Di chi è la colpa? - Live Sicilia

Di chi è la colpa?

A certi “signori”, privi di scrupoli, seduti nei più alti scranni dei partiti e delle istituzioni, qualcuno il voto l’ha pure dato, migliaia, decine di migliaia di voti. Improvvisamente cadiamo dalle nuvole?

Illuminante il breve dialogo avuto l’altro giorno con una gentile signora su Facebook. Un dialogo che mi ha convinto ancora di più della necessità di assumere presto iniziative, con chi lo vorrà, per costituire un movimento trasversale di cittadini liberi finalizzato alla buona politica e alla scelta di buoni politici. Avevo scritto su fb il seguente post: “Leggendo i fatti di “Mafia capitale”, non solo quelli, anche i fatti siciliani su indagini chiuse, con condanne definitive, o in corso per reati di mafia, corruzione, voto di scambio e altri gravi reati, che hanno visto e vedono coinvolti rappresentanti istituzionali e pubblici funzionari, mi assale un moto d’indignazione senza limiti, di rabbia infinita. Arrivo a dire che si può perdonare, con il tempo, chi in un momento d’ira si è macchiato del sangue di un proprio simile, ma mai si può perdonare chi, politico o burocrate, ruba il denaro pubblico con scientifica premeditazione e in collusione con mafia e poteri criminali; mai si può perdonare chi lucra, ridendo sguaiatamente, sulla sofferenza del prossimo, immigrato o terremotato; mai si può perdonare chi per sporchi interessi economici e bestiali speculazioni massacra cinicamente la salute di tutti, il nostro ambiente e le nostre città. Accertate le responsabilità bisognerebbe chiuderli in una cella e dimenticarsi di loro”.

La signora, pubblicamente risponde: “Ma si possono perdonare i politici che si mettono in politica solo per rubare? Il vero ed unico scopo dei politici è questo. Per quale altro motivo si può pensare oggi che qualcuno voglia fare politica? per ideali? per altruismo? per generosità? Quelli del Movimento Cinque Stelle se ne fanno un grande vanto ma la verità è che ancora sono troppo giovani per avere affilato i canini. Chi va in politica o è delinquente o lo vuole diventare. Gli altri restano a casa”. Sono sicuro che in molti la pensano come la signora, soprattutto tra i siciliani. Da poche righe emerge una comprensibile rabbia provocata da una cattiva politica e da spregiudicati politicanti – spesso divenuti pregiudicati – che nei decenni hanno distrutto, per scopi inconfessabili, speranze, legittime aspettative e risorse; rabbia causata, inoltre, da una dilagante e sconcertante corruzione in giacca e cravatta, annidata in ogni angolo del Paese e in quasi tutti i partiti, di destra e di sinistra, che per denaro va a braccetto con le organizzazioni criminali.

Però guai a lasciarsi trascinare da tale devastante sentimento. Ci sono tre brevi considerazioni da esprimere in proposito. Prima considerazione: leggere un commento come quello della signora, certamente rispettabile ma non condivisibile, è un terribile schiaffo in faccia a chi tenta di combattere quotidianamente, in un contesto difficilissimo, una sana battaglia per la buona politica e per il bene comune. Seconda considerazione: la posizione della signora fa oggettivamente comodo, suo malgrado, insieme all’astensionismo, proprio a quei politicanti meritevoli di civile disprezzo che così trovano il campo sgombro da ogni ostacolo. Se tutti siamo ladri allora nessuno è ladro, con la conseguenza che la politica sarà sempre e solo infestata dagli elementi peggiori.

Terza considerazione: la Sicilia, resto nei confini di casa, deve liberarsi da una maledizione, tra le tante, quella di oscillare pericolosamente, e aggiungo infruttuosamente, tra cattiva politica e populismi. No, c’è la via migliore, forse la più complicata ma l’unica percorribile se si vuole un’autentica rivoluzione: la buona politica rappresentata e praticata da buoni politici. E qui giungiamo al punctum crucis della questione, alle nostre responsabilità di cittadini-elettori. A certi “signori”, privi di scrupoli, seduti nei più alti scranni dei partiti e delle istituzioni, qualcuno il voto l’ha pure dato, migliaia, decine di migliaia di voti. Improvvisamente cadiamo dalle nuvole? Quante volte invece di scegliere il candidato più onesto, con una storia credibile, solare, non disponibile alle promesse facili in cambio del voto, abbiamo riverito il candidato più “conveniente” per noi, non importa se con un nutrito certificato penale o, semplicemente, con un passato e un presente eticamente ambigui, aduso a concepire la politica come strumento per acquisire potere personale e privilegi?

Guardando alle vicende della Sicilia e alla sua attuale disastrosa condizione, alla qualità delle nostre istituzioni e ai numerosi processi celebrati a carico di politici, direi troppe volte. Allora mettiamoci d’accordo, la democrazia è sostanzialmente l’incontro tra due soggetti, il candidato e l’elettore. Male se il candidato si dimostrerà un becero politicante o, peggio, un delinquente, un corrotto o un amico dei mafiosi. Malissimo se l’elettore, sapendo o immaginando con chi aveva a che fare, nonostante ciò l’ha votato e ri-votato. Di chi le maggiori colpe?

 

 

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