Regione, debiti per oltre 5 miliardi | "Macigno sulle future generazioni" - Live Sicilia

Regione, debiti per oltre 5 miliardi | “Macigno sulle future generazioni”

Le sezioni riunite della Corte dei conti (Foto Sabella)

Calano i dipendenti e la spesa per gli stipendi. Bilancio "ripulito" ma sui mutui c'è l'allarme della procura Generale della Corte dei conti.

Il rendiconto generale
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PALERMO – Luci e ombre nello stato di salute dei conti della Regione. E’ quanto emerge dal giudizio sul Rendiconto Generale per l’esercizio finanziario 2015, pronunciato dalle sezioni riunite della Corte dei conti. Buone notizie sulle entrate, cresciute, di oltre quattro miliardi. Sono cresciute di poco le spese correnti e di circa mezzo miliardo quelle per il rimborso di mutui e finanziamenti. Quasi dimezzato il patrimonio invece. Un fatto legato anche alla “cancellazione di un numero elevato di residui sia attivi che passivi”. Il presidente delle sezioni riunite della Corte dei conti, Maurizio Graffeo, ha parlato di “epocale ripulitura dei conti. Adesso i conti sono più attendibili – ha affermato -. Non si torni ai vizi del passato”. Note negative, invece, nella requisitoria del procuratore generale d’appello, Diana Calaciura, che facendo riferimento alla cancellazione dei residui attivi in merito al patrimonio siciliano ha parlato di una condizione “seria”. E il Procuratore ha parlato anche di dubbi sulla sostenibilità del debito che “peserà come un macigno sulle future generazioni”. Il debito, secondo il procuratore, continua a crescere ed è già oltre i 5 miliardi. A questi vanno aggiunte le cosiddette “anticipazioni di liquidità. Nel 2015 la Regione ha stipulato un altro contratto per 1,7 miliardi di euro. Soldi da restituire che peseranno per un trentennio”.

Nel corso della sua requisitoria, la Calaciura ha fatto riferimento allo stato di “incertezza economica del nostro Paese” e ai dubbi legati al sistema bancario italiano e alla Brexit. Ma anche a una debole ripresa “rallentata dalla consistente corruzione”. Una corruzione che respinge i potenziali investitori stranieri. “Crisi economica e corruzione procedono di pari passo”, ha aggiunto il procuratore Calaciura. Andando all’economia siciliana il pm ha parlato di “segnali positivi” soprattutto nell’Agricoltura e nel Turismo e anche nel settore della compravendita residenziale.  “Il mercato del lavoro siciliano esce molto indebolito dalla crisi, con una contrazione di tre volte superiore al resto d’Italia. Ma nel 2015 ecco una flebile crescita”. Questi i pochi dati positivi, secondo la Calaciura che è poi passato alle “ombre”: a cominciare dal crollo delle esportazioni e dalla riduzione dei depositi bancari e delle immatricolazioni, mentre cresce la mobilità dei giovani siciliani verso il Nord.

Sul personale ancora il procuratore, “il rapporto tra personale non dirigenziale e dirigenti è sempre alto: uno su nove”. Le spese tra personale in servizio e in pensione ammontano a oltre un miliardo e mezzo di euro. Sui Forestali, poi, ha spiegato il Procuratore Calaciura, “gli oneri sono assai elevati. E sono diluiti in diverse poste di bilancio, offuscando la portata complessiva”. La Calaciura ha fatto riferimento anche alle spese per i soggetti e organismi esterni all’amministrazione che “si reggono su finanziamenti e compartecipazioni pubbliche. Le partecipate regionali determinano un impatto notevole sul bilancio: i costi per il personale, incompleti e imparziali, ammontano a 190 milioni di euro per oltre settemila dipendenti. I costi maggiori sono per Seus e Sas”. La Calaciura ha parlato anche della inadeguatezza dei controlli della Regione sulle partecipate: “È inammissibile che gli amministratori delle partecipate non rispondano alle richieste della Ragioneria generale”.

Dal rendiconto è comunque emersa una vera e propria cura dimagrante per il personale della Regione: entro il 2020 andranno in pensione quasi 4.500 regionali. Una dieta favorita dalle norme sui prepensionamenti previste in finanziaria. Solo nel 2015 sono stati più di mille i dipendenti regionali andati a riposo. Il personale a tempo indeterminato quindi oggi è di 14.139 unità, esclusi i dirigenti. Scende quindi di 810 unità. Diminuisce anche il numero dei dirigenti che nel 2014 erano 1.737 e che oggi sono 1561. Sale il rapporto tra personale non dirigenziale e dirigenti adesso in un rapporto di 1 a 9. Sale di due unità invece il numero del personale esterno: da 639 a 641. Il numero complessivo dei dipendenti regionali è quindi di 16.341. La spesa per i loro stipendi quest’anno è scesa di circa 29 milioni.


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