà presentato nel pomeriggio dal d.s. Faggiano. L’ennesima rivoluzione, di fatto, comincia in questo momento. L’estate era iniziata con un direttore sportivo e un tecnico e si appresta ad arrivare alla conclusione con altre due figure al posto di chi era stato incaricato di occupare poltrone particolarmente bollenti quando il datore di lavoro si chiama Maurizio Zamparini. In principio furono Rino Foschi e Davide Ballardini, adesso è la volta di Daniele Faggiano e Roberto De Zerbi. L’incipit di questa stagione è addirittura peggiore rispetto a quanto accadde un anno fa, con la missione salvezza faticosamente portata a termine lo scorso 15 maggio dopo nove avvicendamenti in panchina. La rivoluzione senza sosta in quel caso scattò a novembre, questa volta il primo cambio è avvenuto a luglio, con l’addio per “motivi di salute” di Rino Foschi: diplomatica, seppur poco elegante, invenzione per mascherare uno strappo in piena regola tra il dirigente romagnolo e il patron.
A inizio settembre la seconda rottura: via l’allenatore. Esonero? No, oramai i tecnici hanno imparato e non concedono più questa soddisfazione a Zamparini. Ne conoscono il codice linguistico. Quando arrivano le prime critiche del presidente, sempre più spesso irrispettose dei ruoli che dovrebbero essere garantiti all’interno di un’azienda, sanno che in caso di successiva difficoltà in campo può scattare il licenziamento. E allora meglio bruciare le tappe: dimissioni o risoluzione del contratto. Era già accaduto con Iachini, lo scorso 8 marzo. I motivi sono facilmente intuibili: il mancato arrivo di un attaccante e le recenti dichiarazioni del numero uno della società di viale del Fante: “Non mi interessa che Ballardini sia contento. E’ sotto osservazione”. Quella dell’oramai ex tecnico è una scelta che merita rispetto.
Impossibile proseguire, dopo mille annunci e mille illusioni in sede di calciomercato che non hanno prodotto nulla. Né Balotelli né Ciofani, neppure Falcinelli e Trotta, prelevati da un Crotone capace di fare meglio al netto di possibilità economiche ben inferiori rispetto a quelle del club rosanero. Tanti nomi e nessun arrivo: Palermo bocciato e rifiutato persino dallo svincolato Bergessio, a sua volta stroncato da Zamparini. Ulteriore autogol, il resoconto sul mercato estivo pubblicato dal presidente sul sito ufficiale: un elenco di numeri e di nomi che non tiene conto delle evidenti falle né della qualità (e dell’esperienza) dei giocatori partiti e arrivati. La misura era colma già nel pomeriggio del 1° settembre. Poi l’ennesima uscita fuori luogo di un patron svogliato e nervoso, convinto di poter fare e disfare, dire e ridire ovunque e con chiunque. Ballardini saluta, col proprio stile. Zamparini, pur non rendendosene conto, è rimasto solo. Accerchiato da scelte e concetti al limite dell’irreale. Caro De Zerbi, il rischio è altissimo.