PALERMO – Ci sono voluti dieci. Dieci anni per uscire senza colpe, e definitivamente, dal processo per l’omicidio di Livio Portinaio. La Corte di Cassazione ha stabilito che Ivan Sestito non uccise il noto libraio palermitano assassinato nel 2000 al culmine di una rapina. Per il delitto, dunque, c’è un solo colpevole: Maurizio Gentile, che sta scontando 22 anni di carcere. I supremi giudici hanno annullato senza rinvio la condanna a dieci anni inflitta in appello a Sestito, dando ragione, di fatto, ai giudici di primo grado, che avevano assolto il giovane.
Era stato proprio Sestito, a quattro anni dall’omicidio, a raccontare cosa sarebbe accaduto quella sera tra l’8 e il 9 novembre del 2000, dicendo di averla trascorsa con l’amico Gentile e Portinaio. Secondo Sestito, a uccidere sarebbe stato Gentile a conclusione di un tentativo di rapina, ma il movente non è mai stato chiarito. Una ricostruzione su cui la Cassazione ha messo ora il sigillo della definitività. Portinaio, Gentile e Sestito si erano conosciuti la sera del delitto. Erano andati in giro per la città con la macchina del libraio fino al drammatico epilogo avvenuto in via Terrasanta. Portinaio aveva in tasca l’incasso, circa 5 milioni di lire, delle sue librerie, frequentatissime dagli studenti della città in cerca di testi usati e scontati.
A tentare di strappargli il denaro sarebbe stato il solo Gentile, figlio di un pellicciaio, che scese dalla macchina, una Mercedes, e sparò contro Portinaio che tentava di fuggire. La versione di Sestito, però, non fu creduta. E alla fine anche lui si ritrovò sotto inchiesta prima e sotto processo poi. A fare breccia sugli investigatori erano state le dichiarazioni di Aurelio Lo Faso, un garagista che all’indomani del delitto disse di avere raccolto le confidenze di Sestito che gli avrebbe confessato di aver ucciso Portinaio. Impossibile, però, trovare conferme alle sue dichiarazioni. Gentile resta l’unico colpevole dell’omicidio. Sestito è stato scagionato. Definitivamente.
