Rotazione nelle circoscrizioni| I presidenti: "Non consultati" - Live Sicilia

Rotazione nelle circoscrizioni| I presidenti: “Non consultati”

Piazza Pretoria (foto Pasquale Ponente)

Il Comune sposta circa 80 impiegati nelle circoscrizioni e nelle postazioni decentrate, ma scatta la protesta di alcuni presidenti: "Si accontentano solo alcuni".

PALERMO – Tempo di rotazioni, al comune di Palermo. E stavolta lo spostamento riguarda un’ottantina di dipendenti (per la maggior parte delle categorie B e C) che dagli uffici di Anagrafe, Elettorato o Stato civile passano alle circoscrizioni e alle postazioni decentrate e viceversa. O che, da una circoscrizione o postazione decentrata, passa a un’altra. Una “migrazione” che però fa storcere il naso ai presidenti delle circoscrizioni per il mancato confronto, a cui l’assessore Giusto Catania risponde secco: “Non mi occupo di nomi, non lo facciano neanche loro”.

Ma andiamo con ordine. Qualche settimana fa, la giunta Orlando ha approvato una delibera per il decentramento che, nei fatti, delega alle circoscrizioni (a cui vengono affidate anche le postazioni decentrate) una serie di servizi legati allo sport, alla cultura e al sociale. Una “devolution” che già sulla carta esisteva da tempo, ma a cui adesso viene dato compimento. E, tra le cose previste dalla delibera, ci sono anche una rotazione del 15 per cento dei dipendenti dell’area guidata da Sergio Maneri (Partecipazione e decentramento), il potenziamento delle otto postazioni decentrate con il maggior volume di atti prodotti e l’assegnazione alle circoscrizioni di nuove figure più specializzate.

Il che, nei fatti, si è tradotto in una raffica di spostamenti che proprio in questi giorni ha preso il via. Non senza lamentele da parte di alcuni dipendenti ma anche dei vari presidenti delle circoscrizioni. “Mi sono ritrovato di punto in bianco due persone nuove ai computer che neanche conoscevo – dice Antonio Tomaselli, presidente della Seconda – qui manca una visione d’insieme sul decentramento, ancora non si parla dei fondi da trasferire. Si parla solo di personale”.

“Si tratta di una rotazione calata dall’alto – spiega Fabio Teresi, presidente della Quinta – noi non ne sapevamo nulla. Non sono contrario alla rotazione, ma almeno sarebbe stato meglio consultarci prima chiedendoci cosa serviva e cosa no, quali persone era necessario mantenere al proprio posto e quali spostare. In via Uditore mi hanno lasciato un solo ufficiale di Stato civile, ieri a Passo di Rigano l’ufficio era quasi vuoto. Così non va”. “E’ stato un fulmine a ciel sereno – aggiunge Michele Maraventano, presidente della Sesta – senza un confronto. Sembra quasi che, invece che decentrare, si vogliano accentrare le decisioni”. Una lamentela comune anche ad altri presidenti, alle prese con diversi problemi. “Sulla carta noi abbiamo addirittura personale in esubero – dice Silvio Moncada, presidente della Quarta – solo che mi ritrovo con part-time, Gesip o lavoratori che godono della legge 104: insomma, c’è chi fa tre ore al giorno e chi viene due volte a settimana. Manca il personale a tempo pieno”.

Ma c’è anche chi va controcorrente e punta il dito, semmai, sull’aver accontentato le richieste di alcuni dipendenti a scapito di altri. “La responsabilità gestionale non è di pertinenza dei presidenti e quindi non fa un grinza se non siamo stati messi ufficialmente al corrente di questi provvedimenti – dice Marco Frasca Polara, presidente dell’Ottava – adesso però che sono stati notificati posso affermare, in linea generale, che si tratta di una serie di trasferimenti annunciati da mesi e che vengono spacciati per rotazione. Nei fatti sono state accontentate le richieste di determinate unità lavorative a scapito di molte altre che dovranno rimpiazzarle e questo non mi sembra del tutto corretto, soprattutto se si invoca il principio della rotazione. Si sta pagando il prezzo di una serie di errori di sottovalutazione, a cominciare dalla scelta incauta e improduttiva, risalente a un anno fa, di revocare la figura prevista dallo Statuto del dirigente assegnato a ogni circoscrizione”. Ad oggi, infatti, esiste un solo dirigente per tutte le circoscrizioni che poi hanno dei funzionari responsabili: quattro per otto quartieri.

Accuse rispedite però al mittente dall’assessore Catania. “Il principio di rotazione sancisce il fatto che il personale comunale è tutto uguale, non ci sono protetti e non protetti – dice l’assessore – e i presidenti dovrebbero essere solo contenti del fatto che si comincia a fare sul serio sul decentramento. E come non mi occupo io dei nomi, non dovrebbero farlo neanche loro. Da domani parte il servizio della social card, proprio nelle circoscrizioni, e serviva un potenziamento dei servizi. Il problema è che qui deve passare il principio che un dipendente non può fare tutta la vita la stessa cosa, abbrutendosi, ma deve imparare a fare più cose”. “La scelta del personale spetta alla dirigenza e difficilmente si raggiungerebbe un accordo con tutti – aggiunge Maneri – per fare questa pianificazione ci siamo attenuti al volume degli atti delle varie postazioni, così come per le circoscrizioni stiamo verificando il numero delle persone assegnate. Sui nomi abbiamo cercato di verificare le deleghe dei soggetti per le postazioni decentrate e abbiamo tenuto conto anche della residenza degli stessi”.

“Noi chiediamo trasparenza – precisa Paola Caselli della Cgil –nei criteri di individuazione del personale da trasferire e che la rotazione sia vera e completa. Parliamo di servizi alla cittadinanza che quindi devono essere fatti al meglio. I nostri iscritti ci chiedono spiegazioni su questi criteri che però il Comune non fornisce. Nei prossimi giorni terremo alcune assemblee ad hoc con i lavoratori”.

Ma i problemi delle circoscrizioni riguardano, a volte, anche aspetti assai più concreti. Come nel caso della Terza che di recente ha traslocato da via Benfante a via La Colla, ovvero da un bene in affitto a uno confiscato alla mafia e quindi a costo zero, ma si ritrova senza corrente elettrica. “Il trasloco è stato un bene – dice il vicepresidente Dario Chinnici – permetterà infatti di risparmiare tanti soldi, ma forse prima l’amministrazione avrebbe dovuto assicurarsi che era tutto pronto. I locali sono troppo piccoli e questo crea delle difficoltà allo svolgimento dell’attività politiche e amministrative. Inoltre manca ancora la luce”.

“La luce la stanno attaccando – risponde l’assessore Catania – il problema riguarda la scelta sbagliata, della precedente amministrazione, di assegnare una parte dei locali che potevano andare alla Terza circoscrizione a un’associazione privata. E’ vero, i locali sono piccoli, per questo stiamo valutando due soluzioni: uno scambio di immobili con l’associazione o l’assegnazione alla Terza circoscrizione di altri locali confiscati e che presto dovrebbero essere nelle disponibilità del Comune”.

LE REAZIONI
A dimostrazione che questa amministrazione sul decentramento fa sul serio, sono stati dirottati nelle circoscrizioni circa 50 unità. Non posso che fare un plauso all’Assessore Catania che in questo primo anno di attività ha centrato il primo obiettivo di decentramento nella nostra città. Adesso il compito del Consiglio Comunale di trovare le disponibilità economiche in bilancio da affidare alle Circoscrizioni per far partire il vero decentramento”. Lo dice il consigliere di Idv e presidente della Seconda commissione Paolo Caracausi.


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