CATANIA – Il ruolo delle Associazioni è fondamentale nel paino nazionale per il malattia diabetica. Creare un rapporto di dialogo sinergico rappresenta la visione innovativa della medicina moderna. AGD Sicilia e l’Asp di Catania avevano intrapreso questo momento di confronto, poi però qualcosa si è inceppato. LivesiciliaCatania ha intervistato il dottor Giammanco, Dirigente Generale dell’ASP di Catania che risponde in merito ai ritardi nell’erogazione dei microinfusori ai bambini e ai pazienti Diabetici.
Dottor Giammanco, in una recente nota lei ha assicurato che nei prossimi giorni i problemi, reclamati dalle mamme dei bambini che soffrono di diabete di tipo 1, saranno risolti e migliorando anche il monitoraggio delle forniture. Come intende farlo?
«Prima di entrare nel dettaglio di questa discussione vorrei esprimere il mio dispiacere per le difficoltà incontrate dai pazienti, in particolare dai più piccoli, e dalle loro famiglie. Abbiamo ereditato una situazione molto confusa, sia dal punto di vista normativo sia dal punto di vista delle procedure preesistenti, e ci siamo impegnati, con determinazione, a ridare e garantire normalità ai pazienti e alle famiglie. Abbiamo aderito alla “gara di bacino”, con capofila l’Asp di Enna, e abbiamo deliberato sia il noleggio dei microinfusori, sia la fornitura del materiale di consumo. A fronte di un canone mensile, per ciascun assistito, verranno forniti sia il microinfusore sia i presidi necessari. Allo stesso tempo stiamo predisponendo una nuova procedura uniformando, per tutti i prescrittori, le modalità di prescrizione e avviando, sin dalla consegna del microinfusore, il monitoraggio su modalità e tempi di distribuzione dei presidi. Le procedure saranno discusse e condivise nei prossimi giorni con i prescrittori, con obiettivo prioritario la tutela delle esigenze terapeutiche degli assistiti».
L’ASP come sta mettendo in atto quanto previsto dal piano nazionale per la malattia diabetica? Mi riferisco al concetto di continuità terapeutica che in questo caso è assolutamente fondamentale?
«Il tema della continuità assistenziale chiama in causa la stessa mission di un’Azienda sanitaria. Parlo non solo del caso specifico, nel garantire i servizi ai pazienti diabetici, ma anche, e mi permetto di dire soprattutto, nel fornire servizi adeguati e diffusi, definendo ad esempio un quadro di riferimento comune per i prescrittori; utilizzando nel modo migliore le risorse disponibili e liberandone altre per assicurare nuovi servizi. Per i pazienti cronici, in particolare, la continuità assistenziale passa dai PTA, dove sono attivi gli ambulatori dedicati che prendono in carico il paziente in modo organico».
Un bambino non può aspettare giorni, ore, nemmeno minuti senza erogazione di insulina. L’ASP dovrebbe avere un’unità di crisi pronta a prevenire queste evenienze anche in caso di fenomeni eccezionali e non diventare invece la causa del problema.
«Sono d’accordo con lei sulla priorità della persona rispetto al sistema, soprattutto se parliamo di soggetti fragili. La domanda che mi pone farebbe emergere una visione che non posso condividere, in quanto non abbiamo e non sottovalutiamo il problema. In tale ambito, anche agli altri attori coinvolti, chiediamo celerità nell’aderire alle valutazioni delle società scientifiche di diabetologia – Associazione medici diabetologi, Società italiana di diabetologia, Società italiana di endocrinologia e diabetologia pediatrica. Si sta realizzando un “percorso” terapeutico che va prescritto secondo le linee guida internazionali e, ad un tempo, nel rispetto delle indicazioni regionali e nazionali. Abbiamo, pertanto, attivato le procedure e le gare nei tempi e nei modi previsti. Abbiamo aggiudicato la fornitura migliorando quanto c’era da migliorare e soprattutto garantendo i pazienti. Abbiamo anche già autorizzato le forniture dei presidi, sia per i lotti aggiudicati sia per il lotto andato deserto, attivando una procedura, con il carattere della somma urgenza, per la fornitura del materiale richiesto».
Questa è una storia di malasanità difficile da raccontare perché molto complessa a causa della eterogeneità dei presidi salvavita necessari. Ma perché questi problemi solo all’Asp Catania?
«Non ci sono storie di malasanità facili da raccontare. La sanità va raccontata bene. A cominciare, ad esempio, dal fatto che tali problemi non riguardino solo l’Asp di Catania».
Quanti sono i pazienti con microinfusore in provincia di Catania. E quanti se ne aggiungono ogni anno?
«Potrebbe sembrare strano, ma a questa domanda rispondo che fino a un semestre addietro l’Asp non disponeva degli elenchi dei pazienti ai quali erano stati assegnati i microinfusori. Tuttavia, in questo momento i pazienti che assistiamo sono circa 400, dei quali circa 40 sono bambini».
Fortunatamente qui non troviamo grigie corsie di ospedali o pazienti nei lettini. Qui troviamo storie colorate, di bambini e ragazzi che come tutti i loro coetanei vanno a scuola, fanno sport e intendo crescere sani. Eppure questi sorrisi e tutti gli sforzi dei loro genitori per far convivere il proprio figlio con il diabete vengono resi vani da cambi di terapie imposti da una disorganizzazione sanitaria inaccettabile. Questi ragazzi, in attesa di soluzioni definitive affidate alla ricerca, sono costretti a convivere con il DMT1 per una vita intera. Evitare loro problemi e complicanze significa in prospettiva ridurre i costi del SSN. Quindi non si tratta solo di un obbligo morale ma di un investimento per il futuro. Non crede?
«Mi trovo, nuovamente, ad essere d’accordo con lei sul principio, ma non sulla declinazione pratica che lei sintetizza. Non voglio ribadire quanto ho spiegato poco sopra. Le voglio raccontare, però, che nei nostri uffici abbiamo accolto e parlato con i genitori, spiegando loro quanto stava accadendo. Abbiamo accelerato le procedure autorizzando le forniture. Abbiamo anche incontrato i responsabili delle associazioni, con i quali ci sono stati punti di incontro e momenti di disaccordo. Sarebbe un peccato che tutto questo non fosse conosciuto dall’opinione pubblica e non riuscisse a diventare notizia la riorganizzazione del servizio che stiamo portando avanti, con il coinvolgimento dei centri prescrittori, per rispondere ancora meglio alle esigenze dei pazienti, per migliorare il dialogo con gli specialisti e le associazioni e per il cambiamento del sistema. Mi auguro che questa occasione sia servita anche a questo».
“È paradossale pensare – dichiara Fabio Badalà, consigliere AGD Sicilia – che insieme all’ASP di Catania La nostra Associazione abbia organizzato numerose attività per i bambini diabetici. Campi scuola, incontri e conferenze di valenza anche nazionale, quindi non abbiamo dubbi che da parte del dottor Giammanco ci sia una particolare attenzione e sensibilità su questi argomenti. Eppure i ritardi e le mancanze di quest’anno sono ancora una volta le stesse dell’anno scorso. Chiediamo al Dottor Giammanco di verificare cosa si è inceppato all’interno degli uffici ed inoltre di accertare le procedure e l’atteggiamento di quei funzionari preposti all’accoglienza dei pazienti perché loro per primi che potrebbero segnalare le criticità ancor prima di far nascere i pr